Il futuro è già oggi all’Expo dell’Impossibile sulla manifattura additiva

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In quali modi la tecnologia additiva può migliorare la qualità della vita dell’uomo? Questa è la domanda all’origine della seconda edizione dell’Expo dell’Impossibile, l’evento di Elmec 3D tenutosi il 12 luglio presso il polo tecnologico di Elmec Informatica a Brunello (Varese).

“La giornata di oggi dimostra come i confini del possibile si stiano ampliando grazie al progresso tecnologico”, ha commentato Martina Ballerio, BU manager di Elmec 3D

Grazie anche al contributo di alcuni dei maggiori esperti del settore, l’evento è stato un’occasione straordinaria per esplorare il settore della manifattura additiva e scoprire le applicazioni più sorprendenti, con un focus specifico in ambito biomedicale. Per esempio, come raccontato nel corso dell’evento, la stampa 3D può essere utilizzata per ingegnerizzare tessuti, creare ausili deambulatori personalizzati per coloro che hanno subito l’amputazione di un arto, o fornire un importante supporto alla chirurgia ricostruttiva.

“Come azienda impegnata a innovare e migliorare il mondo in cui viviamo, desideriamo evidenziare il fatto che la stampa 3D non riguarda solo l’innovazione nell’ambito dell’industria manifatturiera”, ha commentato Martina Ballerio, BU manager di Elmec 3D. “Ma, come abbiamo potuto constatare grazie alle numerose esperienze presentate durante l’evento, la tecnologia 3D è anche un abilitatore cruciale per migliorare concretamente la vita delle persone. Questo è possibile attraverso la creazione di soluzioni su misura e oggetti personalizzati che prima non esistevano, che fanno davvero la differenza e che rappresentano solo l’inizio di ciò che saremo in grado di realizzare in futuro”.

Gli esperti raccontano

“I tempi sono ancora molto lunghi, ma è stato già intrapreso il percorso che renderà possibile arrivare a un tessuto interno trapiantabile sull’uomo”, ha dichiarato Gabriel Liguori, fondatore della startup biotecnologica TissueLabs

La giornata si è aperta con uno “study tour” che ha portato gli ospiti alla scoperta del Campus Tecnologico di Elmec Informatica, spaziando dai temi IoT alle energie rinnovabili, dalla cyber security fino alla Fabbrica Additiva, e all’area espositiva di oltre 960 metri quadri, allestita per l’occasione con gli “oggetti impossibili” di Elmec 3D.

La stampante 3D di TissueLabs

A seguire, il primo speech s’intitolava “La biostampa al servizio della cardiologia” ed è stato tenuto da Gabriel Liguori, fondatore della startup biotecnologica TissueLabs. Quest’ultima si focalizza sulla creazione di organi e tessuti in laboratorio per risolvere le attuali limitazioni legate al trapianto di organi, con la missione di creare il primo cuore bioartificiale trapiantabile al mondo. “La mancanza di organi disponibili per i trapianti rappresenta una sfida per la medicina moderna e la tecnologia della stampa 3D offre una strada sicuramente promettente verso la risoluzione del problema”, ha affermato Gabriel Liguori. “La biostampa consente già di creare tessuti che permettono di testare l’effetto delle medicine, ma sono già attivi percorsi di ricerca e sviluppo per arrivare a stampare pelle adatta a essere trapiantata. Prevediamo poi di arrivare a stampare vasi sanguigni nell’arco dei prossimi 7-8 anni. Mentre per giungere alla creazione di un tessuto cardiaco efficace, dotato di microvascolarizzazione, occorreranno ancora circa 15 anni”.

Specialista in chirurgia maxillo-facciale e professore associato presso l’Università degli Studi di Bari, Chiara Copelli impiega tecniche chirurgiche innovative basate sulla stampa 3D nei suoi ambiti di studio, quali la chirurgia ricostruttiva, malformativa, estetica e orale/implantologica

“In passato, il successo di un intervento era interamente nelle mani del chirurgo; adesso, l’abilità di quest’ultimo viene supportata dalla tecnologia”, ha commentato Chiara Copelli, specialista in chirurgia maxillo-facciale e professore associato presso l’Università degli Studi di Bari, durante il suo intervento “La stampa 3D nella chirurgia del volto: attualità e futuro”. “La stampa 3D è una rivoluzione importante in un contesto delicato come la sala operatoria, dove la riduzione dei tempi d’intervento può avere un impatto significativo sulla vita dei pazienti”, ha aggiunto Copelli. “Offre inoltre uno strumento avanzato per migliorare la cura dei pazienti, poiché permette di pianificare virtualmente un intervento e aiuta ad abbattere le problematiche dovute all’imprecisione, consentendo un più efficace ripristino di forma e funzione”.

La tavola rotonda

La tavola rotonda successiva, moderata da Fjona Cakalli, content creator di riferimento per il settore tech in Italia, ha visto la partecipazione di: Ivan Guerini, project manager di Isinova; Francesco Cecchini Manara, CEO di Gondola Medical Technologies; Emanuele Schiavon, solution architect di Omron; Donato Ciniello, fondatore e CEO di Extrò Cosmesi.

Inizialmente Ivan Guerini ha illustrato il progetto “Letizia, la gamba dell’emergenza”, che rende possibile la realizzazione, in tempi rapidi, di supporti deambulatori accessibili e adattabili a ogni tipo di amputazione e che Isinova ha messo a disposizione gratuitamente per mutilati della guerra in Ucraina. “Grazie alla stampa 3D, la produzione di supporti deambulatori per arti inferiori può essere realizzata rapidamente e a costi notevolmente inferiori rispetto ai metodi tradizionali di produzione”, ha spiegato Guerini.

Francesco Cecchini Manara ha invece parlato dei vantaggi della manifattura additiva nella produzione dei dispositivi medici usati per trattare i disturbi di deambulazione ed equilibrio: “Nel 2020 ci siamo avvicinati alla scansione tridimensionale del piede del paziente per creare dispositivi personalizzati. Con Elmec 3D abbiamo fatto un passaggio ulteriore, che ci ha fornito una serie di vantaggi: stampando il plantare su misura in 3D otteniamo un dispositivo adatto al singolo paziente, mantenendo la scalabilità del modello di business e ottenendo risparmi sui costi di logistica e magazzino. Inoltre, abbiamo ridotto sensibilmente l’impronta di carbonio e migliorato il servizio ai clienti e il time to market”.

Emanuele Schiavon osserva il corretto funzionamento del braccio robotico di Omron, con safety skin e multiflangia stampate in 3D

Uscendo dall’area medicale e biotech, Emanuele Schiavon ha descritto il funzionamento di uno dei prodotti esposti: un braccio robotico di Omron collegato al cloud, con safety skin e multiflangia stampate in 3D. “Attualmente, nel mondo dell’automazione industriale, si hanno sempre di più mix produttivi elevati e a basse quantità”, ha commentato Schiavon. “In questa dinamica, poter sperimentare e cambiare velocemente diversi dispositivi tramite stampa 3D è sicuramente una soluzione vincente. La flessibilità non è solo l’unico vantaggio, ma ci permette inoltre di ridurre il peso dei componenti, la loro complessità e anche progettare soluzioni irrealizzabili con i sistemi produttivi tradizionali”. Ha concluso il percorso Donato Ciniello, raccontando come, grazie alla libertà di progettazione garantita dalla stampa 3D binder jetting a metallo, è stato possibile produrre e customizzare il remake dell’Ultra Benz di Paolo Baenziger, realizzando un tributo a un’icona di design considerata il miglior rasoio italiano prodotto tra gli Anni Trenta e Quaranta.


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