Le opinioni della filiera del packaging sul nuovo regolamento imballaggi

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Si è tenuto lo scorso 9 febbraio, online e presso la sede della società Galdi di Paese (Treviso), che progetta e costruisce macchine confezionatrici, l’incontro “Regolamento imballaggi e impatto per la filiera del packaging”, fortemente voluto dalle associazioni Amaplast e Ucima in collaborazione con Confindustria Veneto Est. L’evento intendeva presentare le opinioni e le considerazioni dei protagonisti della filiera e delle istituzioni riguardo alla proposta avanzata dalla Commissione Europea lo scorso 30 novembre per una modifica della Direttiva 94/62/CE su imballaggi e rifiuti da imballaggio. Un tema predominante per il settore, sviluppato nel corso di un evento che ha richiamato oltre 150 aziende.

In foto, da sinistra: Dario Previero (presidente di Amaplast), Mario Maggiani (direttore di Amaplast, Acimac e Ucima) e Riccardo Cavanna (presidente di Ucima)

“Noi non siamo contro il cambiamento”, ha esordito Riccardo Cavanna, presidente di Ucima (Unione costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e il packaging). “Il problema è che questo regolamento sta creando confusione. Abbiamo avuto sempre un ruolo da protagonisti nel portare la filiera a raggiungere importanti risultati in termini di circular economy, ma abbiamo bisogno di un approccio concreto e che valorizzi il percorso intrapreso finora. L’obiettivo comune è la salvaguardia del nostro pianeta”.

“La fattibilità tecnica del nuovo regolamento non è un aspetto da poco e va valutata attentamente”, ha aggiunto Dario Previero, presidente di Amaplast (Associazione nazionale costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma). “Fare fronte comune tra associazioni ha lo scopo di poter dar voce alle perplessità delle aziende e di poter lavorare per la miglior soluzione possibile”.

 

Le opinioni dei protagonisti della filiera e delle istituzioni

Dopo i saluti istituzionali, l’evento ha illustrato i punti salienti del nuovo regolamento e Confindustria ha presentato le strategie attuate in difesa del settore e di tutta la filiera, affinché la riforma risulti equilibrata e orientata al rafforzamento del “sistema Italia” di gestione dei rifiuti d’imballaggio: un modello da preservare e difendere.

“Non accettiamo lo spostamento di paradigma del nuovo regolamento europeo dal riciclo al riuso”, ha commentato Marco Ravazzolo (Confindustria – Politiche industriali e per la sostenibilità). “È un approccio non suffragato da dati scientifici. Un esempio: il massivo uso di acqua per permettere il riutilizzo”. Luca de Carlo, presidente della Commissione Industria, commercio, turismo, agricoltura e produzione agroalimentare del Senato, ha aggiunto: “Non bisogna farsi intimorire da mode ideologiche che criminalizzano la plastica. L’Italia rappresenta un modello per il riciclo, che va difeso”.

I partecipanti alla tavola rotonda finale del 9 febbraio

Lo sguardo poi si è ampliato, presentando il punto di vista di Francesca Stevens, segretario generale Europen (The European Organization for Packaging and the Environment): “In Italia c’è grande attivismo da parte di Confindustria e del governo per difendere le istanze della filiera italiana del packaging. Da altri paesi le resistenze sono più morbide, ma serve coesione da parte di tutti perché la strada che si sta percorrendo è rischiosa per molti aspetti”.

In seguito, durante una tavola rotonda, hanno preso la parola gli imprenditori, che, insieme a Giflex (Gruppo Imballaggio Flessibile, integrato nel sistema confindustriale grazie alla sua appartenenza ad Assografici), si sono confrontati sulle criticità delle normative nei rispettivi settori. “Credo che questo regolamento”, ha sostenuto Alberto Palaveri, presidente di Giflex, “non acceleri lo sviluppo, bensì lo freni. Il rischio è ritrovarsi le nostre aziende più povere e i consumatori meno tutelati sotto il profilo della sicurezza”.

In linea con quanto sostenuto da Palaveri, Walter Bertin, presidente e CEO della società Labomar, ha evidenziato i risultati già ottenuti: “Ci sono prodotti in commercio che implicano già un basso impatto ambientale, basato sul riciclo. È rischioso rimettere in discussione anni di sviluppo”.

Infine, Alessandro Lazzarin, presidente di Latteria del Montello (Nonno Nanni), ha messo in luce l’importanza di questo genere di eventi: “Con la nostra azienda siamo molto attenti a quel che sta succedendo, perché le norme del regolamento impattano notevolmente sul modo di fare sviluppo. In questa fase serve più chiarezza e ben vengano questi incontri”.


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