Ha aperto i battenti a Borgaro Torinese, dopo tre anni di lavori, Circular Plastic: impianto che, grazie a una capacità da 100 mila tonnellate annue, rappresenta una delle più grandi strutture italiane dedicate ai rifiuti in plastica, con la possibilità di selezionare fino a 17 tipologie di polimeri diversi.
Realizzato da Amiat e gestito da I.Blu., entrambe società del Gruppo Iren, il sito dispone delle più moderne tecnologie del settore per aumentare la flessibilità in tutti i processi di trattamento del rifiuto. La struttura sorge su un’area di 77 mila metri quadrati ed è in grado di trattare rifiuti sfusi da raccolta differenziata della plastica e mono/multimateriale, conferiti dal sistema di raccolta oppure derivanti dalle operazioni di preselezione effettuate in altri impianti.
I lavori di realizzazione dell’impianto hanno permesso una riconversione del sito. Circular Plastic comprende 130 nastri trasportatori dotati di 22 lettori ottici.
I processi di selezione e separazione
Il processo di funzionamento dell’impianto prevede varie fasi: inizialmente il materiale in ingresso è selezionato per dimensione. I rifiuti più fini subiscono una successiva separazione, che permette di recuperare ulteriori frazioni di imballaggi valorizzabili.
I materiali di dimensione intermedia vengono differenziati tra rigidi e flessibili e, nel caso delle bottiglie in PET, si fa una selezione anche per colore. Superata questa fase, la plastica (circa l’80% del rifiuto in ingresso) viene consegnata ai consorzi autorizzati, mentre gli scarti non plastici (o le plastiche non valorizzabili) sono lavorati e preparati per il recupero energetico.
“Con l’impianto Circular Plastic prosegue il forte impegno nella gestione e nel trattamento dei rifiuti da parte del Gruppo Iren, attraverso un progetto all’avanguardia a livello internazionale”, ha dichiarato Luca Dal Fabbro, presidente del Gruppo Iren. “L’innovazione e l’efficienza nell’utilizzo circolare della materia rappresenta la strategia vincente del modello industriale di Iren e valorizza un territorio strategico come il Piemonte, attraverso impianti che garantiscono autonomia nella gestione dei rifiuti, nella produzione di energia e nella creazione di valore aggiunto”.