Il progetto Redivivus di Corepla dà nuova vita alla plastica grazie all’arte

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Rinascere con l’arte. Dare nuova vita alla plastica. E alle persone. È questo il cuore di Redivivus, il progetto promosso da COREPLA (Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi in plastica), con il patrocinio del Ministero della Giustizia, e a cura dell’associazione ManieMente.

La Sicilia è la prima tappa di un percorso che unisce sostenibilità ambientale, inclusione sociale e creatività. Un progetto pilota, attivo negli istituti penali per i minorenni e negli uffici di servizio sociale per i minorenni di Palermo, Catania, Acireale e Caltanissetta, dove il riutilizzo della plastica diventa un gesto educativo e trasformativo: i giovani coinvolti, attraverso laboratori artistici, trasformano le bottiglie in PET in opere d’arte e consapevolezza.

Un ponte tra economia circolare e dignità umana

La Sicilia ha fatto da apripista per il progetto di Corepla che unisce sostenibilità ambientale, inclusione sociale e creatività nelle carceri minorili

Redivivus, dal latino, “rinato”, è un ponte tra economia circolare e dignità umana. Un invito a credere che, anche da luoghi difficili, possano nascere bellezza, riscatto e nuove possibilità.

In un mondo spesso offuscato da ombre e difficoltà, il colore ha il potere di restituire luce, di aprire nuovi orizzonti, di raccontare possibilità. E se c’è un luogo dove questo valore assume un significato ancora più profondo, è proprio all’interno di un carcere. Qui, dove il tempo pare sospeso e il quotidiano si veste di grigio, portare una nota di colore significa molto più che abbellire uno spazio: vuol dire ridare speranza, stimolare la creatività, accendere sogni.

Attraverso otto corsi formativi attivi nei diversi istituti siciliani, Redivivus dimostra che anche ciò che è stato scartato può tornare a vivere. Con questa iniziativa Corepla mira ad avvicinare i più giovani alla tutela dell’ambiente e promuovere una maggiore attenzione alle questioni relative alla sostenibilità valorizzando, al contempo, i temi dell’inclusione e della rieducazione.

Ogni opera creata dai ragazzi, ogni oggetto decorato, diventa un gesto concreto di bellezza che rompe il silenzio dell’isolamento. È una testimonianza di rinascita. Ma anche un percorso educativo. Perché insegnare arte significa riabituare lo sguardo alla bellezza, dare strumenti per leggere il mondo con occhi nuovi. Portare nei laboratori la storia dell’arte, le vite degli artisti, i volti e le storie che abitano i quadri scelti, significa offrire ai ragazzi nuovi riferimenti, nuovi modelli, nuove possibilità di immaginarsi altrove e altrimenti. È un invito a credere che la bellezza è accessibile, e che anche loro possono farne parte.

Una scelta culturale

Il presidente di Corepla, Giovanni Cassuti

“Il riciclo non è solo una scelta tecnica, è una scelta culturale”, ha dichiarato Giovanni Cassuti, presidente di Corepla. “È credere che ciò che sembra finito possa ancora dare qualcosa. Con Redivivus vogliamo costruire un ponte tra sostenibilità ambientale e inclusione sociale. Perché la plastica può rinascere, certo, ma possono rinascere anche le persone, se diamo loro ascolto, opportunità, strumenti. Questo progetto dimostra che la bellezza, anche in luoghi difficili, può diventare motore di cambiamento e dignità collettiva”.

Il progetto pilota, presentato nella mattina di giovedì 29 maggio all’Assemblea Regionale Siciliana, coinvolge istituzioni, operatori sociali e giovani in un cammino condiviso fatto di crescita, responsabilità e speranza. Ma soprattutto, insegna il valore del lavoro comunitario: ogni laboratorio è uno spazio dove si impara a collaborare, a condividere, a costruire insieme qualcosa che prima non c’era. Le opere saranno esposte in una mostra per raccontare a tutta la cittadinanza la forza dell’inclusione e della rieducazione sociale e far comprendere la possibilità di una seconda vita, dove anche il rifiuto può rinascere in qualcosa di bello e significativo e ogni risorsa può essere valorizzata per il bene comune.

“La Sicilia”, ha concluso Cassuti, “è una terra a cui Corepla è legato da tempo, con cui dialoga, collabora, cresce. Non solo per le sfide ambientali che affronta con coraggio, ma per l’energia, la bellezza e la dignità con cui interpreta ogni progetto di cambiamento. È una terra che non si arrende. Che guarda avanti. Che sa trasformare la complessità in possibilità”.

Trasformare la fragilità in risorsa

Redivivus è un’iniziativa fortemente sostenuta dal Ministero della Giustizia, che ribadisce l’importanza del trattamento attento al preminente interesse del minore

“Redivivus è un progetto che restituisce valore non solo alla plastica, ma alle persone. Come nella cultura giapponese, dove ciò che è rotto si ripara mettendone in luce le fratture, anche qui ciò che è stato scartato trova una nuova forma, un nuovo significato. Avete unito sostenibilità ambientale e inclusione sociale in modo tangibile, offrendo ai ragazzi non solo un’opportunità educativa, ma uno spazio di dignità e riscatto. È questo il compito più alto della politica: trasformare la fragilità in risorsa e il limite in possibilità”, ha commentato Nuccio Di Paola, vicepresidente dell’Assemblea Regionale Siciliana.

“Il progetto Redivivus coniuga in modo esemplare il concetto di risocializzazione e quello di salvaguardia dell’ambiente, nell’ottica della responsabilizzazione verso le nuove generazioni. Il Ministero della Giustizia è fortemente impegnato nel favorire le attività trattamentali, che – nel caso dei minorenni – sono sempre portate avanti con uno sguardo attento al preminente interesse del minore”, ha aggiunto Cristiana Rotuno, vicecapo del Dipartimento per la giustizia minorile e di comunità.

“Seguo questi laboratori da vicino e posso dirlo con certezza: Redivivus è molto più di un progetto educativo. È un percorso di trasformazione autentica. I ragazzi arrivano chiusi, disillusi, con lo sguardo basso. Poi, piano piano, qualcosa cambia. Scoprono di poter creare, decorare, immaginare. E, attraverso l’arte, cominciano a rivedere anche loro stessi con occhi nuovi. Anche ciò che è stato scartato può tornare a vivere: la plastica, certo. Ma anche le storie. Ogni opera è un ponte verso un futuro diverso. E ogni gesto creativo è un seme di fiducia che può germogliare in dignità”, ha infine affermato Romina Scamardi, curatrice del progetto e responsabile Associazione ManieMente.


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