La keyword di questa edizione del Congresso sarà infatti “innovazione”, declinata in tutti gli aspetti che toccano il mondo delle materie plastiche: tecnologie, materiali e processi. Parole che potrebbero costituire anch’esse l’acronimo dell’associazione TMP, organizzatrice dell’evento insieme alla rivista Plastix.
Torna anche quest’anno, puntuale come sempre, il Congresso nazionale delle materie plastiche, organizzato per il prossimo 8 novembre dall’Associazione italiana dei Tecnici delle Materie Plastiche (TMP) e dalla rivista Plastix (gruppo editoriale Tecniche Nuove).
Visto il successo della scorsa edizione, con oltre 250 partecipanti e una già ampia area espositiva, l’evento si terrà quest’anno in una location di dimensioni ancora maggiori, recentemente inaugurata all’interno del Quark Hotel di Milano e in grado di accogliere fino a 400 partecipanti.
Giocando un po’ sull’acronimo dell’associazione TMP, il Congresso di quest’anno si focalizzerà in particolare su “Tecnologie, Materiali e Processi”.
Una sorta di brand che assegna un nuovo significato alla sigla TMP e che gli organizzatori intendono mantenere anche in futuro, poiché rappresenta in pratica la sintesi di tutte le tematiche che i tecnici si possono trovare ad affrontare lavorando nell’industria trasformatrice delle materie plastiche.
Ma il titolo del Congresso, “L’innovazione nella trasformazione dei materiali polimerici”, non lascia dubbi. La parola chiave di questa ventottesima edizione sarà infatti “innovazione”: una tematica affrontata in tutte le sue sfaccettature, toccando ogni aspetto del mondo dei materiali polimerici, appunto dalle tecnologie all’utilizzo dei materiali, fino ai processi di trasformazione.
L’importanza di vincere la sfida dell’innovazione per le aziende italiane
“Così come l’energia è la base della vita stessa, e le idee la fonte dell’innovazione, così l’innovazione è la scintilla vitale di tutti i cambiamenti, i miglioramenti e il progresso umano”, dichiarava l’economista di origini tedesche Theodore Levitt (1 marzo 1925 – 28 giugno 2006), che fu anche professore alla Harvard Business School.
Purtroppo, però, secondo la classifica 2022 della Commissione europea che mappa il livello d’innovazione degli stati membri, l’Italia è solo fra i “paesi a moderato tasso d’innovazione” (fra il 70% e il 100% della media UE), insieme a: Repubblica Ceca, Estonia, Grecia, Spagna, Lituania, Malta, Portogallo e Slovenia.
Il nostro Paese si posiziona quindi solo al sedicesimo posto su 27 e non rientra nemmeno nel gruppo dei “forti innovatori” (tra il 100% e il 125% della media UE), composto da: Germania, Irlanda, Francia, Cipro, Lussemburgo e Austria. La Svezia, invece, rimane in testa e continua a guidare la squadra dei “leader dell’innovazione” (prestazioni superiori al 125% della media UE), seguita da Finlandia, Danimarca, Paesi Bassi e Belgio.
Sono diverse le motivazioni che non permettono all’imprenditoria italiana, costituita perlopiù da piccole e medie imprese, di innovare maggiormente.
Ad eccezione di un ristretto gruppo di aziende capaci anche di esportare all’estero i propri prodotti, le attività e la spesa per ricerca e sviluppo rimangono generalmente assai scarse. Rispetto alla Germania, per esempio, l’R&D e la produzione di macchinari sono molto trascurati.
Di sicuro, in Italia hanno influito le politiche di austerità relative alla spesa pubblica per il comparto tecnologico: tra il 2008 e il 2016, per esempio, gli stanziamenti pubblici per la ricerca sono diminuiti del 19%, mentre nel resto d’Europa la situazione era – ed è – ben diversa (fonte: PMF Research).
Tuttavia, la riduzione della ricerca pubblica e delle attività universitarie, ha corrisposto a un periodo di miglioramento della produzione scientifica, ad oggi in crescita.
L’impegno di ricercatori italiani indipendenti ha fatto sì che attualmente il Paese si trovi davanti a Francia e Germania per ciò che concerne l’R&D.
A causa però del declino del sistema di ricerca pubblica, il successo scientifico italiano rischia di svanire in breve tempo, per esempio a causa della “fuga di cervelli”: i ricercatori più giovani, infatti, stanno emigrando all’estero, dove le opportunità di lavoro e i fondi di ricerca sono maggiori e il merito viene meglio riconosciuto.
Il crollo delle risorse destinate alle università, unito al taglio dei fondi pubblici, ha portato, inoltre, alla riduzione delle iscrizioni nelle università italiane; un indebolimento che si ripercuote sull’istruzione in generale.
L’istruzione e la competenza dei lavoratori soffrono poi di una struttura economica in cui prevalgono tecnologie medio-basse, una modesta domanda di lavoro per i laureati, una produttività stagnante e un divario notevole in termini d’innovazione e competitività rispetto ai principali paesi europei.
Un divario simile si percepisce pure tra le regioni del nord e del sud Italia: le attività di ricerca e sviluppo si sono concentrate, infatti, nelle regioni settentrionali “più forti”, ampliando le disparità.
La strategia europea
A livello europeo si discute sugli strumenti politici da adottare in Horizon Europe, successore del programma Horizon 2020. L’idea è quella di proporre una nuova strategia basata sull’innovazioneche rifletta più ampie priorità economiche, sociali e ambientali. A livello internazionale, invece, le Accademie delle scienze dei paesi del G7 hanno redatto la dichiarazione “Nuova crescita economica: il ruolo di scienza, tecnologia, innovazione e infrastrutture”.
Inoltre, per una crescita sostenibile e inclusiva sono necessari investimenti pubblici e privati nei campi di scienza e tecnologia. In questo, i governi possono svolgere un ruolo importante e gli strumenti a loro disposizione sono: programmi di ricerca mirati, appalti e investimenti nelle infrastrutture.
Il programma del Congresso 2023
Diventare più innovativi è anche la sfida che l’industria delle materie plastiche deve vincere per rimanere al passo con i mercati internazionali, sempre più competitivi.
Esperti provenienti dal mondo dell’imprenditoria e dell’università, tecnologi e una serie di “best practice” aiuteranno i partecipanti al Congresso TMP a comprendere l’importanza dell’innovazione e ad apprendere come introdurla nella propria realtà industriale. Sul podio si alterneranno produttori di tecnologie e materie prime, ma anche end user appartenenti a tutti i livelli della filiera, per presentare le applicazioni più innovative e le soluzioni che hanno reinventato gli approcci produttivi migliorando l’efficienza in generale.
Più in dettaglio, il programma del Congresso vedrà innanzi tutto una sessione plenaria, dalle 9.30 alle 10.30. Seguiranno poi tre tavole rotonde sul tema dell’innovazione, rispettivamente nel campo delle tecnologie, dei materiali e dei processi. Le tavole rotonde saranno intervallate da diverse presentazioni tecniche, riservate alla descrizione di casi di successosegnalati dagli sponsor, e da momenti di networking che, come noto, stanno acquisendo sempre maggiore importanza tra gli operatori del settore.
Quale novità di quest’anno, nell’adiacente area espositiva, le aziende sponsor che ne faranno richiesta avranno a disposizione una nuova isola luminosa composta da un totem e da un desk, entrambi retroilluminati e personalizzabili.
Al momento, sono già quattordici le società che hanno deciso di sostenere la manifestazione (Albis, Arburg, Azzurrodigitale Machine Integration, Caldara Plast, Engel Italia, Ewikon, Ferrarini & Benelli, Haitian MM Italy, Lati, Nickerson Italia, Poliblend, RadiciGroup, Sirmax, Stratasys), ma il numero potrebbe crescere ancora nei prossimi giorni.
Riccardo Ampollini