Reboot di Dalbello, la rinascita dello sci

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I nuovi modelli junior Green Gaia e Green Menace sono realizzati con materie plastiche da riciclo post industriale closed loop

Un buon prodotto di design si riconosce dal nome: a volte nasce insieme al concept, a volte sintetizza i risultati raggiunti a conclusione di un percorso di ricerca e sviluppo. Reboot, il nuovo progetto imprenditoriale di Dalbello, è imperniato sul tema del riciclo applicato alla produzione di scarponi da sci, nella quale l’azienda è specializzata dal 1974: il focus sui materiali rigenerati è dichiarato nel prefisso “Re”, mentre “boot” è il vocabolo inglese per scarpone. Ma il termine evoca anche il riavvio del computer dopo la risoluzione di un problema o l’installazione degli aggiornamenti. Nel linguaggio informale, reboot è la nuova versione di un film, una serie, un videogioco… in cui personaggi e vicende sono riletti, arricchiti, rinnovati: proprio ciò che accade nell’economia circolare pienamente realizzata. Per la stagione 2022-23 Dalbello propone le nuove gamme di scarponi da sci per ragazze e ragazzi Green Gaia e Green Menace, articolati in quattro modelli ciascuna e dedicati a giovani di età e livelli diversi. Green, in altre parole realizzati per il 90% con materiali riciclati (il rimanente 10% è costituito da colle e composti chimici essenziali nella lavorazione delle materie prime seconde) e completamente riciclabili a fine vita.

Gaia e Menace

«Nei nuovi modelli Green Gaia e Green Menace le materie plastiche che utilizziamo sono ricavate interamente da riciclo post industriale» spiega Stefano Prosdocimo, responsabile Dipartimento R&S e Project Manager di Reboot presso Dalbello.

«La parte interna è realizzata con un agglomerato di schiuma TPU, formulato appositamente per questa applicazione da un nostro fornitore, recuperato dagli sfridi della lavorazione di materassi, rimacinato ed estruso in lastra. L’effetto granulato del materiale riciclato resta piacevolmente a vista. Da questa lastra i nostri tecnici ritagliano le parti della tomaia che vengono accoppiate a caldo o incollate al tessuto di poliestere, anch’esso riciclato, e quindi cucite a confezionare la scarpetta, con collarino in EVA rigenerato. L’elasticità dei materiali riciclati richiede geometrie un po’ diverse rispetto a quelle dei materiali vergini, ma il redesign è necessario ogni qualvolta si utilizza un nuovo materiale, che ovviamente presenta una deformazione specifica, e le modifiche sono gestite in modo agile con modelli CAD».

Stefano Prosdocimo

Scafo e gambetto sono realizzati con materiali poliolefinici ottenuti dagli scarti di lavorazione degli scarponi da sci. «Raccogliamo le materozze seguendo una selezione rigorosa per materiale, le maciniamo e le riutilizziamo per stampare i nuovi componenti degli scarponi Green: i polimeri hanno un profilo prestazionale molto buono, al 100% idoneo all’impiego» precisa Stefano Prosdocimo.

La separazione accurata dei polimeri garantisce il mantenimento delle proprietà meccaniche ed estetiche, che possono rivivere in nuovi scarponi. Anche i componenti metallici, come le leve di alluminio, sono di natura green. Oltre ad averli certificati per la riciclabilità, i fornitori li realizzano con un rivestimento a polvere a bassa temperatura, che riduce del 35% il fabbisogno energetico del processo, e un metodo di lucidatura completamente privo di sostanze chimiche.

«La scelta di proporre scarponi con materiali riciclati per sciatori junior è innanzitutto un messaggio: sono le bambine e i bambini di oggi che vedranno il risultato delle nostre azioni» continua Stefano Prosdocimo. «Inoltre, se uno sciatore adulto può utilizzare i nostri scarponi anche per dieci anni, la vita utile di un modello per i più giovani è molto più breve – al massimo un anno – perciò è particolarmente importante adottare per questa tipologia di prodotto una strategia di riciclo. Non ultimo, i materiali riciclati sono purtroppo più di costosi rispetto alle materie prime vergini, ma utilizzando scarti di lavorazione interni riusciamo ridurre questo gap e l’impiego in modelli da bambini permette di ottimizzare ulteriormente il rapporto tra costo e prestazione».

Voglia di riciclo

«Siamo consapevoli delle nostre responsabilità per quanto riguarda la conservazione delle risorse e la sostenibilità» sottolinea Jonathan Wiant, President Marker Dalbello Völkl Sports. «Anche prima del 2022, in Dalbello quasi il 20% di un nuovo scarpone da sci era generalmente prodotto con materiale di recupero». L’idea di realizzare scarponi con gli scarti industriali interni è nata dalla gestione intelligente che caratterizza quest’azienda, fondata nel 1974 da Alessandro Dalbello e acquisita da Marker Völkl Group nel 2015. La sede di produzione è tuttora a Casella d’Asolo (Treviso) e il team di ricerca e sviluppo lavora fisicamente fianco a fianco con il reparto di stampaggio: una vicinanza che aguzza l’ingegno. Dunque, perché non tentare di portare la quota di riciclato al 100%?

«I nostri tecnici avevano cominciato a eseguire delle prove di fattibilità con i materiali di riciclo anticipando la decisione aziendale di dedicarsi a una produzione più sostenibile. E l’entusiasmo è stato subito condiviso dai nostri fornitori, che si sono attivati fornendo soluzioni innovative» spiega Stefano Prosdocimo. «L’intera filiera produttiva ha collaborato intensamente e rapidamente allo sviluppo di una supply chain sostenibile, matura anche a livello internazionale, come dimostra il progetto LIFE Reskiboot al quale Reboot si ricollega».

I tessuti e le imbottiture delle scarpette interne sono realizzati al 100% con materiali rigenerati certificati: schiume di TPU da scarti ritriturati per le tomaie, EVA riciclato e poliestere riciclato per il collarino. Foto Dalbello

Lunga vita agli scarponi

Cofinanziato dalla Commissione Europea, LIFE Reskiboot mira alla costruzione di un modello di economia circolare della materia plastica applicato all’intero ciclo di vita del prodotto: gli scarponi da sci. Il progetto coinvolge, accanto a Dalbello, Grifone (Bulgaria), EPSI (Belgio), Plastic Sort, Rent a Sport Italia, Studio Fieschi e soci, Università di Bologna (DICAM). Nell’arco temporale del progetto (1° settembre 2020 – 29 febbraio 2024) saranno sviluppati, prodotti e proposti al mercato scarponi da sci nuovi di alta qualità a costi concorrenziali, impiegando il 90% di materiali riciclati. Mille paia di questi scarponi saranno realizzati da Dalbello e provati dagli sciatori, che ne verificheranno il comfort e le prestazioni tecniche. «Abbiamo recuperato un piccolo lotto dei nostri scarponi da noleggio, li abbiamo separati nei vari componenti e macinati, e siamo riusciti a rigenerare il poliuretano con cui produrre gli scafi e i gambetti. Le performance dei componenti sono quasi equivalenti a quelle fornite dalle stesse parti realizzate con poliuretano vergine» spiega Stefano Prosdocimo. «Il materiale riciclato è stato stampato a iniezione fino a cinque volte prima di mostrare un decadimento delle prestazioni. Lavoriamo polimeri di alta qualità: stabilizzati agli UV, che quindi possono essere riutilizzati per molto tempo tollerando la duplice esposizione alla luce solare e al riflesso sulla neve e, soprattutto, senza richiedere l’aggiunta di additivi o altre sostanze».

Al momento sono state testate le prestazioni di un singolo modello di scarpone, ma nella seconda fase del progetto, sempre in collaborazione con l’Università di Bologna, che effettua tutti i test sui materiali, lo studio verrà esteso a più modelli diversi per capire se sarà necessario ottimizzare la formulazione con nuovi additivi.

«LIFE Reskiboot è stata la prima fase per Dalbello, ora stiamo estendendo la nostra già ampia visione strategica e ambientale del marchio, creando gli scarponi da sci più sostenibili in questo settore fino a oggi» conclude Jonathan Wiant. I risultati non si fanno attendere. Le gamme Green, presentate al mondo retail nelle prime campionature (la produzione è partita a fine marzo 2022), hanno già ottenuto un ottimo riscontro in America settentrionale, registrando un forte aumento di richiesta rispetto al modello tradizionale.


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