Novamont raddoppia la produzione di biopoliesteri

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Conclusa nel 2016 l’acquisizione del 100% di Mater-Biopolymer dal gruppo Mossi&Ghisolfi, Novamont ha dato avvio alla seconda fase del progetto di riconversione dello stabilimento Mater-Biopolymer di Patrica (Frosinone) con il raddoppio della capacità produttiva della famiglia di biopoliesteri Origo-Bi®, utilizzati per migliorare le caratteristiche tecniche, economiche e ambientali delle bioplastiche biodegradabili e compostabili Mater-Bi®, e con lo sviluppo di nuovi chemical e processi produttivi, dando così un ulteriore forte impulso all’integrazione a monte della filiera produttiva Novamont.

Mater-Biopolymer

Lo stabilimento di Patrica nel 2009 era di M&G, disponeva di due linee di produzione di PET e aveva fermato la produzione di una linea. Grazie a una collaborazione partita nel 2009, Novamont ha potuto iniziare a lavorare alla trasformazione di questa linea, integrando, con step successivi, la propria tecnologia fino ad arrivare, nel 2011, all’inaugurazione del primo impianto continuo per la produzione di Origo-B – ossia poliesteri biodegradabili ottenuti da monomeri a partire da oli vegetali – diventato un impianto flagship e un anello della bioraffineria Novamont.

Raddoppio entro il primo trimestre 2018

Con il completamento del progetto di riconversione della seconda linea di produzione, che sfrutta appieno gli avanzamenti tecnologici resi possibili dall’esperienza maturata con la prima linea, Novamont raddoppierà la capacità produttiva della gamma di biopoliesteri Origo-Bi, che sarà portata da 50.000 a 100.000 tonnellate all’anno e che sarà caratterizzata da un alto contenuto di rinnovabilità.

“Il raddoppio della capacità produttiva di Patrica è un ulteriore tassello nella costruzione di una filiera italiana delle bioplastiche e dei biochemical che integra ricerca, agricoltura e industria per sviluppare prodotti in grado di dare soluzioni ai grandi problemi ambientali”
Catia Bastioli, amministratore delegato di Novamont

Gli investimenti Novamont

Il modello Novamont di bioeconomia circolare è tra i più consistenti in Europa in termini di investimenti e di nuove tecnologie portate a livello industriale, con 500 milioni di euro investiti direttamente o in JV in impianti, 200 milioni di euro in ricerca e sviluppo, 600 addetti diretti, 2.000 indiretti, 1.000 addetti per la costruzione di 4 nuovi impianti primi al mondo, 6 siti in crisi reindustrializzati in 6 diverse regioni, sviluppi e ricadute per l’agricoltura.


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