Giro d’affari ancora oltre i 14 miliardi per i costruttori di macchine

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I dati preconsuntivi forniti dal Centro Studi Mecs confermano una generale tenuta (la variazione rispetto al 2021 è del -0,7%) dei tre settori dei beni strumentali rappresentati da Amaplast (Associazione nazionale costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma), Ucima (Unione costruttori italiani macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio) e Acimac (Associazione costruttori italiani macchine attrezzature per ceramica), che chiuderanno il 2022 con 14 miliardi e 220 milioni di fatturato complessivo.

Nonostante l’innalzamento dei costi energetici per costruire e spedire le macchine e le problematiche nel reperire materiali e componenti per completarne la realizzazione, le aziende dei tre settori hanno mantenuto inalterato il fatturato totale e gli ordini per il 2023 coprono già i primi sei mesi di produzione (dato aggregato). Più in dettaglio, l’export rispetto al 2021 perde l’1,2% (quasi tutto imputabile a macchine non consegnate per l’impossibilità di completarle), attestandosi a 10 miliardi e 784 milioni di euro. Il mercato interno vale invece 3 miliardi e 436 milioni, con una crescita dell’1% rispetto a 12 mesi fa.

I tre comparti confermano quindi il loro posizionamento strategico dovuto al ruolo di leadership tecnologica nel mercato globale, alle risorse costantemente investite in ricerca e sviluppo e al know-how di una filiera concentrata soprattutto in quattro regioni: Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Veneto. Tuttavia, molte delle filiere servite si stanno scontrando con una situazione sempre più aggravata dai rincari energetici e dalle tensioni geopolitiche: i dati di tenuta sostanziale del 2022 rischiano quindi di tramutarsi in un calo nel 2023, se la situazione non cambierà al più presto.

Le tre associazioni di categoria, Amaplast, Acimac e Ucima, chiedono che vengano presto attivati a livello nazionale e comunitario tetti più incisivi al costo dell’energia e incentivi per investire in nuove tecnologie. Per ciò che concerne la bozza di manovra economica del governo italiano, preoccupa non poco le aziende associate l’assenza di estensioni del piano Industria 4.0, il quale non sarebbe solo da mantenere, ma anche e soprattutto da rinforzare.

Un’altra urgenza, relativa sempre al mercato nazionale, riguarda la proroga del termine per la consegna dei macchinari 4.0 dal 31 dicembre 2022 al 30 giugno 2023, così da consentire la spedizione nei termini stabiliti di quelle macchine rimaste in fabbrica per la mancanza di componentistica. La proroga è in discussione in questi giorni in Parlamento ma, se non dovesse essere approvata, le aziende clienti si troverebbero a ricevere un incentivo pari al 40% dell’investimento a fronte dell’attuale 50%. Una situazione che, visto il perdurare dello shortage di materie prime, si presenterà ancora nel 2023 per i macchinari ordinati nel 2022. Anche in quel caso le tre associazioni chiedono una proroga dal 30 giugno al 31 dicembre 2023, pena il rischio di passare da un contributo del 40% a uno pari al 20%.

Tiene il settore delle macchine per plastica e gomma

Dopo il rimbalzo registrato nel 2021 – anno archiviato con incrementi a doppia cifra per tutti gli indicatori – l’associazione di categoria Amaplast stima un bilancio sostanzialmente favorevole anche per il 2022, a conferma della capacità del comparto di assorbire i contraccolpi delle gravi criticità che si sono manifestate e sovrapposte nell’ultimo triennio. La produzione complessiva, infatti, dovrebbe raggiungere la soglia dei 4,5 miliardi di euro, con un incremento di un punto percentuale rispetto al 2021: si tratta di una variazione contenuta, che però consolida il recupero messo a segno lo scorso anno, superando anche di due punti percentuali il valore del 2019 (pre-pandemia). Risultano ancora in crescita, seppure di misura, entrambe le componenti della domanda: da un lato le esportazioni – che assorbono il 70% circa della produzione – mostrano un aumento del 2% circa, fino a superare nuovamente i 3 miliardi, dall’altro il mercato interno segna un +1%, anche in funzione di importazioni in progressione del 5%.

Per quanto riguarda la geografia dell’export, secondo i dati Istat riferiti ai primi nove mesi dell’anno in corso, si osserva un’intensificazione delle spedizioni verso i mercati asiatici (con l’India a fare da traino), il continente americano (in particolare la parte meridionale, Colombia in testa) e l’Europa (soprattutto quella extra UE, esclusa la CSI per ovvi motivi). Al contrario, frenano i flussi sia verso i paesi della costa mediterranea dell’Africa sia verso i mercati subsahariani.

In base alla più recente indagine congiunturale svolta tra gli associati, si è verificata una progressiva attenuazione della crescita nel corso di quest’anno. Sia sul mercato interno sia verso l’estero si è osservato un rallentamento più marcato per i macchinari, mentre le vendite e le commesse in entrata di ricambistica hanno mantenuto una certa crescita. I costruttori italiani auspicano che, in chiusura di periodo, la raccolta ordini torni più sostenuta, anche grazie all’effetto della fiera K di Düsseldorf, che potrebbe contribuire a sbloccare investimenti rimasti precedentemente in stand-by. Gli imprenditori sono però cauti, alla luce dei venti di guerra e delle turbolenze economiche che caratterizzano lo scenario globale.

Volgendo lo sguardo al 2023 è verosimile attendersi un ripiego di tutti gli indicatori di settore, con una flessione peraltro contenuta a pochi punti percentuali. Del resto, anche le previsioni di Confindustria sull’andamento dell’economia italiana nel suo complesso indicano una crescita bassa o negativa, a fronte di un tasso d’inflazione ancora elevato, soprattutto a causa degli alti costi energetici.

Il presidente di Amaplast, Dario Previero

“Le aziende italiane costruttrici di macchine per plastica e gomma hanno sempre dimostrato flessibilità e capacità di sviluppare soluzioni organizzative e tecnologiche per far fronte alle sfide del contesto e dei mercati, ma è anche vero che le problematiche che si sono susseguite da tre anni a questa parte frenano la propensione agli investimenti”, sottolinea il presidente di Amaplast Dario Previero. “Sarà necessario un grande sforzo d’innovazione da parte delle imprese per migliorare ulteriormente i contenuti tecnologici dei propri macchinari e mantenerli al passo con una domanda sempre più qualificata, soprattutto in termini di sostenibilità e di efficienza energetica”.


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