Una recente indagine su un campione d’imprese italiane ha permesso di evidenziare come la manifattura additiva e gli operatori che la propongono in un’ottica di service stiano crescendo e abbiano dinanzi a sé ottime prospettive di sviluppo. Protagoniste restano però le materie plastiche.
Elmec 3D, business unit di Elmec Informatica con sede a Brunello (Varese), ha di recente presentato i risultati di un sondaggio condotto attraverso un questionario mirato a un campione di imprese sul territorio italiano. Tema della ricerca: la manifattura additiva e i servizi esterni che, per conto delle aziende, si fanno carico di questo tipo di lavorazioni.
A loro viene richiesto in primo luogo di garantire la massima qualità delle parti stampate (9,7 punti su una scala da uno a dieci) e poi di riuscire a proporre all’occorrenza soluzioni tecniche innovative (9,3). Apprezzata è risultata tuttavia anche la tempestività delle risposte (8,8).
Se è poi vero che il 50% degli interpellati ha ammesso di avere utilizzato la stampa 3D “solo poche volte” nel corso del 2023, altrettanto degno di nota è che quasi un quarto del campione (23,1%) vi ha fatto ricorso almeno una volta al mese. Un altro 23,1% se n’è invece servito fra le due e le quattro volte, sempre su base mensile. Fra gli utilizzatori della tecnologia, alcuni dispongono anche di una stampante 3D in-house (il 48%), spesso utilizzata per realizzare piccoli prototipi internamente, mentre il resto delle aziende intervistate ne usufruisce solo tramite servizio esterno.
Infatti, il 53,3% dei rispondenti apprezza in sede di prototipazione il contributo che l’additive manufacturing offre in termini di riduzione dei tempi e dei costi operativi.
Più efficienza, più assortimento
Permane uno zoccolo duro di utenti (52%) che predilige affidarsi a servizi esterni ad hoc, appunto. Non meno importante è che il 17,8% dei produttori sia riuscito ad ampliare il suo portfolio grazie al 3D printing… e qui il merito è da attribuirsi alla possibilità di produrre on demand in piccolissime serie. Mentre l’11,1% ha assistito con soddisfazione all’accorciamento della supply chain. Un’identica percentuale di risposte è stata attribuita all’opportunità di risparmiare sulle materie prime.
Nel complesso, secondo Elmec 3D, oggi solamente il 27% delle realtà produttive può dirsi un habitué dei processi additivi, ma il dato positivo e incoraggiante viene da quel 73% di partecipanti intenzionate a incrementarne l’impiego in un prossimo futuro. Infine, si dovrà lavorare sulla cultura e la sensibilizzazione del pubblico.
«Oltre la metà degli intervistati (65,4%), seppur abituati a sfruttare i benefici della stampa 3D di materie plastiche, non ha mai utilizzato la tecnologia metal binder jetting per la produzione di parti in metallo. Mentre il 26,9% del campione ha dichiarato di conoscerla, di averla utilizzata e di apprezzarne i vantaggi, soltanto il 7,7% non ritiene questo sistema produttivo utile a soddisfare i bisogni della sua azienda», ha reso noto la stessa Elmec 3D.
Roberto Carminati