Compound tecnici per la stampa 3D FFF: nuove sfide e opportunità

È ormai cosa nota come la stampa 3D stia rivoluzionando non solo il mercato del manifatturiero, ma il modo stesso di concepire e realizzare prodotti destinati all’industria. In questi ultimi anni si è potuto assistere al passaggio dalla mera realizzazione di oggetti estetici, o prototipali, a quella di parti funzionali.

Prove di stampa 3D presso il Lati3Dlab

Oggi, a farla da padrone tra le tecnologie che utilizzano polimeri, vi sono la stereolitografia da resina liquida (SLA), la stampa da sinterizzazione di polveri (SLS) e la stampa da deposizione di filamento (FFF) o, nella sua estensione per manufatti di grandi dimensioni, la stampa diretta da granulo (FGF/LFAM).

La FFF (Fused Filament Fabrication) è la sola che, sebbene sconti una finitura superficiale non ottimale e un’anisotropia legata alla deposizione (che si ripercuote negativamente soprattutto sul comportamento meccanico), sia in grado di consentire due interessanti vantaggi: dei costi più contenuti e una possibilità di scelta molto più ampia dei materiali.

Lati3Dlab è il laboratorio R&D di Lati nato proprio con lo scopo di studiare e sviluppare compound termoplastici specifici per la stampa 3D da filamento o da granulo. Questa divisione ha preso in esame tutte le esigenze richieste per la FFF al fine di sviluppare formulazioni ad hoc.

Adesione tra gli strati (layer) e al piano di stampa, bassi ritiri e deformazioni, estrudibilità in un filamento che possa conservare una buona flessibilità: ecco alcuni dei requisiti, inesistenti nel processo di stampaggio a iniezione, che gli ingegneri di Lati3Dlab hanno dovuto considerare per arrivare a ottenere materiali con proprietà funzionali espressamente impiegabili con la tecnologia FFF.

Nuovi compound conduttivi per la tecnologia FFF

Un tecnico del Lati3Dlab mostra agli studenti in visita il processo di produzione con la tecnologia FFF

La gamma dei materiali “AM” (esplorabile su www.lati3dlab.com) è in continua espansione e conta oggi più di ottanta diversi compound tecnici, sviluppati su tutti i principali termoplastici impiegabili per FFF ed FGF, dal PLA fino ai polimeri ingegneristici e ai superpolimeri.

Emblematici in tal senso sono gli ultimi nati dai laboratori del Lati3Dlab, ossia compound per filamenti termicamente conduttivi, segmento dove Lati vanta una varietà di gradi per stampaggio a iniezione tra le più ampie al mondo. Come è noto, le proprietà di conducibilità termica sono direttamente proporzionali alla percentuale di carica introdotta (grafite o polveri ceramiche) e ciò mal si sposa con la necessità di avere un compound sufficientemente flessibile da consentirne la trasformazione in un filamento per FFF.

Dopo oltre tre anni di messa a punto, i primi Laticonther AM di Lati3Dlab hanno visto la luce, suscitando l’interesse del mercato e di diverse realtà accademiche, come il Politecnico di Milano. In collaborazione con la prestigiosa università milanese si sono effettuati i primi test su dissipatori termici stampati 3D, culminati in una recente pubblicazione scientifica apparsa sulla rivista Polymers.

I risultati di tali studi saranno alla base dell’intervento di Luca Posca, direttore assistenza tecnica e marketing di Lati, in occasione del Congresso nazionale delle materie plastiche del prossimo 21 novembre, organizzato presso l’NH Hotel di Milanofiori (Assago) dall’associazione TMP e dalla rivista Plastix.


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