Comparto gomma-plastica: fatturato in crescita, ma la congiuntura resta preoccupante

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Si è svolta il 5 giugno, presso la sala conferenze Rogers del Politecnico di Milano, l’assemblea di Federazione Gomma Plastica, appuntamento di metà mandato dell’attuale Consiglio di presidenza.

L’assemblea di Federazione Gomma Plastica ha rappresentato l’occasione per parlare dei dati del comparto, il cui fatturato 2022 è in crescita (+10%) e sfiora i 26 miliardi di euro

L’assemblea è stata l’occasione per discutere dell’andamento dei settori gomma e plastica nel contesto economico nazionale e internazionale, del recente e positivo rinnovo contrattuale di categoria e della crescita della Federazione in termini di nuovi soci e nuovi servizi.

Complessivamente il comparto formato dalle industrie della gomma e della plastica vale un fatturato di 25,9 miliardi di euro, secondo i dati 2022, che registra una crescita di oltre il 10% rispetto al 2021, quando si era attestato a 23,4 miliardi. Una crescita importante, che è stata contrassegnata da numerose difficoltà, quali l’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e della logistica, connesso allo scenario di guerra e al perdurare della pandemia. Nello specifico, le materie prime sono aumentate del 40% anno su anno, con picchi anche superiori al 100%.

Il settore della gomma ne ha risentito particolarmente: il fatturato è stimato in crescita di circa il 10%, passando quindi da 4,5 a 5 miliardi di euro, ma le marginalità sono ridotte.

Per quanto attiene al settore della plastica di prima trasformazione, nell’ultimo anno si registra un fatturato pari a 20,9 miliardi di euro, con un aumento del 10,4% rispetto al 2021, anch’esso a marginalità compressa. Gli addetti rimangono stabili, per un aggregato totale di 140 mila lavoratori delle due industrie.

Con il rinnovo del CCNL si consolidano due settori fondamentali per l’economia italiana

“L’Assemblea 2023 coincide con un momento positivo per i due settori e per la Federazione”, ha commentato Marco Do, presidente di Federazione Gomma Plastica. “Non possiamo però non sottolineare alcune difficoltà, relative all’aumento dei costi delle materie prime, dell’energia e della logistica, che hanno provocato una contrazione dei margini complessivi. Il nostro obiettivo prioritario rimane quello di essere a fianco e a supporto delle imprese dei due settori offrendo un ampio ventaglio di servizi e consulenze, che, come dimostra l’incremento della base associativa, le aziende nostre associate mostrano di apprezzare”.

Il presidente di Federazione Gomma Plastica, Marco Do

In questo contesto in chiaroscuro, il recente rinnovo del CCNL Gomma Plastica, raggiunto in tempi brevi, è, quindi, un risultato particolarmente importante e sottolinea lo sforzo e il cambio di passo delle aziende del comparto nell’equilibrare il costo del lavoro con i trattamenti retributivi.

“Nel TEC (Trattamento Economico Complessivo) abbiamo consolidato il welfare sanitario integrativo per tutti i 140 mila addetti, in modo da dare un supporto stabile alla salute dei nostri lavoratori”, prosegue Marco Do. “È un contratto che va nella direzione della sostenibilità economica e sociale, oltre a quella ambientale in cui le nostre aziende sono impegnate da tempo”.

Per quanto riguarda l’attività di Federazione Gomma Plastica, i dati danno riscontro di una crescita stabile della base associativa: se nel 2020 Federazione Gomma Plastica rappresentava circa 43000 addetti, i dati a metà 2023 parlano di una rappresentanza di quasi 47000 addetti, un aumento cioè di 4000 addetti, pari a quasi il 10% della base associativa, che corrispondono a 72 nuove aziende tra il 2021 e il primo semestre del 2023.

Stirpe (Confindustria): “I dati Istat sul lavoro dicono che la direzione è giusta”

Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali (foto: Renato Franceschin)

Nel suo intervento a chiusura della parte pubblica dell’assemblea di Federazione Gomma Plastica, Maurizio Stirpe, vicepresidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali, ha così dichiarato: “I numeri vanno letti senza ideologia, e dunque non bisogna rovinare cosa c’è di buono. E dietro la recente fotografia dell’Istat sul mondo del lavoro il buono c’è: gli occupati sono saliti di 48000 unità in un anno, il tasso di occupazione è al 61%: numero che deve essere accolto con soddisfazione e che indica che la direzione giusta. Anche il 53,2% dell’occupazione femminile, solitamente sotto al 50%, è sicuramente positivo. Non stappiamo certamente bottiglie di champagne, ma il nostro Paese ha preso una direzione non negativa e bisogna avere l’onestà di dirlo”.

“Tra i problemi reali del mondo del lavoro”, ha aggiunto il vicepresidente Stirpe rivolgendosi agli studenti presenti in sala, “c’è sicuramente il dumping salariale, ma non può riguardare certamente i contratti di Confindustria (che è quella che paga bene), mentre sono altri, con nomi “esotici”, che pagano meno. I sindacati e le associazioni devono viaggiare su uno stesso binario. Serve una visione comune da rappresentare al Governo sui temi del lavoro”. “Il salario minimo non ce lo chiede l’Europa”, ha ricordato Stirpe, “perché l’Italia ha un livello di contrattazione superiore all’80%. Il salario minimo non deve essere lasciato in mano alla politica, perché si rischia di scatenare una corsa al rialzo, ma deve essere materia demandata agli esperti, ovvero le parti sociali”. Maurizio Stirpe ha poi concluso rimarcando che: “Vi sono ben 4,5 miliardi di euro previsti nel PNRR destinati alle politiche del lavoro, ma che non riusciamo ancora a mettere a terra”.


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