Unionplast plaude all’ulteriore rinvio della “plastic tax”

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Il 29 settembre, in occasione dell’incontro “PPWR: quale impatto sul packaging per alimenti?” organizzato a Bologna da Profood, il gruppo di Federazione Gomma Plastica che raccoglie alcuni fra i principali produttori italiani di stoviglie e imballaggi monouso, il sottosegretario del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Massimo Bitonci, ha confermato la volontà del Governo di rinviare ulteriormente (per la quinta volta) la cosiddetta “plastic tax”.

“Bene lo stop alla plastic tax annunciato dal Ministero”, ha quindi dichiarato Marco Bergaglio, presidente di Unionplast e vicepresidente di Federazione Gomma Plastica. “Ribadiamo che si tratterebbe di una tassa illiberale sproporzionata rispetto ai risultati del settore in termini di sostegno all’economia nazionale, tanto più in considerazione del clima di generale preoccupazione dovuto alle previsioni di contrazione del PIL. La plastic tax andrebbe a impattare negativamente su numerose filiere industriali, quali quella agricola, quella alimentare, quella cosmetica, solo per citarne alcune tra le più rilevanti, dove gli imballaggi in plastica sono fondamentali per la produzione e il business”.

Plastic tax e discussione sul Regolamento Imballaggi

Marco Bergaglio, presidente di Unionplast, ribadisce la contrarietà alla plastic tax e plaude allo stop deciso dal Ministero dell’Economia

“Sulla nostra industria”, ha proseguito Bergaglio, “pesa inoltre la complessa discussione europea sul Regolamento Imballaggi e Rifiuti da Imballaggio. L’incertezza creata da questa tassa, a partire dall’annuncio nel 2019, benché a tutt’oggi inapplicata, ha creato forti criticità al nostro settore, che da anni investe sulla sostenibilità ambientale senza trascurarne gli aspetti sociali ed economici, secondo i quali la sostenibilità medesima deve necessariamente essere declinata”.

“Tutti i dubbi mai risolti su questa tassa, formato accisa, permangono”, ha aggiunto il presidente di Unionplast. “Si tratta di una tassa che non restituisce neanche un centesimo per il raggiungimento di obiettivi ambientali e che aprirebbe rilevanti problemi di concorrenza con l’estero nei flussi di approvvigionamento di materie prime seconde. Infatti, se la tracciabilità di queste ultime è certa in Europa, non lo è altrettanto in altre aree del mondo”.

Secondo Bergaglio, si tratta anche di una sperequazione tra efficacia ed efficienza dell’imposizione fiscale: la spesa per rendere operativo il sistema di implementazione e controllo riuscirebbe difficilmente a essere coperta dalle entrate, che presumibilmente continueranno a calare (maggior utilizzo di materiale riciclato, riduzione/sostituzione degli imballaggi in plastica causa SUP, PPWR, marketing/greenwashing). “Il nostro Paese, che ha affrontato la discussione europea sul Regolamento Imballaggi in maniera scientifica, opponendosi a misure contrarie agli importanti risultati ottenuti dal nostro sistema industriale”, ha concluso Marco Bergaglio, “ora dovrà seriamente pensare a politiche industriali fondate sui numeri, sulla razionalità e sulla scienza, puntando all’abolizione della plastic tax e impostando politiche serie di sostenibilità, centrate sul recupero e sul riciclo, anche chimico, delle materie plastiche”.


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