Recentemente pubblicata sulla rivista Plastix, viene riportata qui di seguito la riflessione del suo direttore tecnico, Giovanni Lucchetta, riguardante la recente riduzione del numero di studenti iscritti a facoltà universitarie e istituti tecnici dedicati allo studio dei materiali polimerici
“Voglio dirti una parola, solo una parola – Sì, signore – Mi ascolti? Plastica – Non credo di aver capito – L’avvenire del mondo è nella plastica, pensaci! Ci penserai?” Lo suggeriva l’amico di famiglia al giovane Dustin Hoffman nel film “Il Laureato” del 1967. Cinquantasette anni dopo, la percezione dell’opinione pubblica è radicalmente cambiata. Negli Stati Uniti, i principali corsi di laurea in ingegneria delle materie plastiche registrano una notevole e recente riduzione del numero di studenti iscritti a causa della crescente avversione dell’opinione pubblica americana verso la plastica.
Questa situazione solleva una questione importante e attuale: possiamo aspettarci una tendenza simile anche in Italia, dove spesso le dinamiche sociali e culturali americane trovano riscontro?
In Italia, la situazione è ulteriormente complicata dal calo demografico, che riduce il numero potenziale di studenti a disposizione di tutte le facoltà, non solo quelle ingegneristiche. La combinazione di questi due fattori potrebbe portare a una diminuzione degli iscritti agli indirizzi di ingegneria chimica, ingegneria dei materiali e ingegneria meccanica dedicati alle materie plastiche, con conseguenze significative sia per l’industria che per la ricerca in questo settore.
Tuttavia, piuttosto che vedere questa tendenza come una minaccia, dovremmo considerarla come un’opportunità per rinnovare e adattare i piani di studio, integrando corsi su economia circolare, sostenibilità e tecnologie avanzate per il riciclo e la riduzione dell’impatto ambientale delle plastiche.
Una fase di profonda trasformazione
Quando i giovani si trovano a scegliere tra percorsi universitari alternativi, non si lasciano guidare unicamente dalle proprie inclinazioni e passioni, ma ponderano anche quali studi possano offrire loro un solido vantaggio competitivo nel mercato del lavoro futuro. In un mondo in rapida evoluzione, la capacità di anticipare le esigenze future della società e di sviluppare competenze in aree sempre più ricercate diventa cruciale. Questo è particolarmente vero per il settore dell’ingegneria delle materie plastiche, che sta attraversando una fase di profonda trasformazione sotto la spinta di una maggiore consapevolezza ambientale e della necessità di sostenibilità.
Il futuro delle materie plastiche sarà inevitabilmente legato alla capacità dell’industria di reinventarsi, promuovendo lo sviluppo di nuovi materiali più sostenibili e tecnologie di riciclo all’avanguardia. Affrontare tali sfide richiederà professionisti dotati non solo di solide competenze ingegneristiche, ma anche di una profonda comprensione dei principi dell’economia circolare, della gestione ambientale e delle politiche di sostenibilità. I giovani che si affacciano oggi al mondo del lavoro dovranno essere preparati a operare in un contesto in cui l’innovazione tecnologica e la sostenibilità ambientale vanno di pari passo. La capacità di comunicare efficacemente al pubblico e agli stakeholder l’importanza e i benefici di un nuovo approccio sostenibile alla plastica sarà fondamentale, così come lo sarà la capacità di navigare in un panorama legislativo e normativo in continua evoluzione.
Lavorare insieme per migliorare l’immagine della plastica
In questo contesto, le università hanno il compito di adattare i propri programmi formativi per fornire agli studenti non solo le competenze tecniche necessarie, ma anche una visione ampia e globale delle sfide ambientali contemporanee. Ciò implica un’istruzione che va oltre la tradizionale formazione ingegneristica, integrando moduli su etica ambientale, politiche pubbliche, gestione del ciclo di vita dei prodotti e comunicazione.
Preparare i futuri professionisti a contribuire attivamente alla transizione verso un’industria delle materie plastiche più sostenibile e responsabile è un imperativo che le istituzioni educative e le aziende devono affrontare insieme, per assicurare che i giovani di oggi siano pronti a diventare i leader innovativi di domani. Infine, è essenziale che le università e l’industria delle materie plastiche lavorino insieme per migliorare l’immagine della plastica, evidenziando il ruolo cruciale che materiali innovativi e sostenibili possono giocare nella risoluzione di problemi globali, come ad esempio il cambiamento climatico e i crescenti costi sanitari connessi al progressivo invecchiamento della popolazione.
Attraverso queste azioni, possiamo non solo invertire la tendenza alla riduzione delle iscrizioni, ma anche contribuire a formare la prossima generazione di ingegneri delle materie plastiche, pronti a guidare la transizione verso un futuro più sostenibile.
Giovanni Lucchetta, Università di Padova