Mercato, sovraccapacità e fake news sulla plastica al PET Day 2024

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Lo scorso 3 ottobre il team della società organizzatrice Global Service International (GSI) ha accolto top manager e buyer, esperti del settore ed economisti per il 22° PET Day, svoltosi come di consueto presso la storica Villa Medicea di Artimino, vicino a Firenze.

Ha aperto la giornata Francesco Zanchi, fondatore e CEO di GSI, presentando le “new entry” del suo staff internazionale e illustrando i più recenti progressi della propria azienda, presente sul mercato da oltre trent’anni e riconosciuta come partner affidabile nel mondo di materie prime, poliesteri e poliolefine.

Paul Hodges (New Normal Consulting) ha discusso delle sfide poste ai mercati dal cambiamento demografico

Gli interventi degli esperti sono iniziati subito in modo stimolante grazie a Paul Hodges (New Normal Consulting), il quale ha spiegato le implicazioni critiche dell’invecchiamento della popolazione globale, che tende a frenare un nuovo ciclo di forte sviluppo economico come quelli di qualche decennio fa. Tale cambiamento demografico pone sfide significative alle economie mondiali e anche al settore del PET.

Tutti i mercati cambieranno notevolmente nei prossimi anni, per esempio grazie all’evoluzione dell’e-mobility: in Cina il 50% delle auto è già elettrico. Nel settore chimico, invece, si osservano svariati nuovi investimenti che stanno creando una sovraccapacità ancora maggiore nel settore dei polimeri. Il petrolio e i petrolchimici ne soffriranno: entro il 2030, le raffinerie potrebbero ridurre del 30% la loro capacità produttiva, chiudendo anche impianti. Secondo Hodges, è quindi necessario reinventarsi per avere nuove opportunità di crescita: orientarsi maggiormente verso i servizi e offrire soluzioni più che “prodotti”, soprattutto in settori come: mobilità, gestione idrica, alimentare, salute, difesa e rinnovabili/conservazione delle risorse.

Situazione di mercato: il peggio è passato?

Nel proprio intervento, Hemant Sharma (Reliance, India) ha illustrato la grande volatilità che l’industria deve affrontare e a cui deve adattarsi, insieme alle tensioni geopolitiche, all’aumento dei costi di trasporto, a inflazione e tassi d’interesse. Sharma spera però che il peggio sia passato (vi sono alcuni segnali che lo indicano) e prevede inoltre che il prezzo del petrolio scenda nel 2025.

L’intervento di Hemant Sharma (Reliance) si è focalizzato sull’attuale situazione del mercato globale del PET e sull’aumento della capacità produttiva a livello mondiale

I produttori di poliestere stanno soffrendo e il prossimo anno sarà ancora più impegnativo, considerando l’aumento della capacità produttiva a livello mondiale. Basta guardare al PTA (acido tereftalico purificato, materia di base per il PET), il cui aumento della produzione tra il 2020 e il 2024 è stato il doppio rispetto all’aumento della domanda. È necessario lavorare sul riciclo dei polimeri e Reliance è fortemente impegnata in questo ambito, soprattutto in India.

Ha quindi preso la parola Philippe De Baere (Van Bael & Bellis, Belgio), il quale ha spiegato come oggi le politiche commerciali dell’UE siano sempre più legate al Green Deal. In ogni caso, le misure di difesa commerciale dell’UE, dopo aver colpito il PET cinese, rischiano di rivolgersi ora verso il PET d’origine vietnamita, il cui import è fortemente aumentato, com’era inevitabile. C’è la possibilità che l’Unione Europea utilizzi lo strumento dell’antielusione (anti-circumvention) per implementare nuove misure di protezione, di solito un’arma più dura rispetto al consueto anti-dumping.

Sovraccapacità globale, riciclo europeo e future cinesi sul PET

Philippe De Baere, managing partner di Van Bael & Bellis

Il CEO di GSI, Francesco Zanchi, ha iniziato la sua relazione descrivendo la sovraccapacità produttiva presente in Cina per tutti i materiali legati al poliestere. “Il punto è che, a livello mondiale, la domanda di PET nel 2025 diminuirà (circa 30 milioni di tonnellate), ma la capacità continuerà ad aumentare (44 milioni di t)”, ha dichiarato Zanchi. “Nella sola Cina, il surplus di PET è quasi raddoppiato dal 2023 al 2024 (da 5 a 9 milioni di t) e continuerà a crescere. È quindi importante osservare cosa accade in quel paese, poiché la Cina detiene il 48% della capacità mondiale e il 75% del commercio globale di poliestere”.

In Europa, la domanda di PET vergine sta diminuendo e si sta spostando verso l’rPET, la cui produzione sta aumentando in linea con la domanda. Tuttavia, il Vecchio Continente ha bisogno di importare materiali riciclati, quindi sono necessarie meno regole e più controlli per sostenere una transizione più rapida, ma sempre in conformità con le normative esistenti.

Successivamente, Zanchi ha annunciato l’avvio del mercato dei future sul PET in Cina, presso lo ZCE (Zhengzhou Commodity Exchange). Si tratta di uno strumento importante per venditori e acquirenti, che permetterà, una volta accessibile anche agli operatori stranieri, di fissare contratti a lungo termine su scala globale.

Nella conferenza finale della mattinata, Chiara Zanchi, GSI e St. Lawrence Foundation, ha illustrato i progressi della fondazione presso la comunità di Makeni in Sierra Leone, dalla costituzione dell’Unimak (Università di Makeni) fino alla creazione di una vera e propria azienda (SBD) con 70 lavoratori, che alleva polli e produce uova e mangimi per la popolazione e gli agricoltori locali.

Scienza vs. disinformazione sulle plastiche

Francesco Zanchi, CEO di GSI

La sessione pomeridiana si è aperta con Chris DeArmitt, collegato in video dagli Stati Uniti, che ha illustrato gli studi scientifici riportati nel suo libro “The Plastics Paradox” (grazie al gruppo editoriale Tecniche Nuove, la versione in italiano è disponibile presso l’associazione TMP, ndr). Il professore ha dipinto un quadro scioccante della vasta disinformazione in corso sulle plastiche. Queste rappresentano meno dell’1% dei materiali utilizzati nel mondo; costituiscono certamente il 13% dei rifiuti domestici, ma solo lo 0,3% di tutti i rifiuti creati dall’uomo. Nel suo breve videoThe Great Plastic Distraction”, DeArmitt mostra quante bugie sulle plastiche siano state diffuse negli ultimi anni, aprendo la strada all’uso di altri materiali che in realtà sono molto più inquinanti.

Antonio Protopapa di Corepla ha introdotto ciò che il consorzio sta facendo, in Italia, per migliorare la circolarità e la sostenibilità. Il Paese ha buoni tassi di raccolta, ma deve migliorare per raggiungere l’obiettivo del 90%. È necessario anche effettuare una selezione più accurata delle plastiche, per migliorare la qualità delle materie prime riciclate disponibili.

Successivamente, Zanchi ha dato il via a tre turni di tavola rotonda tra operatori di vari settori per commentare la presentazione di Chris DeArmitt. Nel primo turno, Sharma, Protopapa e De Baere hanno concordato sull’importanza di separare le informazioni scientifiche dalle fake news, in particolare riguardo al packaging in plastica. L’intervento di Werner Bosman (Commissione UE) da Bruxelles ha aggiunto un po’ di pepe alla discussione, esprimendo dubbi sulla validità di alcune informazioni presentate nel video di DeArmitt. Tuttavia, il professore americano ha difeso con fermezza la validità del suo studio, ribadendo l’indipendenza del suo lavoro e il suo approccio puramente scientifico nella raccolta dei dati.

Fondamentale combattere le fake news

Nel secondo turno di interventi, J.L. Banos (Caiba, Spagna) si è detto pienamente d’accordo con DeArmitt e ha ammesso che esistono grandi problemi legati alla comunicazione fuorviante sulla plastica. Lucas Aquino e Larisa D’Otaviano (Valgroup, Brasile) ritengono che sia necessario diffondere informazioni corrette sui polimeri già a partire dalle scuole e stanno cercando di farlo in Brasile.

La foto di rito nella Villa Medicea di Artimino, con tutti i partecipanti al PET Day 2024

Anche secondo Slawomir Rusocki (WIP Group, Polonia) è fondamentale combattere le fake news, sebbene risulti spesso difficile combattere il “mainstream”. Dirk De Cuyper (Resilux, Belgio) vorrebbe che lo studio di DeArmitt fosse reso disponibile a un pubblico più ampio, per convincere i consumatori. Zanchi ha colto immediatamente l’occasione per stimolare i manager e tutti gli operatori presenti al PET Day, invitandoli a fare tutto ciò che è in loro potere per diffondere il messaggio a politici, giornalisti e al pubblico più vasto possibile.

Nella terza tavola rotonda, Coert Michielsen (Refresco, Paesi Bassi) ha espresso un chiaro interesse ad agire secondo il suggerimento di Zanchi. Enrico Arciuli (Frana Polifibre, Italia) si è detto pienamente d’accordo e ha voluto sottolineare come il riciclo non riguardi solo i produttori di bottiglie o l’industria del packaging, ma anche l’industria tessile e delle fibre, che potrebbe giocare un ruolo molto importante. Nicola Tignonsini di Ferrarelle (Italia) ha dichiarato che la sua azienda sta già facendo del suo meglio per comunicare la riciclabilità del PET, illustrando ai propri clienti l’importanza di una corretta raccolta.

“Abbiamo bisogno di più raccolta, educazione e sanzioni”, ha concluso Francesco Zanchi. “È provato che queste misure, se applicate congiuntamente, danno sempre ottimi risultati. Tutti i produttori e i trasformatori europei di PET sono quindi chiamati a impegnarsi per trasmettere il messaggio ai politici e all’opinione pubblica”.


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