Il mercato italiano del PVC rallenta nel 2022

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Lo scorso 28 giugno, in occasione dell’ultimo evento online di PVC Academy, Paolo Arcelli ha presentato la consueta indagine di mercato realizzata da Plastic Consult per conto di PVC Forum Italia. Dopo l’ottima crescita registrata nel 2021, soprattutto grazie al traino dell’edilizia, nel 2022 sono state consumate in Italia 586 mila tonnellate di PVC vergine (espresse in peso di resina), tornando così sui livelli analoghi al 2020.

Si tratta quindi di una contrazione annuale di circa il 10%, in linea con quella di tutte le resine termoplastiche vergini nel loro complesso (5,35 milioni di tonnellate totali). La causa principale di tale contrazione è certamente da imputare all’aumento dei costi energetici legati al conflitto bellico in Ucraina e all’inflessione della domanda, soprattutto a partire dal settembre 2022.

Occorre però considerare che questi volumi non tengono conto dell’utilizzo di PVC riciclato, quantificabile in Italia in circa 80 mila tonnellate, al cui interno è in aumento quello da post consumo grazie anche al progetto WREP di PVC Forum Italia.

Le 586 mila tonnellate di PVC trasformate in Italia lo scorso anno sono equamente suddivise tra PVC rigido e plastificato. Il 67% del totale è rappresentato da PVC resina, mentre il rimanente 33% da compound.

Consumo di PVC per settore applicativo ed export

Tab. 1 – Suddivisione del consumo di PVC per settore applicativo (2022)

La suddivisione del consumo di PVC per settore applicativo fotografata nel 2022 riflette sostanzialmente la ripartizione registrata negli ultimi anni, come risulta dalla tabella 1.

L’edilizia, con una quota di quasi il 35% del mercato, si conferma stabilmente la principale applicazione d’impiego. Seguita dall’imballaggio che, con 65000 t corrispondenti all’11% del mercato, registra un incremento di 2000 t rispetto all’anno precedente. Leggero segno positivo anche per cartotecnica e telecomunicazioni; tiene il trasporto.

Per quanto riguarda l’export, nel PVC rigido prosegue la contrazione dei calandrati per imballaggio, rimane stazionario quello dei tubi non in pressione, in calo per quelli in pressione; stabili le esportazioni di compound. Per il PVC plastificato si registra una stabilizzazione delle quote di export in tutti i principali segmenti ma, in valore assoluto, una contrazione dei volumi.

Previsioni per il 2023

A livello generale, e quindi anche sul mercato del PVC, saranno ancora una volta fattori esterni a influenzare i trendnel 2023: da una parte, positivamente, il rientro dei costi energetici (che si stanno attestando sui livelli di giugno/luglio 2021) e, dall’altra, la contrazione dei prezzi della resina di PVC. Una serie di misure del PNRR possono inoltre impattare sulla filiera del PVC, per esempio quelle che riguardano le infrastrutture idriche (4,3 miliardi di investimenti stanziati) e fognarie (0,6 miliardi), la mobilità sostenibile e la logistica integrata (oltre 25 miliardi). Ma occorre anche considerare il contesto macroeconomico ancora sfavorevole, con l’Eurozona in recessione, il calo della domanda finale del largo consumo, conseguente all’inflazione e all’impennata dei tassi d’interesse, e l’edilizia in netto rallentamento dopo 18 mesi di “rally” (2021 e 2022), con compravendite immobiliari in calo e conseguente impatto negativo sulle ristrutturazioni.


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