Etichettatura ambientale: dal 01 gennaio 2023 al via l’obbligo per gli imballaggi

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16Con l’entrata in vigore del Decreto Legislativo 116/2020, i produttori saranno tenuti ad apporre una specifica etichetta, per indirizzare il consumatore, favorendo la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclo dell’imballaggio

Novità per il packaging. Dal 01 gennaio 2023 è partito l’obbligo di etichettatura con le indicazioni della natura dei materiali di imballaggio utilizzati. Entrano quindi in vigore le disposizioni del Decreto Legislativo 116/2020 dopo più di due anni dall’emanazione dello stesso.

Si rende quindi effettivo il nuovo meccanismo di identificazione degli imballaggi, di seguito ad una serie di rinvii (tra Milleproroghe e Decreti ad hoc). L’ultima, risale al febbraio del 2022, quando era stata disposta una nuova sospensione dell’imposizione relativa all’etichettatura, fino alla recente data di entrata in vigore del nuovo obbligo.

Le novità riguardano sia i produttori B2B che quelli B2C. In realtà, se i primi saranno tenuti ad applicare solo un codice alfanumerico, per le transazioni B2C bisognerà apporre, sull’imballaggio, anche una sorta di “etichettaspecifica, per indirizzare il consumatore, favorendo la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclo, attraverso informazioni corrette.

Ma procediamo per gradi, partendo dalla genesi normativa, fino ad arrivare agli attuali strumenti di sostengo per le imprese.

L’iter normativo, dal 1994

La materia non è nuova, bensì risale al 2006, con l’emanazione del Codice Ambientale (D. Lgs. n.152/2006). In realtà, già dal 1994 l’UE poneva attenzione alla questione del riciclo degli imballaggi, tant’è che il 20 dicembre di quello stesso anno veniva emanata la Direttiva 94/62/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

La normativa richiedeva agli Stati membri l’adozione di misure – nella forma di programmi nazionali, incentivi forniti attraverso regimi di responsabilità estesa del produttore, nonché altri strumenti economici – per prevenire la generazione di rifiuti di imballaggi, riducendo al minimo l’impatto ambientale del packaging.

Nel corso degli anni si sono susseguite diverse Leggi: ad oggi, sappiamo che gli obiettivi del riciclo puntano su due date principali, ovvero il 31 dicembre 2025 – entro cui bisognerà riciclare almeno il 65 % in peso di tutti i rifiuti di imballaggio – e il 31 dicembre 2030, quando la percentuale richiesta salirà al 70. Ogni materiale ha peculiarità diverse di riciclo e, per la plastica, l’obiettivo è fissato al 50% (2025) e al 55% (2030).

Il comma 5 dell’articolo 219, nel Testo Unico Ambientale

Dunque, in tale ambito, uno dei principali strumenti legislativi, in Italia, è stato il Codice dell’Ambiente (Decreto 152/2006), definito anche “Testo Unico Ambientale” o TUA – sebbene non possa essere definito propriamente tale, considerando che non tratta diversi aspetti delle discipline green.

Al comma 5 dell’articolo 219 veniva stabilito che tutti gli imballaggi fossero opportunamente etichettati, secondo le modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione UE.

L’obiettivo di tale statuizione è la facilitazione della raccolta, riutilizzo, recupero e riciclaggio degli imballaggi. Allo stesso tempo, l’etichettatura è fondamentale per dare ai consumatori una corretta informazione sulle destinazioni finali degli imballaggi. A tal proposito, viene richiamato anche l’articolo 8 della Direttiva 94/62/CE, relativa alla “responsabilità estesa del produttore”.

Dal TUA al vuoto normativo del D. Lgs. 116/2020

Nel corso degli anni il TUA ha subìto numerosissime modifiche. Le ultime sono state apportate con il Decreto Legislativo 116/2020, che trasforma la disciplina degli imballaggi: il Decreto rientra nel pacchetto Economia Circolare e recepisce la Direttiva UE 2018/851 e la Direttiva UE 2018/852, relativa agli imballaggi e ai rifiuti di imballaggio – rendendo obbligatoria l’etichettatura ambientale.

Con l’articolo 3 del D.lgs. 116/2020 vengono infatti stabilite diverse variazioni al Codice Ambientale, tra cui l’ambito di applicazione, il sistema di riutilizzo di specifiche tipologie di imballaggi, i sistemi autonomi di gestione e la disciplina del CONAI – il Consorzio nazionale imballaggi a cui partecipa oltre un milione di imprese produttrici e utilizzatrici di imballaggi.

In particolare, viene modificato il comma 5 dell’art. 219 del Codice Ambiente (criteri informatori dell’attività di gestione dei rifiuti di imballaggio). Tuttavia, il nuovo Decreto, pur statuendo l’obbligatorietà dell’etichettatura, lascia però una sorta di vuoto normativo, poiché rinvia nuovamente alle norme tecniche UNI applicabili e alle disposizioni UE.

Pertanto, la comunità dei produttori ha sollevato una serie di dubbi. Per dirimerli, è arrivato in soccorso il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, (il MASE, già MITE, in quel tempo), che avrebbe dovuto emanare una serie linee guida tecniche per l’etichettatura.

Una etichettatura valida ed efficace: l’intervento del MASE e CONAI

Il D. Lgs. del 2020, alla fine, ha subìto una serie di proroghe, in considerazione delle difficoltà applicative. Dopo una lunga elaborazione, ad opera dei tecnici del CONAI e di quelli del Ministero, il 28 settembre 2022 è stato pubblicato il Decreto ministeriale n. 360, recante ufficialmente le “Linee Guida tecniche per l’etichettatura ambientale degli imballaggi”.

In vigore dal 22 novembre 2022, il documento raccoglie le esigenze di tutti i settori produttivi, fornendo un supporto all’implementazione della normativa specifica, per il miglioramento della qualità della raccolta differenziata degli imballaggi. Viene riportato il corretto adempimento degli obblighi di etichettatura degli imballaggi da parte dei soggetti responsabili.

I produttori potranno quindi fornire, in maniera chiara e corretta, le caratteristiche ambientali dei propri imballaggi; allo stesso tempo aumenterà la consapevolezza dei consumatori e si realizzeranno gli obiettivi di riciclo nell’ambito dell’Economia Circolare.

Le nuove Linee Guida per l’etichettatura degli imballaggi

Il 01 gennaio 2023 sono quindi entrate in vigore le nuove linee guide per l’etichettatura degli imballaggi, e saranno aggiornate periodicamente, in base alle esigenze e funzionalmente al progresso tecnologico.

I produttori hanno ora l’obbligo di indicare la natura dei materiali di imballaggio utilizzati e, su tutti questi (primari, secondari e terziari), i produttori dovranno indicare la codifica alfanumerica (Decisione 97/129/CE). In particolare, gli imballaggi destinati al consumatore dovranno presentare diciture opportune per favorire la raccolta differenziata.

Forma e modi di etichettatura potranno variare da azienda ad azienda, a condizione che siano efficaci per il raggiungimento dell’obiettivo. Alle imprese è infatti offerta la possibilità di costruire, in modo autonomo, la propria etichettatura ambientale attraverso uno strumento di supporto, chiamato appunto e-tichetta.

È inoltre previsto il ricorso ai canali digitali (App, QR code, siti web), che potrà sostituite o integrare le informazioni riportate direttamente sull’imballaggio. Infine, un dettaglio per l’identificazione degli imballaggi in plastica; per quelli realizzati con polimeri o loro combinazione, non previsti nella Decisione 97/129/CE, si farà riferimento alle norme UNI EN ISO 1043-1.


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