di Roberto Carminati
Nel quadro di uno scenario geopolitico incerto, l’edizione 2025 del World Manufacturing Forum di Milano ha dato conferma di come le attività del manifatturiero posseggano invece «la forza di unire». Lo ha detto aprendo i lavori della prima giornata, il 13 novembre scorso, il presidente della World Manufacturing Foundation Diego Andreis, sottolineando «il valore strategico delle iniziative» che mettono l’uno accanto all’altro gli attori della «comunità internazionale» del comparto.
Né casuale è stata la scelta del capoluogo lombardo come teatro dell’evento. «L’Italia e la Lombardia», ha ricordato Diego Andreis, «restano un motore industriale fondamentale, ma nessun sistema produttivo può affrontare da solo le sfide attuali. Servono una visione, cooperazione e scelte industriali chiare per poter colmare il divario con le grandi potenze e dare vita a una crescita sostenibile e inclusiva».
Una piattaforma attrattiva

Allo scopo «la piattaforma WMF diventa ancora più essenziale» anche nell’opinione del presidente di Confindustria Lombardia, Giuseppe Pasini, che ha iniziato con il lodare giustamente la «flessibilità e capacità di adattamento» del tessuto imprenditoriale regionale. E al tempo stesso non ha potuto fare a meno di evidenziare che «in un contesto globale caratterizzato da cambiamenti epocali, l’incertezza è il nemico numero uno di chi fa impresa».
Di qui sorge «l’esigenza di far tornare l’industria manifatturiera al centrodelle politiche nazionali e soprattutto europee» poiché proprio «il contesto europeo» è il fattore che più preoccupa, anziché essere «un punto di forza».
Pasini ha quindi espresso un condivisibile auspicio: «In una fase storica che vede l’industria europea minacciata da ideologie e scelte errate, serve sensibilizzare e riaffermare la centralità dell’industria manifatturiera, cuore pulsante dell’economia lombarda, italiana e continentale e unico settore in grado di generare ricchezza e benessere duraturi per la collettività. Per questo motivo WMF acquisisce un ruolo fondamentale», ha detto, «anche nell’ottica dell’attrazione di investimenti nei nostri territori, attività da costruire in sinergia con le istituzioni regionali e il sistema produttivo».
Il dato è la prima pietra
Il parterre degli ospiti illustri della giornata inaugurale del forum, svoltosi a Palazzo Lombardia, ha accolto anche il presidente e l’assessore all’Università, Ricerca, Innovazione della regione e cioè, nell’ordine, Attilio Fontana e Alessandro Fermi.
Il programma si è dipanato fra sessioni speciali e keynote speech focalizzati sulle tecnologie abilitanti e le sfide future e quattro panel tematici che hanno coinvolto esperti internazionali. Il loro obiettivo era quello di definire «le roadmap necessarie per una manifattura più resiliente e sostenibile». Un forte accento è stato posto «sulla scalabilità nella trasformazione digitale, una visione approfondita delle tecnologie chiave, i percorsi verso le opportunità future».
Le pietre miliari sul cammino sono le informazioni e a ribadirlo è stato Marco Taisch, presidente del Comitato scientifico della Fondazione WMF e docente del Politecnico di Milano. «In un quadro sempre più complesso, tra dazi, nuove potenze industriali e filiere globali in trasformazione, l’Europa e l’Italia», ha affermato Taisch, «devono puntare sui loro fondamentali: innovare i prodotti rendendoli intelligenti e sostenibili, ridisegnare le organizzazioni per rispondere al tutto e subito e utilizzare realmente le tecnologie digitali, non solo l’intelligenza artificiale. Il nuovo paradigma industriale si fonda sulla capacità di analizzare i dati per prendere decisioni basate sui numeri: dopo lavoro, materie prime e impianti, i dati diventano così il quarto fattore produttivo».



