Formare e attrarre giovani talenti verso il mondo della meccanica e dello stampaggio di materie plastiche sono diventati una vera e propria mission per AD Stampi. Non solo per gestire in modo efficace il cambiamento generazionale in azienda, ma anche per continuare a crescere e a competere su mercati sempre più complessi
di Carolina Parma
In questo periodo molte aziende, indipendentemente dalle loro dimensioni, sono alle prese con il ricambio generazionale. Sono molti, infatti, i baby boomer pronti per andare in pensione e lasciare il loro posto di lavoro alle nuove generazioni. Un passaggio che per le organizzazioni rappresenta un’importante opportunità per rinnovare e rinvigorire l’impresa con nuove competenze, nuovi approcci e nuove idee. Ma il passaggio di testimone è tutt’altro che semplice da realizzare. Ne sa qualcosa AD Stampi, azienda emiliana che da oltre 50 anni si dedica alla produzione di stampi a iniezione per diversi settori industriali e allo stampaggio di materie plastiche.
«In questo momento abbiamo alcuni dipendenti che stanno per andare in pensione e contemporaneamente abbiamo in corso l’ampliamento del reparto dedicato allo stampaggio di materie plastiche, motivi per cui siamo alla ricerca di nuovo personale da inserire in organico, ma è difficile trovare sul mercato personale qualificato e già in parte formato», spiega Matteo Demarosi (nella foto d’apertura, ndr), figlio di uno dei fondatori e responsabile delle risorse umane dell’azienda di famiglia, che oggi conta 16 dipendenti. «Anche perché la nostra sede si trova a Pianello Val Tidone, un piccolo paese a 40 chilometri da Piacenza, zona dove hanno sede anche molte aziende della logistica, tra le quali il primo deposito italiano di Amazon, realtà che sui giovani hanno molto più “appeal” rispetto a una piccola impresa come la nostra operante nel mondo degli stampi, settore che i ragazzi e le ragazze conoscono poco o per nulla».
Lunga attività di semina
Per ovviare al problema l’azienda ha così deciso di scendere in campo mettendosi in gioco in prima persona sul fronte della formazione. «Abbiamo agito su due fronti. Il primo riguardava l’entrata nelle scuole in fase di orientamento per far conoscere il nostro settore di operatività ai ragazzi, far vedere loro cosa facciamo e come lavoriamo», racconta Demarosi. «Il secondo, invece, era rappresentato dalla partecipazione a progetti specifici di alcuni istituti tecnici del nostro territorio, come è successo con il Talent Connection Day organizzato dall’Istituto Tecnico Volta di Borgonovo Val Tidone (Piacenza). Durante l’evento i ragazzi delle classi 5ª Meccanica/Meccatronica e Amministrazione, Finanza e Marketing, hanno potuto confrontarsi con alcune realtà lavorative presenti sul territorio della provincia di Piacenza».
In quella occasione il team di AD Stampi, ha messo a disposizione dei ragazzi la sua esperienza nella meccanica di precisione applicata agli stampi a iniezione e nello stampaggio di materie plastiche. «Anche in questo caso abbiamo cercato di trasmettere agli studenti l’entusiasmo che tutti i giorni mettiamo nel nostro lavoro, che è, a tutti gli effetti, fatto anche di creatività e non solo di tecnica. E i riscontri sono stati molto buoni. Molti ragazzi, sebbene residenti nel territorio, non conoscevano la nostra realtà, ma alla fine si sono mostrati interessati. Un feedback positivo che ci ha decisamente soddisfatto», prosegue Demarosi.
Risorse umane in evoluzione
Ma la sfida più grande che le PMI di stampo familiare si trovano ad affrontare oggi «è avere al loro interno un management dedicato alla gestione delle risorse umane snello e concentrato sulle nuove sfide in campo». Che non sono poche, a cominciare dall’attrarre e gestire giovani della Generazione Z con un approccio al lavoro completamente diverso da quello delle generazioni precedenti.
Secondo il ranking Best Workplaces for GenZ stilato per la prima volta da Great Place to Work Italia, le priorità della Generazione Z, quando si trova a scegliere un’azienda dove lavorare, sono prima di tutto: equilibrio tra lavoro e vita privata, sicurezza psicologica, flessibilità di orario, desiderio di lavorare in una società digitale, di avere possibilità di crescita e formazione continua, oltre a una buona autonomia lavorativa. Caratteristiche difficili da capire e da gestire soprattutto in aziende di piccole e medie dimensioni a gestione familiare.
Non a caso, secondo uno studio dell’I-AER (Institute of Applied Economic Research) che ha coinvolto 402 PMI familiari sparse in tutta Italia, il cambiamento generazionale si rivela essere un processo complesso, ricco di sfide. Le principali? La mancanza di comunicazione e di una visione strategica condivisa, che può generare conflitti e incomprensioni tra le generazioni. A questa si aggiungono le differenze di valori tra senior e junior, che riflettono le diverse esperienze e aspettative legate all’età e, infine, la difficoltà dei senior a delegare responsabilità, un ostacolo significativo alla modernizzazione e al rinnovamento aziendale.
Sì perché, se ben gestito, il passaggio tra la generazione di lavoratori in uscita e quelle giovani in entrata può essere una grande opportunità per le PMI di adattarsi alle nuove sfide del mercato e continuare a prosperare nell’era digitale, mantenendo la continuità aziendale. E non è poco. Ma il primo step resta attrarre giovani talenti.
«Trovare il modo di coinvolgere le giovani generazioni è fondamentale per il futuro di aziende come la nostra. In questa direzione credo sia anche strategico parlare un linguaggio che loro capiscono», osserva Demarosi. «Per questo stiamo cercando di entrare nel loro mondo, che è quello dei social network, per conoscerli e coinvolgerli meglio. Un mondo dove le distanze si abbattono e la comunicazione è più semplice. Al momento siamo presenti su Linkedin, ma pensiamo di aprire altri canali su Instagram e Youtube per creare contenuti ad hoc dedicati al mondo della meccanica e dello stampaggio».
Dallo stage all’assunzione
Sempre con l’intento di attrarre giovani, l’azienda ospita da anni stage curriculari in modo da completare la formazione teorica con quella pratica, per dare la possibilità ai ragazzi di acquisire più competenze possibili non solo hard ma anche soft, oggi sempre più importanti in aziende alle prese con la trasformazione digitale. «Su questo fronte siamo impegnati, oltre che con l’Istituto Tecnico Volta, anche con la Scuola Professionale Don Orione, sempre di Borgonovo Val Tidone, ma l’obiettivo è di arrivare a coinvolgere anche gli istituti tecnici di Piacenza in modo da poter accedere a un bacino più ampio di risorse», dice Demarosi.
Anche perché lo stage è uno strumento pratico per individuare i ragazzi più talentuosi da poter poi assorbire. Del resto, disegnare percorsi continui e mirati è sempre più importante per fare evolvere all’interno dell’organizzazione le competenze necessarie per mantenere un’elevata competitività, così com’è vitale far diventare la formazione un elemento integrante della cultura aziendale.
(Articolo tratto dalla rivista Plastix n. 6, settembre 2024)