Khatod: sotto la lente il metodo

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«Nactus 101 è stato creato da un “foglio bianco” e senza l’input di alcuna committenza». Così esordisce Giuseppe Vasta, amministratore delegato di Khatod di Cinisello Balsamo, nel milanese, illustrandoci le peculiarità dell’ultimo nato di casa. «Oggi le lampade a led vengono realizzate seguendo una logica che prevede l’accoppiamento di un chip led con una lente. È una filosofia costruttiva poco flessibile dal punto di vista produttivo, alla quale si somma il costo della fase di assemblaggio. Partendo da questo presupposto e dalla constatazione che sul mercato c’era spazio per un sistema più versatile, ci siamo concentrati sullo sviluppo di una soluzione di qualità ed economicamente competitiva. E in verità, abbiamo affrontato un’autentica sfida, perché siamo partiti da zero, senza alcun parametro di riferimento».

 

vasta“Essere Made in Italy è e rimarrà uno dei miei must”
Giuseppe Vasta

La flessibilità vale 101
Nactus 101 è un sistema ottico per led di ultima generazione dai 100 ai 300 L/W. Realizzato in gradi di polimetilmetacrilato o di policarbonato appositamente sviluppati, prevede da 6 a 24, 36, 48 o anche più ottiche in funzione del modello: ogni supporto è infatti dotato di fori che facilitano l’alloggiamento dei sensori. Altra peculiarità del prodotto è la disponibilità di 101 diversi layout, cui corrispondono altrettanti contesti d’illuminazione, si tratti di street lighting, outdoor, indoor o industriale. «Per lo sviluppo del Nactus 101 abbiamo condotto analisi di mercato, incontrato potenziali client e valutato diversi ambiti d’applicazione: queste componenti, nel loro insieme, hanno costituito una cartina al tornasole del nostro modus operandi» evidenzia Giuseppe Vasta.

Il processo che ha portato al varo del nuovo sistema è durato circa sei mesi, durante i quali sono stati messi alla prova diversi prototipi onde testarne il comportamento. In campo illuminotecnico, infatti, le ottiche vengono individuate in base all’effetto d’illuminazione a terra. Posto che a una singola lente corrisponda un fascio ellittico, un modulo Nactus da 48 lenti ricreerà un’ellisse di una data Potenza e perfettamente configurabile. Il led, del resto, rischiara ambienti indoor e outdoor con maggior efficacia rispetto alle soluzioni tradizionali, purché la progettazione tenga conto delle caratteristiche del luogo in cui viene collocato. Come dire, rivestire di nuova luce una tangenziale è compito ben diverso dal rischiarare un sentiero di montagna. «Qualora un installatore dovesse eseguire un impianto con dei led, dovrà ponderare fotometrie, flussi, tipologie e modalità di montaggio. Il nostro sistema, in virtù dei suoi 101 layout, agevola queste operazioni riducendo al minimo il time to market per l’utente finale», prosegue Vasta.

Nel cuore del progetto
Ai fini della produzione del Nactus 101, Khatod ha acquistato due presse a iniezione da 200 e 250 tonnellate, equipaggiate l’una con uno stampo per la produzione di moduli da 12 lenti e l’altra con uno stampo per moduli da 24 lenti. Gli stampi sono completamente modulari e provvisti di una movimentazione che consente di cambiare direttamente in macchina – due a due – i tasselli necessary per lo stampaggio delle diverse lenti (ne sono disponibili fino a nove diversi modelli). Per comporre il prodotto finito basta assemblare I singoli moduli. Per esempio, un pezzo da 48 ottiche adatto allo street lighting sarà format da due unità da 24, nelle quali viene inserito l’opportuno assetto di lenti. Un software gestionale indica invece all’operatore quante e quali ottiche produrre.

«In prima battuta abbiamo valutato l’opportunità di realizzare dei blocchi unici, ma non avremmo ottenuto la flessibilità desiderata. Suddividere la lavorazione tra due macchine ha invece aumentato la capacità produttiva e diminuito al contempo gli scarti: per esempio, se un prodotto da 48 ottiche contiene due lenti danneggiate è possibile scartare soltanto il modulo in cui sono incluse e conservare quello intatto» puntualizza Vasta. Gli stampi utilizzati sono monoimpronta e l’iniezione viene effettuata mediante canale caldo – uno ogni quattro lenti – a pressioni piuttosto elevate. Data la funzione del prodotto è imperativo che ogni figura sia accuratamente lappata in modo da ottenere una lente priva di striature, bolle e punti neri. E inoltre, dal momento che il prodotto è fornito senza la componente luminosa, l’estetica è fondamentale». Stamparlo con la tecnica dell’iniezione su macchine di piccolo tonnellaggio ha rappresentato una sorta di sfida per i tecnici dell’azienda lombarda. «Le prime valutazioni ci hanno indirizzato verso presse con forza di chiusura elevata, ma facendo leva sulla nostra esperienza, abbiamo ritenuto opportuno rendere compatibile la lavorazione dei moduli con macchine da 200-250 tonnellate. Obiettivo effettivamente raggiunto», continua Vasta.

In ciascuna delle 101 configurazioni, il prodotto prevede sezioni e forme specifiche, che hanno richiesto l’adeguamento dei tempi del ciclo di stampaggio. I valori dei parametri associati a ciascun lay-out sono stati codificati e memorizzati nel programma gestionale. Un altro parametro di grande interesse è la resistenza alla temperatura, un argomento da prime-time in campo illuminotecnico.
Nactus 101 resiste fino a 85 °C, soglia che i tecnici dell’azienda lombarda stanno cercando di portare oltre ai 100 °C attraverso lo studio di nuovi gradi di metacrilato, policarbonato, apec e silicone.

In chiave futura
«Il cliente potrà interpretare il prodotto come una lente unica e creare con essa i pattern richiesti dal progetto illuminotecnico: la sua sola preoccupazione dovrà essere quella di posizionare i led» prosegue Giuseppe Vasta. Il primo modulo da 24 lenti è nato a settembre 2011. Da allora, il progetto ha attraversato una nuova fase di perfezionamento. «Sembrerà retorico, ma se è necessario spendere del tempo in più per migliorare una lente, noi lo facciamo. Di fatto, si lavorerà per ottimizzare ulteriormente le caratteristiche del polimero di base e migliorare la trasparenza» conclude Vasta.


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