La stampa 3D traccia il futuro dell’industria

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3DPrint HubAmpiamente soddisfatte dell’andamento attuale della propria azienda e del mercato in cui operano, risultati positivi sia in termini di fatturato sia di occupazione, investimenti in R&S e formazione. Questa la fotografia del settore della stampa 3D, formato in prevalenza da piccolissime imprese con fatturati inferiori al milione di euro (77,4%), che occupano fino a 9 dipendenti (68,1%).
È quanto emerge dall’Osservatorio 3DPrint Hub realizzato da Senaf in occasione di 3DPrint Hub, l’appuntamento che dal 5 al 7 marzo 2015 a fieramilanocity farà incontrare l’universo della stampa 3D con il mondo produttivo italiano analizzando le infinite applicazioni pratiche nella vita reale: dal settore edile a quello aerospaziale, meccanico e nautico passando per l’arredo, l’arte e la gioielleria.
«I risultati dell’Osservatorio forniscono una chiara fotografia del settore», commenta Emilio Bianchi, Direttore di Senaf. «Oltre sei imprese su dieci del comparto dichiarano infatti di essere ampiamente soddisfatte del proprio andamento aziendale attuale, segno evidente che il mondo produttivo ha colto le potenzialità della stampa 3D. Una tecnologia che trova sbocchi in moltissimi settori e che si caratterizza per la capacità di creare modelli, prototipi e prodotti personalizzabili in piccole serie in tempi rapidi e a costi limitati. Siamo convinti che contribuirà a implementare il modo di produrre delle imprese, poiché trova proprio nell’ambito professionale il principale campo di applicazione».

Mercato positivo e ottime previsioni
Oltre alla soddisfazione attuale della propria impresa, le aziende del settore credono fortemente nel mercato in cui operano, con ben il 74,1% che prevede una crescita a livello generale nei prossimi 3 anni.
Un clima di fiducia che si riflette anche sui risultati aziendali: sul fronte dei fatturati, infatti, solo l’8,4% dichiara nel 2014 un calo rispetto agli ultimi tre anni, mentre per ben il 65,1% è aumentato e per il 26,5% è rimasto stabile. Le previsioni per il 2015 seguono questo percorso di crescita, con quasi sette aziende su dieci (69%) che prospetta un aumento e il 27,4% che prevede una chiusura nel segno della stabilità. Dal punto di vista dell’occupazione, sia la chiusura del 2014 sia le previsioni per il 2015 indicano una situazione di stabilità o di crescita. Entro l’anno in corso, se il 56,6% non prevede di variare il numero di addetti, è ben il 43,4% a voler assumere. Nessuna impresa ha invece indicato un taglio dell’organico.

Non solo per applicazioni industriali
Ma qual è il principale ambito di applicazione della stampa 3D? La spinta del settore arriva da quello industriale, poiché molte imprese manifatturiere hanno colto le potenzialità di questa tecnologia “integrata” ai propri processi produttivi. Ne sono fortemente convinte le aziende del comparto, secondo le quali avrà non solo un’alta diffusione a livello industriale (per il 68%), anzi sarà uno strumento che implementerà ma non sostituirà gli attuali processi di produzione (per il 71,1%); solo il 18,2% crede che entro cinque anni sarà presente in tutte le abitazioni e utilizzata a livello consumer.
«Nell’ultimo anno, quasi nove aziende su dieci hanno destinato una quota del proprio fatturato in ricerca e innovazione, con punte che superano il 30%; dall’altro tutte hanno investito ore e risorse nella formazione interna. Un aspetto, quest’ultimo, su cui crediamo fortemente ed è per questo che all’interno di 3DPrint Hub abbiamo promosso numerose aree dimostrative e formative per mostrare dal vivo i campi di applicazione e i vantaggi di questa tecnologia», continua Emilio Bianchi.

Italia: un mercato di grandi potenzialità
Per quanto riguarda il mercato di riferimento, le imprese che si occupano di stampa 3D trovano in quello interno lo sbocco principale, con il 73% delle aziende che dichiarano di non esportare o che hanno un fatturato generato dall’export inferiore al 10%. Un mercato, quello italiano, dalle grandi potenzialità, caratterizzato da un tessuto imprenditoriale formato da una moltitudine di micro e piccole imprese dell’industria manifatturiera e a cui la stampa 3D può dare un contributo per migliorare i processi produttivi. Per le aziende che esportano, è l’Europa Centro-Occidentale l’area geografica a cui si rivolgono principalmente (il 90,3%).
Nonostante il momento positivo, le imprese del settore temono alcuni fattori critici che potrebbero minarne la crescita. Tra questi gli “aspetti fiscali” (indicato dall’80,8%), la “burocrazia” (79,4%), il “costo della forza lavoro” (74,1%), i “tempi giudiziari in caso di controversia” (70,4%), i “tempi di pagamento” (70,2%) e “l’accesso al credito” 69,9%.

L’indagine è stata condotta da GRS Ricerca e Strategia su 700 contatti di aziende del settore della stampa 3D utilizzando i metodi CAWI (Computer Assisted Web Interviewing) e CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing). È stato raccolto un campione di 95 risposte. L’indagine si è svolta nel primo semestre 2015.


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