Luce, colore e texture: la dimensione sensoriale del 3D printing in una concept car futuristica

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Si chiama Inception, vocabolo inglese derivato dal latino inceptio, inizio, perché preannuncia temi e soluzioni che innerveranno il design del marchio Peugeot a partire dal 2025. È una concept car elettrica, modellata in linee taglienti e in superfici mutevoli per aspetto e funzionalità, da realizzare con tecnologie innovative che la casa automobilistica desidera implementare sui prossimi modelli di serie, anche per raggiungere i propri obiettivi di sostenibilità. Il marchio prevede di ridurre fino al 70% la sua impronta di carbonio in Europa entro il 2030 e, globalmente, di diventare Carbon Net Zero (con emissioni di anidride carbonica pari o vicine allo zero) entro il 2038.

Presentato al salone dell’elettronica CES (Consumer Electronics Show) di Las Vegas del 2023, il prototipo si sviluppa su STLA Large, una delle quattro piattaforme ‘BEV by design’ di Stellantis, ovvero progettate ex novo per veicoli alimentati da motore elettrico a batteria (Battery Electric Vehicle). Lunga 5 metri e alta 1,3, è una vettura a guida autonoma di livello 4: vale a dire che il conducente, a suo piacere, può abbandonare il volante, o meglio, il modulo Hypersquare lo sostituisce con un sistema steer by wire controllando il veicolo tramite comandi elettrici digitali.

Senza soluzione di continuità

Maud Rondot, CMF designer presso l’Advanced Design Team di Peugeot, ha scelto un effetto metallizzato per le microarchitetture che conferiscono grip e giochi di luce al tessuto

Sparito il piantone dello sterzo, eliminato il cruscotto e i display della barra centrale e del piano in favore del display digitale mobile Halo Cluster, i passeggeri e il guidatore possono godere di una vista completamente libera sulla strada e sul panorama circostante, protetti da un’amplissima superficie vetrata che include il tetto e accomodati nei sedili Comfort Fit, vere chaise longue futuriste. La qualità luminosa e tattile degli interni è orchestrata in un ambiente rilassante quanto emozionante, che esalta e rende amichevole l’assetto minimalista e radicale dell’abitacolo.

“Per aumentare la percezione dello spazio all’interno di un’architettura così innovativa e decostruita abbiamo puntato su effetti monomateriale”, osserva Maud Rondot, CMF (colori, materiali, finiture) designer presso l’Advanced Design Team di Peugeot. “Inoltre, il prototipo Inception è imperniato sulla relazione tra luce e materia. Cercavamo quindi una tecnologia per reinventare il velluto e realizzare una superficie senza soluzione di continuità estesa dai sedili al pavimento, protetta dall’usura. In Peugeot ci piace sempre coniugare funzionalità ed estetica.

L’interazione di luce e materia è uno dei temi caratterizzanti nella concept car Inception di Peugeot

I metodi di decorazione attualmente a disposizione permettono di arricchire le superfici con inserti relativamente piatti, senza intervenire su spessore e altezza; soltanto la tecnologia 3DFashion di Stratasys consente la stampa tridimensionale diretta su materiali flessibili. Le parti applicate sul pavimento, a contatto con i piedi dei passeggeri, sono ottenute con questa soluzione, che conferisce una speciale resistenza meccanica al substrato accanto a una nuova estetica alle superfici, normalmente coperte da rivestimenti. Abbiamo scelto una sfumatura metallica di sapore avveniristico e lavorato sulle microarchitetture da stampare, valorizzando anche la possibilità di lasciare parzialmente a vista la superficie del velluto, anziché coprirla interamente.

Per noi, il 3D printing è uno strumento molto importante per durata ed efficienza, che elimina la necessità di costruire stampi e pertanto rivoluziona il processo di industrializzazione. Lavorare con il sistema J850 TechStyle ci ha permesso un’interazione agile, in cui ogni modifica ai file digitali si traduce rapidamente in una nuova stampa. Spesso esiste un gap tra ciò che immaginiamo e il risultato ottenuto. In questo caso abbiamo sperimentato una sorta di magia, vedendo materializzare l’idea con tanta precisione e qualità esecutiva, raggiungendo una definizione di dettaglio altrimenti impossibile. Continueremo quindi a esplorare la tecnologia 3DFashion in altre aree applicative”.

Unica e sostenibile

Fabio Boiocchi, marketing manager Italy di Stratasys

“Il 3D printing si posiziona come una tecnologia ideale per assecondare il trend della personalizzazione, che interessa trasversalmente tutte le produzioni di beni di consumo e di lusso, ma anche per promuovere la sostenibilità, per esempio nell’ambito della moda, rinnovando capi e accessori usati con inserti stampati”, spiega Fabio Boiocchi, marketing manager di Stratasys. “La stampante J850 TechStyle 3DFashion è stata pensata in primis per questo settore, adattando la tecnologia PolyJet in uso da tempo per la prototipazione in ambiti diversi. L’abbiamo presentata al salone per le tecnologie tessili ITMA 2023 (6-14 giugno, Rho, Fiera Milano), riscuotendo grande interesse. Banalizzando, utilizza un processo non molto diverso dalla stampa bidimensionale a getto d’inchiostro. Gocce di fotopolimero vengono gettate sul tessuto da stampare, ove penetrano creando un legame meccanico con le fibre; quindi polimerizzate con lampade UV per unire gli strati.

La tecnologia 3DFashion di Stratasys permette la stampa diretta di resine fotopolimeriche sui tessuti creando inserti con spessori fino a 5 cm

Alla base del processo c’è la piattaforma software GrabCAD, con cui viene preparato il file digitale che dettaglia forma, tinte ed effetti (trasparente, opaco, rigido, soffice, elastico) della figura da realizzare. É possibile stampare strati di materiale fino a 5 cm di spessore, una potenzialità utile per i capi da sfilata più sperimentali. Al momento, J850 TechStyle 3DFashion è una macchina per “esercizi di stile”, serie limitate, pezzi unici e anche nell’automotive è stata usata per lo sviluppo di concept come Inception, o per produzioni “one off” con altri marchi blasonati.

Sulla base dell’ottimo riscontro ottenuto dal mondo del fashion, non meno che dall’automotive, stiamo investendo per arricchire le prestazioni del sistema e renderlo idoneo alle esigenze della produzione industriale. I punti chiave di questo upgrade saranno: l’ampliamento dell’area di lavoro (l’attuale misura 460 x 360 x 50 mm), la dotazione di proiettori LED ancora più efficienti per rapidità e qualità di stampa, lo sviluppo di materiali riciclabili e certificati per soddisfare i requisiti normativi delle specifiche di settore”.

Over the rainbow

La stampante 3D J850 TechStyle di Stratasys impiega la tecnologia PolyJet: combinando materiali semiflessibili e rigidi, cromie ed effetti materici, rende disponibili oltre 600 mila opzioni

La stampante 3D J850 TechStyle di Stratasys è dotata di sette cartucce per stampare in contemporanea altrettante resine fotopolimeriche: la gamma di materiali semiflessibili VeroEco Flex (in attesa di brevetto), nei colori neutro, nero, bianco, ciano, magenta, giallo, e il materiale biocompatibile VeroEco ContactFlex. Tutte le resine sono conformi allo standard RSL per i prodotti finiti, che bandisce i materiali contenenti sostanze chimiche pericolose. La palette a disposizione è virtualmente illimitata: sono possibili oltre 600 mila cromie con finitura opaca o lucida, inclusi alcuni colori Pantone. La dotazione di un vassoio intercambiabile riduce al minimo i tempi di fermo macchina; una funzionalità di analisi, anch’essa in attesa di brevetto, valuta i campioni di tessuto al fine di ottimizzare la resa della stampa.

Milena Benati


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