Workshop strategico a Torino sul futuro dell’automotive

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Il Piano di Transizione 5.0 rappresenta una grande opportunità per le imprese piemontesi, che però non è scevra di rischi per chi non gestirà in modo proattivo il cambiamento. Il ripensamento degli assetti del settore automotive, anche se catalizza l’attenzione del territorio piemontese, rappresenta solo uno degli aspetti di questa transizione, che, per essere ben affrontata dalle imprese, richiede investimenti significativi.

Il tessuto produttivo piemontese, che rappresenta uno dei motori dell’economia italiana, ha una struttura dove la polverizzazione imprenditoriale non ha valori dissimili da quelli nazionali. Secondo un’elaborazione della società Iniziativa sui dati di Unioncamere delle Camere di Commercio sulle aziende in Piemonte e dei bilanci delle società italiane, a fronte di 423811 imprese censite, le società di capitali sono solo il 20,9% e, di queste, sono 19089 quelle che hanno registrato un fatturato superiore a 750 mila euro per almeno un anno negli ultimi dieci. Le imprese che nello scenario globale hanno un minimo di rilevanza, cioè quelle con un fatturato superiore a 5 milioni, sono 5306. Di queste, 3146 superano i 10 milioni, 1593 i 25 milioni, 953 i 50 milioni e solo 186 i 250 milioni di fatturato.

In questo scenario serve una nuova politica industriale che, partendo dai settori di specializzazione dell’economia regionale, supporti adeguatamente la transizione per continuare a generare progresso, sviluppo sostenibile e benessere sociale per le comunità piemontesi. Tale politica deve proporsi di coltivare i talenti del territorio e basarsi sull’integrazione degli strumenti di finanza pubblica, incluse le agevolazioni alle imprese, e di quelli di finanza privata, rispetto a cui è necessario favorire una maggiore apertura delle imprese, ancora oggi a stretta base societaria e spesso con logiche di gestione familiari.

Un momento del workshop dell’8 aprile. In foto, da sinistra: il moderatore Paolo Bricco (Il Sole 24 Ore), Gianmarco Giorda, Michele Vietti, Marco Montermini, Gianluca Vignale e Ivo Allegro

Queste sono alcune delle conclusioni del workshop “Il futuro non sarà più quello di una volta” organizzato l’8 aprile da Iniziativa a Torino nell’ambito del progetto supportato dalla Commissione Europea SURE 5.0 – volto a supportare la transizione 5.0 nelle filiere automotive, trasporti, mobilità, aeronautica e difesa, elettronica – che ha visto la partecipazione di Finpiemonte, Regione Piemonte, Unicredit, Anfia e Comune di Torino.

Oltre ai professionisti di Iniziativa Ivo Allegro (CEO), Marco Messina (partner) e Marco Volontà (associato dell’ufficio di Torino), all’evento hanno partecipato come relatori: Chiara Foglietta (assessora all’innovazione e alla digitalizzazione del Comune di Torino), Christian Baio (Spin360), Antonio Epifani (esperto ESG per la Regione Nord Ovest di Unicredit), Michele Vietti (presidente di FinPiemonte), Gianmarco Giorda (direttore generale di Anfia), Marco Montermini (responsabile corporate Nord Ovest di Unicredit), Gianluca Vignale (capo di gabinetto della presidenza della Regione Piemonte).

Definire un piano di transizione per la filiera industriale dell’automotive

Il workshop ha certificato come il tradizionale posizionamento di molte delle imprese piemontesi, basato sul “bello e ben fatto” deve virare su un paradigma più evoluto basato su “automazione, creatività, tecnologia”, che genera vantaggi di performance evidenti ed è ancora superiore nelle imprese che puntano su innovazione originale e proprietaria mediante ricerca e sviluppo (R&D).

A questo si possono affiancare strategie di crescita per linee esterne, volte ad acquisire massa critica attraverso acquisizioni mirate e strategie d’investimento in logica 5.0, anche supportate dagli strumenti agevolativi dispiegati a livello governativo. Tutto ciò è stato illustrato da Marco Messina sulla “cassetta degli attrezzi”, in riferimento alla quale ha anche illustrato la terza transizione, “quella finanziaria”, indotta dalle nuove regole EBA e dalle norme sugli adeguati assetti organizzativi che influenzano le modalità con cui le banche concedono il credito.

Gianmarco Giorda, direttore generale di Anfia

L’intervento di Christian Baio si è invece concentrato sulle nuove competenze che la trasformazione in atto, nello specifico quella dell’evoluzione verso la mobilità elettrica, richiede e che devono orientare i percorsi di formazione iniziale e continua dei prossimi anni.

“A partire dalla sigla dell’accordo Anfia-Mimit dello scorso ottobre, la nostra associazione ha assunto il ruolo di interlocutore identificato dal Governo per la definizione di un piano di transizione della filiera industriale, mirato ad accompagnare e supportare le imprese nei processi di digitalizzazione e decarbonizzazione di prodotti e processi”, ha dichiarato il direttore generale di Anfia, Gianmarco Giorda. “Il lavoro che abbiamo svolto in questi mesi nell’ambito del Tavolo Sviluppo Automotive si è quindi concentrato su tutti i fattori che incidono sulla competitività del nostro comparto industriale – mercato e produzione; efficientamento produttivo; ricerca e sviluppo; formazione e occupazione; transizione della componentistica – andando a individuare per ciascuno obiettivi realizzabili attraverso l’implementazione di misure ad hoc, come l’incremento dei volumi produttivi di autoveicoli sul territorio e il mantenimento e lo sviluppo delle competenze nazionali in termini di progettazione e ricerca e sviluppo”.

Supporto alle imprese, rinnovabili, efficientamento energetico e R&D

Proseguendo con il workshop, Michele Vietti di FinPiemonte ha poi messo in luce il ruolo della finanziaria regionale, che sta diventando un crocevia tra finanza pubblica e finanza privata, con un’attività di indirizzo degli investimenti del settore privato in alcuni ambiti, come le rinnovabili, l’efficientamento energetico, l’R&D, che sono cruciali per il futuro e dove gli strumenti finanziari dispiegati hanno spesso anche un valore anticiclico.

La convergenza tra finanza pubblica e finanza privata è una delle leve per mobilitare le risorse necessarie per far fronte agli investimenti per la transizione 5.0 delle imprese piemontesi dell’automotive (foto: Sabic)

Gianluca Vignale ha evidenziato come la Regione Piemonte stia dispiegando in questi anni un’azione di politica industriale che mira ad attrarre investimenti sul territorio, ma anche a favorire la competitività delle imprese sul territorio, ad esempio nell’ambito delle concessioni per l’idroelettrico, al fine di incidere sui costi energetici delle imprese. L’orientamento della Regione, pur nei vincoli imposti dalla stringente normativa UE sugli aiuti di stato, è dispiegare le risorse dell’FESR e dell’FSC per supportare la transizione 5.0 delle imprese piemontesi dell’automotive, anche catalizzando opportunamente gli strumenti nazionali.

“Le imprese del Nord Ovest”, ha dichiarato Marco Montermini, responsabile Corporate Nord Ovest di UniCredit, “hanno la necessità di implementare e portare a termine la transizione sia digitale che energetica, allo scopo di competere sui mercati e di innescare virtuosi processi di crescita sui territori. Come UniCredit, forniamo costantemente il nostro supporto alle imprese, sia in termini di finanziamenti (circa un terzo delle nostre esposizioni sono di carattere ESG) che di consulenza. Il nostro impegno nei confronti delle comunità, delle nostre persone e del pianeta è per noi un obiettivo fondamentale, al punto che abbiamo integrato i principi ESG in tutto ciò che facciamo, e rappresenta uno dei cinque imperativi strategici della nostra strategia a lungo termine”. “La mattinata di confronto ha consentito di fare chiarezza su un tema, quello della transizione 5.0, su cui si sta facendo un po’ di confusione”, ha concluso il CEO di Iniziativa, Ivo Allegro. “Molto spesso in questo contesto le imprese tendono a rimandare gli investimenti, ma questa transizione basata su sostenibilità, digitalizzazione e anche cambiamento nel modo di gestire le leve finanziarie, con un nuovo rapporto tra banca e impresa, non ammette dubbi e ritardi. Il rischio è un rilevante spiazzamento competitivo. Per questo, come Iniziativa, non solo ci adoperiamo in momenti di confronto e divulgazione come questo, ma abbiamo dispiegato una serie di servizi che, partendo dall’utilizzo a valore aggiunto delle agevolazioni disponibili, permettono alle imprese di trasformare effettivamente la transizione 5.0 in un’opportunità per alimentare il vantaggio competitivo e l’innovazione”.


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