In ricerca e sviluppo, il caso favorisce (solo) i ricercatori preparati

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di Giovanni Lucchetta

Come potrete leggere nella rubrica “Esplorando i polimeri” pubblicata sull’ultimo numero della rivista Plastix (n. 7, ottobre 2024), il Nylon fu scoperto per caso negli Anni Trenta dai chimici di DuPont, sotto la guida di Wallace H. Carothers, durante la ricerca di alternative artificiali alla seta. Inizialmente, il team cercava fibre elastiche e resistenti, con un alto punto di fusione. Dopo aver scartato inizialmente le poliammidi, i ricercatori si concentrarono sui poliesteri, ma senza successo.

Durante un esperimento casuale, in cui i tecnici giocavano con il materiale allungandolo notevolmente, scoprirono che una specifica forma di poliammide (la PA66, denominata in seguito Nylon) si estendeva significativamente a temperatura ambiente. Questo avveniva perché le molecole del polimero riorganizzavano i legami idrogeno, rendendo il materiale estremamente resistente.

Pasteur e la serendipità

Nel mondo della ricerca, fare scoperte fortunate e inaspettate mentre si è alla ricerca di qualcosa di completamente diverso è un fenomeno abbastanza comune ed è indicato con un termine bellissimo: serendipità. Attenzione però a non dare per scontato che chiunque possa discernere la scoperta potenziale che si cela dietro a un evento fortuito. Con ogni probabilità, il ricercatore che non possiede un’adeguata preparazione teorica lo scambierebbe per “rumore di fondo”.

Come sosteneva Pasteur, “nella scienza, il caso favorisce le menti preparate”. Benché il caso possa influenzare osservazioni specifiche, è la teoria, ovvero la percezione affinata del ricercatore, che permette di interpretarle e inserirle in un contesto significativo. Pertanto, secondo Pasteur, il principale beneficio di una mente teorica è la capacità di identificare e sfruttare le osservazioni fortuite. Senza una base di predizioni e aspettative, che solo un team di ricercatori preparati è in grado di definire, si rischia di non riconoscere l’incongruenza in un evento osservato casualmente, perdendo così opportunità di scoperte serendipiche. Pasteur riteneva che, senza una solida teoria di riferimento, frutto del patrimonio culturale di un ricercatore preparato, la pratica si riduce a mera routine dettata dall’abitudine.

Una mente aperta per collezionare opportunità

Ma come possiamo massimizzare l’opportunità di fare scoperte serendipiche?

Taleb offre qualche utile suggerimento nel suo celebre saggio “Il Cigno Nero”. I cigni neri positivi, ovvero eventi rari e imprevedibili che hanno un impatto positivo profondo, sono esemplificazioni perfette di come l’inaspettato possa spesso essere generoso.

Per massimizzare l’esposizione a tali eventi, il segreto risiede nella 1) perseveranza nella ricerca e 2) nell’apertura a nuove esperienze.

Questo implica una strategia che porti a collezionare attivamente opportunità, senza scartare a priori ciò che appare marginale o poco promettente. Infatti, le opportunità vere sono molto più scarse di quanto si possa pensare e, per coglierle, è essenziale mantenere 1) un’ampia rete e 2) una mente aperta. Condurre un’intensa attività sperimentale in laboratorio è fondamentale, ma il focus deve essere spostato dal compimento di compiti routinari all’afferrare e massimizzare queste opportunità. Lavorare in ambienti stimolanti, collaborare con le università, partecipare attivamente in organizzazioni scientifiche e conferenze internazionali, può aumentare esponenzialmente le probabilità di incontri fortuiti che potrebbero tradursi in scoperte innovative.

Il consiglio di Pasteur di non limitarsi alla ricerca di obiettivi precisi e localizzati ci ricorda che mantenere una mente aperta e flessibile è vitale. Non si tratta di cercare ogni giorno qualcosa di specifico, ma piuttosto di lasciare spazio al caso e all’imprevedibilità nel lavoro quotidiano del ricercatore. In sintesi, la ricerca avanza non solo attraverso la verifica sistematica delle ipotesi, ma anche e soprattutto attraverso l’accettazione attiva dell’inaspettato. La nostra capacità di scoprire non dipende solo dal nostro impegno nel cercare, ma anche dalla nostra prontezza a ricevere e sfruttare i cigni neri positivi quando si manifestano.


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