I tappi sintetici brindano alla sostenibilità

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Per il segmento dei distillati, Labrenta ha in serbo T-Shape, una linea prodotta con Sughera®, un blend composto da materia plastica e granina di sughero

Un tappo in sughero naturale non è necessariamente il degno sigillo di un vino di qualità. La praticità di estrazione, la protezione dall’eccesso di ossigeno, la possibilità di riutilizzarlo, il costo inferiore, l’assenza di TCA (tricloroanisolo, la sostanza che guasta il vino con il proverbiale “sentore di tappo”, prodotta da un fungo parassita della quercia da sughero, NdA), l’estetica felicemente “mimetica” sono solo alcuni dei pregi delle chiusure sintetiche, le uniche a garantire uniformità di prestazioni da bottiglia a bottiglia. Non solo. Al pari di tanti prodotti in materiale plastico, già da tempo, hanno ridotto drasticamente il proprio impatto ambientale, in alcuni casi fino alla neutralità carbonica. Alle soluzioni green adottate per i polimeri dedicati a questo prezioso comparto si affiancano poi il fascino e le prestazioni dei biocompositi.

Plastica, sughero e…

Dal 2022 la vicentina Labrenta è tra gli sponsor di Pentawards, community globale del packaging design che ogni anno sceglie le realizzazioni più eleganti e innovative del settore. Una notizia altrettanto recente anticipa il lancio di due linee che adottano i biocompositi sviluppati dalla start up Mixcycling, sostenibili e con un forte appeal sensoriale. Le leve del design e delle tecnologie green – lo dettaglia il rapporto Design Economy 2020 a cura di Fondazione Symbola e Unioncamere – sono propulsive (in termini di crescita di fatturato, desportazioni e occupazione) per le imprese che scelgono di investire simultaneamente nell’una e nell’altra. Labrenta, partner di Mixcycling, è tra queste.

I tappi a vite Gipy Monolith sono piacevoli al tatto, colorati in toni naturali e di carattere: al sughero e ad un carrier polimerico sono miscelati scarti di lavorazione dell’industria agroalimentare, ma non solo. Riattivate da un trattamento brevettato (il processo NTP, Non Thermal Plasma) le fibre ottenute dalla macinazione di vinaccia, bambù, lolla di riso e persino tela jeans conferiscono al biocomposito tonalità e tattilità molto speciali.

Scarti di vinaccia, bambù e lolla di riso sono miscelati a un carrier polimerico nei biocompositi Mixcycling che Labrenta ha scelto per i nuovi tappi a vite Gipy Monolith. La gamma comprende anche prodotti a base di tela jeans (a destra)

Ai distillati è dedicata la collezione T-Shape, che impiega un biocomposito costituito da granina di sughero naturale e polimeri, privo di colle: il Sughera®. «Nel corso del 2021 abbiamo sostituito il 18% dei materiali plastici utilizzati con prodotti a basso impatto realizzati da Mixcycling» spiega Gianni Tagliapietra, amministratore delegato di Labrenta. «Secondo l’analisi LCA condotta in azienda, abbiamo consumato 38.550 chilogrammi di materia plastica in meno e ridotto le emissioni di anidride carbonica di oltre il 10%. Questi risultati ci hanno incoraggiato ad aumentare la quota di investimento nella start up, che ci aiuterà a collocarci tra i protagonisti nella transizione per la decarbonizzazione materica da qui al 2050».

Com'è fatto un tappo sintetico?
L’uniformità delle prestazioni è il punto di forza delle chiusure sintetiche: nel tempo, garantiscono riproducibilità in termini di peso, dimensioni, struttura cellulare ed elasticità. La struttura cellulare – un tappo sintetico è composto di oltre dieci milioni di celle piene d’aria che conferiscono leggerezza e flessibilità – si è evoluta dalla cellulazione variabile degli anni Novanta, caratterizzata da celle con diametro compreso tra 0,1 e 3 millimetri, alla cellulazione uniforme e infinitesimale dei tappi di nuova generazione, comparsi sul mercato nell’ultimo decennio, in cui le celle hanno ridotto il proprio diametro a valori inferiori ai 70 micron.

Think blue

Se lo scorso giugno avete stappato una bottiglia di Nebbiolo Ebbio Grappolo Intero del marchio Fontanafredda vi siete imbattuti nel primo tappo realizzato con un processo produttivo “circolare”, festeggiando il debutto della gamma di chiusure Nomacorc Blue Line di Vinventions. I tappi di questa famiglia sono realizzati con polimeri contenenti il 50% di materiale plastico riciclato certificato ISCC Plus con il metodo del bilancio di massa. La soluzione è l’ultimo tassello dell’approccio per lo sviluppo sostenibile dell’azienda, che nel 2013 ha lanciato Select Bio, il primo tappo a base vegetale, utilizzando I’m Green di Braskem, un polietilene ricavato dall’etanolo estratto dalla canna da zucchero.

Nomacorc Select Blue è la chiusura di Vinventions dedicata ai vini fermi di qualità superiore: realizzata con un contenuto di riciclato del 50% certificato da ISCC Plus con il metodo del bilancio di massa, è stata adottata da Fontanafredda per il Nebbiolo Ebbio Grappolo Intero

Su queste basi è stata poi sviluppata Green Line, una gamma di chiusure costituite da materie prime organiche e rinnovabili fino all’80% (nei tappi Classic Green e Smart Green). La loro produzione raggiunge, o si approssima (secondo la quantità di bioPE utilizzato), allo zero nelle emissioni di carbonio, poiché la quantità di anidride carbonica catturata dalle piante equivale a quella generata durante il processo di manifattura. Riciclate, riciclabili e processate con l’ausilio di energie rinnovabili, le chiusure forniscono un profilo prestazionale in linea con le richieste di un mercato esigente e competitivo. La tecnologia di coestrusione brevettata che caratterizza la gamma Nomacorc, studiata per assicurare una permeabilità all’ossigeno controllata e specifica per ciascun prodotto, garantisce uniformità di prestazioni evitando variazioni da bottiglia a bottiglia imputabili alla chiusura.

Con la gamma Blue Line, il programma CorkLoop avviato da Vinventions nel 2020 e mirato al riutilizzo dei rifiuti industriali e al riciclo, procede più spedito verso l’obiettivo di azzerare, attraverso l’impiego di risorse rinnovabili e riciclo “circolare”, i rifiuti plastici derivanti dalla propria produzione.

La fioritura dei tappi

Design to Revive, Design to Change, Design to Reduce, Design to Fade: per Guala Closures la sostenibilità è una questione di DNA, determinata dalla progettazione. L’azienda si propone, entro il 2025, di utilizzare per l’intera gamma almeno il 35% di materiali riciclati, ma guarda anche più in là, come si evince dai principi di ecodesign sopra citati. Le chiusure possono “rivivere” attraverso il recupero e il riciclo dei materiali utilizzati. Possono “cambiare” adottando materiali riciclati o provenienti da fonti rinnovabili. Possono essere “ridotte” eliminando il ricorso a materiali non strettamente funzionali e attingendo il meno possibile a risorse non rinnovabili. E, infine, possono dissolversi qualora siano prodotte con materiali completamente biodegradabili. La gamma Blossom Sustainable Closures è la summa di queste strategie, anzi, la loro “fioritura”, evocata dal nome che in inglese significa, appunto, fiore, bocciolo. Divinum è un tappo a vite per vino realizzato in alluminio, parte del quale – in media 58% – è riciclato: la versione Blossom migliora il suo profilo di sostenibilità con un sigillo (o liner) prodotto in polietilene biobased che mantiene inalterate le prestazioni di barriera, meccaniche, organolettiche e di durata.

La gamma Blossom di Guala Closures combina elementi sostenibili e “luxury” grazie all’unione di plastica e alluminio riciclati, polimeri biobased e le personalizzazioni raffinate del legno

La chiusura congeniale a una bottiglia di tequila è realizzata con gli scarti di lavorazione dell’agave: i rifiuti che si generano durante la distillazione diventano ingredienti preziosi per un biocomposito da utilizzare per produrre il tappo. In Messico, Guala Closures ha uno dei propri centri di ricerca e sviluppo, che sta mettendo a punto anche un composito a base di resina contenente farina di legno proveniente da scarti produttivi o riciclata da botti di whisky in dismissione. Alla fine del 2021 lo stabilimento di Spinetta Marengo (Alessandria), dopo il sito francese di Chambray-lès-Tours, ha conseguito la certificazione ISCC Plus: un sistema di controllo sull’intera catena di approvvigionamento, dalle materie prime ai prodotti finali, garantisce Guala Closures per la produzione di chiusure “Circular Packaging” e “Bio-Circular Packaging”.

VINIflow diventa MINIFlow. Liquibox ha ridotto il consumo di materiale plastico del 26% e al contempo il rischio di penetrazione di ossigeno accorciando notevolmente la lunghezza della parte posteriore dell’erogatore per bag-in-box

Anche in scatola

C’è chi ancora inorridisce all’idea del vino in scatola. Questa tipologia di packaging è decisamente poco attraente, ma i suoi pregi sono molteplici. Contenuto in un pouch di laminato plastico e alluminio, e alloggiato in una confezione di cartone, il vino è messo al sicuro dall’ossigeno, da sbalzi termici, dalla luce. La confezione è economica, maneggevole, leggera, ovviamente priva del “sentore di tappo”. Ed è ecologica. La nuova versione dell’erogatore per bag-in-box VINIflow di Liquibox è stata ottimizzata nel consumo di materiale plastico, ridotto del 26%. La funzionalità della nuova versione – denominata MINIflow – eguaglia quella precedente, anzi, la migliora, perche la parte terminale posteriore di lunghezza inferiore riduce il rischio di esposizione all’ossigeno, prolungando la vita utile sullo scaffale, a speciale vantaggio dei vini di qualità. Il design è esattamente lo stesso, ma più compatto, pertanto le attrezzature per il riempimento sono analoghe, così come la versatilità. L’erogatore è adatto anche per succhi di frutta, acqua, olio. È prodotto in colori naturali per facilitarne il riciclo e personalizzabile secondo le esigenze del prodotto.


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