L’esigenza di incorporare una crescente quantità di materie prime riciclate nei prodotti finali sta spingendo l’intera filiera delle materie plastiche a proporre in catalogo alternative sostenibili non solo per le resine termoplastiche, ma anche per additivi e masterbatch utilizzati per modificare le proprietà o l’aspetto dei manufatti finali. A questa sfida non si è sottratta la statunitense Cabot, che ha recentemente introdotto sul mercato la nuova serie Techblak 85, un concentrato (masterbatch) di colore nero, dove il carbon black – che funge da pigmento – è ottenuto dal recupero di sfrido industriale, mentre il polimero della matrice proviene da riciclo post-consumo. Una soluzione sviluppata per soddisfare la richiesta proveniente da produttori di compound e trasformatori di prodotti finiti o semilavorati interessati a proporre materiali capaci di rispondere alle nuove sfide dell’economia circolare. La gamma Techblak 85 comprende diversi gradi destinati ad applicazioni di compounding, stampaggio a iniezione ed estrusione di film standard destinati ad applicazioni industriali, imballaggio e beni di consumo.
I nuovi masterbatch sono in linea con il programma di sostenibilità ambientale New Plastics Economy Global Commitment lanciato dalla Fondazione Ellen MacArthur, di cui Cabot è uno dei 400 firmatari; il produttore statunitense partecipa anche a Operation Clean Sweep, programma internazionale ideato per aiutare a tenere la plastica fuori dall’ambiente marino.
«Stiamo agendo secondo i principi di “ridurre, riutilizzare e riciclare” ove possibile» commenta Emmanuel Tarret, direttore commerciale EMEA e Americhe della divisione Specialty Compounds. «Ciò vale per tutta la nostra struttura produttiva, compresa la formulazione di carbon black e masterbatch. Con questa nuova serie, il nostro portafoglio ora comprende non solo formulazioni concepite per migliorare le prestazioni dei materiali riciclati, ma anche gradi ottenuti con materie prime rigenerate».