Stampa 3D by HP: una proposta diversificata e innovativa

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Le tecnologie di stampa 3D che HP mette a disposizione, una per i polimeri e l’altra per i metalli, condividono la stessa filosofia volta alla produzione e gli stessi vantaggi operativi

La tecnologia Multi Jet Fusion di HP ha segnato una sorta di cambiamento nel campo della stampa 3D di oggetti in plastica, permettendo di produrre parti e componenti in modo rapido ed economico, senza sacrificare qualità, dettaglio o robustezza dei manufatti.

«La serie HP Jet Fusion», spiega Gino Rincicotti, Emea 3D Print Regional Marketing Manager di HP, «rappresenta la soluzione di stampa 3D che integra hardware, software e servizi progettati per la produzione industriale con materie plastiche, in grado promuovere la crescita delle tecniche tradizionali in produzione di serie».

Gino Rincicotti, Emea 3D Print Regional Marketing Manager di HP

Le stampanti appartenenti alla citata serie includono i modelli MJF 5000, MJF 5200, MJF 5400 e MJF 5600, adattabili e aggiornabili per soddisfare l’aumento della domanda produttiva. Tali modelli sono in grado di soddisfare le esigenze di diversi settori, come la meccanica, l’automotive, i beni di largo consumo e il medicale, offrendo varie capacità, automazione e scelta di materiali.

«Il materiale prevalentemente utilizzato», precisa Rincicotti, «è la PA12, una poliammide dalle elevate proprietà meccaniche e finiture superficiali di dettaglio, mentre la PA11 è scelta per pezzi con maggiore resistenza alla trazione. Il polipropilene, più duttile, risulta invece ideale per tutte le applicazioni estetiche; il TPU è infine un termoplastico perfetto per le parti flessibili».

Nel corso della fiera Formnext 2023, HP ha riaffermato il proprio impegno per una produzione più sostenibile, introducendo nuovi materiali e software per favorire l’espansione della stampa 3D di polimeri.

«In collaborazione con Arkema», aggiunge Rincicotti, «HP ha sviluppato e creato materiali derivati da olio vegetale e usa biometano per minimizzare ulteriormente l’impatto ambientale e la carbon footprint. Con Evonik, HP sta inoltre realizzando una PA12 3D High Reusability per ridurre del 49% l’impatto della PA12 senza comprometterne le qualità o alterarne le proprietà».

Nonostante la sempre maggiore diffusione, la stampa 3D si trova ancora ad affrontare alcune sfide per diventare una metodologia operativa largamente adottata anche tra gli stampatori. Quali ostacoli devono ancora essere superati e, soprattutto, come state lavorando per superarli?

«Un ostacolo senza dubbio da superare», sottolinea Rincicotti, «è la scarsa conoscenza in materia di additive manufacturing, problema presente anche nei team di progettazione. Progettare per la stampa 3D richiede abilità specializzate che permettano di massimizzare i vantaggi delle diverse tecnologie additive, ciascuna con caratteristiche uniche che necessitano di approcci differenti. Pertanto, è essenziale sviluppare competenze specifiche in questo settore.

Fortunatamente ci sono molte risorse disponibili per l’apprendimento, inclusi corsi accademici e formazione fornita dai vari soggetti della filiera. Sul fronte operativo, HP mette a disposizione degli stampatori soluzioni per affrontare le difficoltà relative a tempi, costi, risorse e redditività, promuovendo così una produzione su grande scala e permettendo, al contempo, di offrire prodotti più personalizzati».

Con riferimento alle vostre tecnologie di stampa 3D, quali sono i vantaggi e i benefici ottenibili dall’utilizzatore?

Sella per bicicletta realizzata in TPU, perfetta per parti flessibili, leggere e ad alta durabilità (foto: Lubrizol)

«La linea di prodotti offerta da HP», conclude Rincicotti, «porta due benefici significativi per gli stampatori. Il primo è la notevole riduzione dei costi: grazie all’impiego delle nostre avanzate tecnologie, è possibile realizzare rapidamente vari cicli di prototipazione, necessitando solo dello stampo finale per passare alla produzione effettiva. Questo processo riduce notevolmente i tempi e i costi associati allo sviluppo del prodotto. Il secondo vantaggio consiste nell’apertura di un nuovo settore di business, complementare, che si affianca e si integra allo stampaggio tradizionale, ampliando le possibilità di mercato.

Gli stampatori italiani, riconosciuti per l’alta qualità del loro lavoro, si trovano a competere in un mercato dove i competitor propongono prezzi aggressivi, creando tensioni sulla marginalità dei profitti. L’adozione della stampa 3D nella loro offerta permetterebbe loro di proporre ai clienti un portfolio di servizi più ampio e di maggior valore aggiunto, migliorando la fidelizzazione anche nel segmento dello stampaggio. In questo modo, gli stampatori italiani possono non solo mantenere il loro standard di qualità elevato, ma anche distinguersi nel mercato grazie a una proposta di valore diversificata e innovativa».

Alta scalabilità per volume di stampa, scelta materiali e automazione del processo

La serie di stampanti 3D Multi Jet Fusion di HP comprende vari modelli modulabili e aggiornabili, per espandere la capacità produttiva al crescere delle esigenze dell’utente

Al variare del modello prescelto di stampante 3D, dalla MJF 5000 fino alla 5600, aumentano la produttività e il numero di materiali disponibili su ciascuna piattaforma. Questa politica di prodotto è stata adottata e implementata dal costruttore per rispondere alle specifiche richieste ed esigenze del mercato. Se da un lato, infatti, chi ha già chiaro un obiettivo di produzione può passare direttamente alla 5200 o alla 5600, a seconda del materiale e dei volumi necessari, dall’altro, chi vuole adottare la tecnologia HP in via esplorativa, per scoprire quali prodotti e oggetti può realizzare e gradualmente aumentarne l’utilizzo, può acquistare la MJF 5000.

Il vantaggio è chiaro: partire da quella più semplice permette di prendere familiarità con la tecnologia, lasciando tuttavia aperta la possibilità di effettuare l’upgrade a sistemi più avanzati, una volta identificati gli ambiti e gli obiettivi d’applicazione. In altre parole, se il modello 5600 offre maggiore ripetibilità, affidabilità e personalizzazione, la soluzione MJF 5000 è studiata per abbassare la barriera d’ingresso all’adozione della tecnologia rivolgendosi a nuovi clienti.

In definitiva, si tratta di una gamma di prodotti che, dal punto di vista dell’hardware, sono gli stessi, ma le cui differenze riguardano soprattutto la modulazione di tre aspetti: il volume di stampa, la scelta dei materiali disponibili e l’automazione del processo.

Gianandrea Mazzola


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