Il settore plastica e gomma ritrova la fiducia

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La ripresa economica sta attraversando l’Italia. Dalla Commissione Europea arrivano segnali positivi (con il Pil italiano dato in crescita del +5% nel 2021) confermati dall’economia reale del paese, che procede decisa in questa direzione. Anche la spina dorsale del nostro tessuto economico, il manifatturiero, tra cui il mondo della plastica, ha rialzato la testa e guarda al futuro con fiducia. Secondo i dati dell’ultimo Osservatorio Mecspe (BolognaFiere, 23-25 novembre 2021) di Senaf sul secondo quadrimestre 2021 condotto sulle imprese del settore gomma-plastica, infatti, sette aziende su dieci (69%) si aspettano un aumento del fatturato a fine 2021 rispetto allo scorso anno. Può sembrare scontato dopo un 2020 difficile, ma a febbraio a credere nella crescita erano circa quattro imprenditori su dieci. Grande ottimismo, quindi, confermato sia dalla soddisfazione del proprio portafoglio ordini, che finalmente torna a livelli alti (lo ritiene adeguato il 76%), sia dalle previsioni per il mercato: il 77% crede in un boom del settore nei prossimi 3 anni. In un contesto economico in progressivo miglioramento, torna a crescere anche il livello di fiducia generale delle imprese (è alto per il 55% rispetto al 41% di febbraio). I trend più importanti del momento? Digitalizzazione, sostenibilità, formazione: tre elementi che insieme generano il cambiamento culturale tanto atteso di cui il manifatturiero ha bisogno e che saranno protagonisti della prima edizione bolognese di MECSPE.

La lezione della pandemia e il futuro tra PNRR e ISW

La pandemia ci ha insegnato che senza crescita digitale non c’è futuro. Lo sanno bene gli imprenditori, specialmente quel 26% che proprio a causa del Covid-19 ha voluto spingere sull’acceleratore della digitalizzazione. Ma cosa vuol dire esattamente digitalizzazione nella manifattura del settore gomma-plastica? Per il 2021 significherà puntare su tecnologie e processi innovativi come la sicurezza informatica, la connettività/5G, la robotica collaborativa e l’Internet of Things. Ma significa anche approfittare delle opportunità offerte dalle novità legislative come il PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, approvato pochi mesi fa.

Verso la quarta rivoluzione industriale

Nonostante il PNRR abbia avuto una grande eco mediatica solo il 16% degli imprenditori ha un alto livello di conoscenza dei contenuti. Un aspetto importante dato che al suo interno ci sono misure che possono fare realmente la differenza per il domani della manifattura. Tra queste, lo stanziamento di 350 milioni per il 2021-2026 per i Competence Center e i Digital Innovation Hub, nati per accompagnare le imprese verso la quarta rivoluzione industriale. Finora, solo l’8% delle imprese ha collaborato con almeno una di queste realtà, ma sono ancora tante a non conoscerle (49%) nonostante la capacità riconosciuta da oltre un terzo degli intervistati di saper supportare le imprese nella costruzione e sperimentazione di progetti di Industria 4.0 per quanto riguarda i Competence Center e nella sensibilizzazione sulle opportunità in ambito Industria 4.0 per i Digital Innovation Hub.

Ma siamo ancora agli inizi. Occorre quindi spingere sul cambiamento culturale, attraverso un lavoro di informazione dei protagonisti della filiera, sempre più essenziale per attrarre i giovani verso il mondo della fabbrica intelligente. Non a caso, a Mecspe esordirà la Piazza Competence Center, pensata per essere il trait d’union vero tra i visitatori della manifestazione e gli otto Competence Center che potranno mostrare attività di orientamento, formazione e progetti innovativi in ambito industria 4.0. Sempre al tema digitalizzazione e fabbrica intelligente, sarà dedicato uno dei momenti principali della fiera: Gamification: la fabbrica senza limiti, nata per mostrare le idee tecnologiche migliori e fare da propulsore per le soluzioni più innovative. Un nuovo concetto di fabbrica, più evoluta e a misura d’uomo, in grado di attirare l’interesse dei giovani talenti.

Smart working: ancora poco apprezzato

Le trasformazioni dell’ultimo anno e mezzo spingono poi a una riflessione sull’Industrial Smart Working (ISW), un metodo di lavoro che permette la gestione e l’esecuzione dei processi produttivi in fabbrica da remoto. Il primo dato che risalta è che solo una piccola parte degli imprenditori (10%) che operano nella plastica non ritiene l’ISW adatto all’ambiente industriale, indicando la presenza fisica come unica modalità di lavoro. Probabilmente su questo fronte si è avviato un primo processo di cambiamento culturale, spinto proprio dagli effetti degli ultimi mesi.

La maggior parte (oltre quattro su dieci), infatti, ritiene l’ISW utile ma solo come supporto e integrazione alla presenza fisica in fabbrica. Per tanti, invece, è interessante, ma è necessaria prima una grande riorganizzazione delle risorse e dei processi/strumenti industriali. Tra i vantaggi percepiti, la maggiore flessibilità per i dipendenti (42%), un controllo globale di tutti i processi della fabbrica anche da remoto (27%) e la riduzione dei costi (25%).

Essere sostenibili per attirare investimenti

Per un’impresa, essere “green” non è più un’opzione ma un vero e proprio obbligo sociale. Ad oggi sono già tante (41%) le aziende che operano nel settore della plastica a considerarsi sostenibili, grazie a numerose azioni già intraprese o in corso d’opera come l’uso di dispositivi a basso consumo energetico, l’acquisto di macchinari e/o impianti efficienti di nuova generazione, il riutilizzo dei materiali di scarto in un’ottica di economia circolare e l’installazione di impianti di produzione d’energia elettrica e termica da fonti rinnovabili. Ma ci sono dei veri e propri criteri ambientali, sociali e di governance che definiscono il nuovo comportamento virtuoso delle imprese. Sono riassumibili nell’acronimo ESG (Environment, Social, Governance), rappresentano i parametri attraverso cui valutare l’impatto di un’attività imprenditoriale e saranno sempre più decisivi per poter attrarre investimenti e migliorare la reputazione dell’azienda.

Eppure, solo un’azienda su quattro (39%) li conosce, con quelle più grandi che vi prestano maggior attenzione. Come? Ad esempio gestendo l’azienda ispirandosi a buone pratiche e principi etici (41%), facendo maggiore attenzione ai criteri green di impatto ambientale (23%) e introducendo misure per il miglioramento del benessere e della qualità del lavoro dei dipendenti (19%). Di sostenibilità e ESG si parlerà anche durante Mecspe, che dedicherà proprio a questi aspetti due iniziative speciali: Percorso ECOfriendly – “Io faccio di più”, un percorso virtuale e reale tra gli espositori che nelle loro strategie aziendali adottano una politica green ed ecofriendly, e Area Progettazione e Design by Materioteca, dedicato alla “Blue economy”, che porta il concetto di sostenibilità a un altro livello creando valore a partire da scarti e rifiuti attraverso soluzioni creative basate sulla scienza.

 

Capitale umano, l’asset del manifatturiero

Le continue innovazioni tecnologiche pongono un problema serio: le nostre imprese dispongono di tutte le competenze necessarie per realizzare la trasformazione 4.0? Quasi la metà degli intervistati (44%) ha risposto affermativamente, precisando di aver già formato il personale e di prevedere corsi di aggiornamento. Un’impresa su dieci (11%) ha preferito invece rivolgersi al mercato assumendo lavoratori già formati. Ci sono poi realtà (19%) che hanno in programma l’assunzione di personale con competenze adeguate, ma quasi un terzo del campione (27%) ammette di non essere ancora pronto. Con questi presupposti, la formazione diventa il fattore fondamentale per poter rimanere competitivi sul mercato e il ruolo di università e di Istituti Tecnici Superiori (ITS) si fa determinante. La missione di Mecspe è anche questa: mettere in connessione le imprese e i giovani per realizzare quel “rinascimento” che la manifattura italiana sta cercando. Da anni la fiera ha avviato una collaborazione con i Centri Formazione Professionale Salesiani CNOS-FAP e organizza per ogni edizione seminari di formazione e aggiornamento, oltre che dimostrazioni pratiche, pensate per avvicinare i giovani al mondo dell’Industria 4.0.

Nota metodologica
L’Osservatorio Mecspe è stato condotto da GRS Ricerca e Strategia su un campione di 172 aziende manifatturiere del comparto della plastica, utilizzando il metodo CAWI (Computer Assisted Web Interviewing).


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