Fino al 20 dicembre 2024 sarà possibile presentare domanda di contributo per modificare i cicli produttivi degli articoli monouso in materiale plastico, riprogettando componenti e macchinari per una produzione alternativa e più sostenibile
di Marianna Capasso
Il 22 dicembre 2023, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE) ha emanato un decreto che definiva criteri e modalità per la fruizione di uno specifico contributo, destinato alle imprese produttrici di prodotti alternativi a quelli in plastica monouso. Venivano quindi attuate misure di sostegno per modificare i cicli e riprogettare componenti, strumentazioni e macchine.
L’obiettivo? Una produzione riutilizzabile e alternativa. Il Decreto del MASE, però, è rimasto per mesi nel limbo normativo: è stato pubblicato in GU solo il 20 maggio del 2024 e sono stati poi necessari ulteriori quattro mesi affinché arrivassero le linee attuative, con il Decreto direttoriale del 27 settembre 2024.
Dal combinato dei due atti, il quadro appare finalmente chiaro. Per l’anno 2024 sono rese disponibili risorse che ammontano, complessivamente, a 10 milioni di euro: verranno concesse sotto forma di contributo a fondo perduto e copriranno fino all’80% delle spese ammissibili. Vediamo, allora, tutti i dettagli della nuova agevolazione.
I beneficiari: le imprese produttrici di articoli in plastica monouso
Il Decreto stabilisce chi sono i soggetti beneficiari: le imprese produttrici di plastica monouso, facendo riferimento ai prodotti indicati nell’Allegato A del Decreto Legislativo n. 196/2021.
Queste potranno ottenere l’agevolazione presentando apposita domanda. Ma dovranno modificare il proprio ciclo produttivo o riprogettare componenti, macchine e strumenti di controllo, orientando la produzione verso beni riutilizzabili o alternativi.
Al momento della presentazione, i richiedenti dovranno possedere specifici requisiti previsti nel bando: le compagini dovranno risultare attive e regolarmente costituite, nonché iscritte al Registro delle Imprese. Dovranno essere in regola con gli obblighi di pagamento dei contributi previdenziali e assistenziali a favore dei lavoratori, così come con quelli relativi alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Non potranno partecipare al bando le destinatarie di sanzioni interdittive. Né le aziende che si trovino in condizioni legali per le quali non è ammesso l’accesso a finanziamenti pubblici. È richiesto il pieno e libero esercizio dei diritti, l’assenza di condizioni ostative o societarie straordinarie, tra cui liquidazione volontaria o procedure concorsuali.
Le agevolazioni e le spese ammissibili
I 10 milioni per il 2024 saranno suddivisi tra i richiedenti, ma ogni destinatario potrà ricevere fino a 300 mila euro, con il limite imposto dal Regolamento de minimis, calcolato su tre annualità. Dunque, qualora l’impresa non abbia, in passato, richiesto benefici, potrà ottenere anche la quota massima.
Ma quali sono le spese ammesse?
Solo quelle strettamente funzionali alla modifica dei cicli produttivi, alla riprogettazione di componenti, macchine e strumenti di controllo, per una produzione di articoli riutilizzabili. Tra le voci di costo rientrano poi i servizi di progettazione per la modifica del ciclo produttivo e i vari servizi di riprogettazione. In questo caso, l’agevolazione prevede una copertura fino al 40% dei costi.
L’aliquota sale all’80% per gli investimenti in macchinari, impianti, attrezzature e componenti (compresi programmi informatici e licenze d’utilizzo). Per poter ricevere l’agevolazione, la spesa dovrà essere perfezionata rivolgendosi a un rivenditore autorizzato che fornisca le necessarie garanzie di funzionalità e sicurezza, certificando che i beni usati non abbiano beneficiato di precedenti agevolazioni pubbliche.
Per essere considerate ammissibili, le spese andranno sostenute solo dopo la data di presentazione della domanda agevolativa, a condizioni normali di mercato. Dunque, dovranno risultare “ragionevoli e coerenti”. Non sono mai ammessi, invece, i costi per imposte e tasse, così come l’IVA e gli oneri previdenziali e assistenziali. Analogamente, le risorse non potranno essere utilizzate per le spese ordinarie.
La procedura per richiedere il contributo
Sarà possibile presentare domanda solo alternativamente a una medesima agevolazione (europea, nazionale o regionale) per la stessa voce di spesa. L’impresa potrà utilizzare documentazioni, moduli e informative disponibili online. Il tutto andrà inviato, esclusivamente mediante posta elettronica certificata, all’indirizzo: riconversione.plastica@pec.mase.gov.it. Lo sportello è stato aperto il 21 ottobre 2024 e chiuderà alle ore 12 del 20 dicembre 2024.
Ogni proponente potrà inviare una sola istanza, che comprende la modulistica e una descrizione dettagliata dell’intervento di modifica del ciclo produttivo o di riprogettazione di componenti, macchine e strumenti di controllo. Per le agevolazioni superiori ai 150 mila euro bisognerà indicare anche i dati necessari per la richiesta delle informazioni antimafia. Dopo l’invio verrà rilasciata l’attestazione di avvenuta accettazione.
Non saranno prese in considerazione domande incomplete o con interventi avviati prima della data di pubblicazione del decreto. Il soggetto attuatore è Invitalia. La procedura non è a sportello: questo significa che le domande non andranno valutate in ordine di arrivo. Non è un “click day” (e non lo è stato), così come non si verificherà l’anticipata chiusura per esaurimento delle risorse. Decorso il termine di presentazione, tutte le domande verranno istruite. Tuttavia, nel caso in cui la dotazione finanziaria dovesse risultare non sufficiente a coprire tutte le istanze per il quantum richiesto, si procederà con una ripartizione proporzionale del contributo. Questo, indipendentemente dal momento della presentazione. Insomma, a tutti è data la possibilità di poter usufruire dell’agevolazione. Ora, volere è potere.