TPE: il futuro sostenibile prende forma. Oggi.

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L’industria dello stampaggio a iniezione di materie plastiche si sta evolvendo per rispondere alle sfide della sostenibilità e dell’efficienza produttiva ed energetica, che oggi rappresentano assolute priorità per le aziende del settore. I nuovi TPE-S di Franplast possono aiutarle a rispondere a tali sfide aprendo anche nuove frontiere nel campo delle applicazioni finali.

di Riccardo Ampollini

Il TPE-S (elastomero termoplastico a base stirenica) è un materiale che combina le proprietà elastiche della gomma con la lavorabilità delle materie plastiche. Grazie alla sua completa riciclabilità, versatilità e ridotto impatto ambientale, rappresenta una scelta ideale per un processo di stampaggio a iniezione più sostenibile rispetto a quello con altri materiali.

Tra i principali produttori in Italia di questo materiale c’è Franplast e, per conoscerne meglio la realtà industriale e soprattutto i prodotti, la redazione di Plastix ha incontrato la CEO, Elena Franceschetti, e il responsabile R&D, Gabriele Ercole.

“Prima di tutto, Franplast è un’azienda italiana ed è orgogliosa di esserlo”, esordisce Elena Franceschetti. “Con sede nel suggestivo scenario della Franciacorta, Franplast si trova vicino alla riserva naturale “Torbiere del Sebino” e al Lago d’Iseo. Quindi, siamo proprio nel verde e nel verde vogliamo stare… da tutti i punti di vista!”

Sessant’anni di storia di una PMI italiana

“Questa foto mostra un momento della nostra vita familiare a cui sono molto affezionata: mio zio, che al tempo era il parroco di Provaglio d’Iseo, impartisce la benedizione durante l’inaugurazione di Franplast, nel 1966”, commenta Elena Franceschetti. “Al suo fianco c’è il fondatore: mio padre Giacomo Franceschetti”

Da quasi 60 anni Franplast è specializzata nella formulazione e nellaproduzione di elastomeri termoplastici su base SEPS, SEBS, SBS e TPO. Fondata nel 1966 da Giacomo Franceschetti e oggi guidata dalla figlia Elena, Franplast è made in Italy al 100%, dato che tutta l’area produttiva, i laboratori, i magazzini e la palazzina uffici – che coprono circa 20 mila metri quadrati di superficie – sono localizzati nella medesima sede di Provaglio d’Iseo, in provincia di Brescia.

“Made in Italy sì, ma anche a forte vocazione internazionale”, afferma la CEO. “I nostri mercati di sbocco si suddividono infatti al 50% tra Italia ed estero. Operiamo in Europa, paesi extra CEE, Nord e Sud Africa, così come in Cina”.

L’azienda nasce con lo sviluppo di compound TPE-S su base SBS, diventando leader nella produzione di compound per il settore calzaturiero, al tempo concentrato in Italia e, più nello specifico, nelle Marche.

“A cavallo tra la fine degli Anni Ottanta e l’inizio dei Novanta è iniziata la svolta che ha portato all’ampliamento della gamma di prodotti, con lo sviluppo dei TPE-S e con la nascita del marchio Chemiton”, prosegue Franceschetti. “Il 1997 è stato per noi un anno “storico”, perché abbiamo ricevuto la prima certificazione ISO 9001, mentre è del 2004 il brevetto del primo intaso per campi da calcio in erba sintetica 100% eco friendly e riciclabile: l’ormai noto Greenplay.

Elena Franceschetti (CEO) e Gabriele Ercole (responsabile R&D) di Franplast durante un recente evento organizzato presso la sede di Fanuc Italia

Negli anni a seguire, il marchio Chemiton (TPE-S a base di: SEBS, SEPS, SEEPS, ma anche di TPO) si declina in diverse sottofamiglie entrando in settori applicativi sempre più strategici: dal medicale al giocattolo “no PVC”, dal personal, baby and pet care passando per l’elettrico, l’industriale e molti altri. Nel 2023 abbiamo iniziato il nostro percorso verso la sostenibilità totale partendo dall’energia rinnovabile, installando ben 2456 pannelli fotovoltaici in grado di produrre 1 megawatt di corrente elettrica pulita: il nostro primo piccolo contributo alla sostenibilità ambientale”.

Come spiegato sempre dalla CEO, sono tre oggi i pilastri della sostenibilità secondo Franplast. Il primo è quello della riciclabilità: i suoi TPE-S sono per loro natura riciclabili al 100%. Il secondo pilastro si basa su Chemiton® Life: la famiglia di TPE che abbraccia i principi di sostenibilità ed economia circolare, come si vedrà in seguito. Il terzo pilastro si fonda sui criteri ESG (Environmental, Social, Governance).

Prodotti e settori applicativi

I TPE-S offrono vantaggi significativi rispetto alle gomme vulcanizzate, tra cui: assenza di reticolazione, riciclabilità al 100%, processo produttivo più rapido, ampio range di durezze e di trasparenze, possibilità di realizzare prodotti multimateriale. “Grazie soprattutto al fatto di essere riciclabili al 100%, poiché non subiscono processi di vulcanizzazione, i TPE-S sono sempre più richiesti nei seguenti settori applicativi in cui operiamo: medicale, home & design, mondo del giocattolo, sport & leisure, automotive, elettrico/elettronico e settore industriale”, esordisce Gabriele Ercole, responsabile R&D di Franplast.

Ma entriamo ora nel mondo dei Chemiton, che, grazie alla loro versatilità, permettono a Franplast di coprire tutti i settori elencati.

Chemiton Med® e Chemiton Clear®

Applicazioni degli elastomeri termoplastici ChemitonMed®

Sviluppati per il settore medicale e farmaceutico, privi diftalati e più leggeri rispetto al PVC o alla gomma vulcanizzata, i compound ChemitonMed® sono certificati USP Classe VI, biocompatibili e conformi alle normative sul contatto alimentare. Sono inoltre ultra morbidi e sterilizzabiliin autoclave, con Et0, oppure mediante irraggiamento gamma o beta.

“Sono veramente tante le applicazioni di questi materiali, che, per esempio, possono essere utilizzati per produrre dispositivi di protezione individuale come le ormai note mascherine e i respiratori”, precisa Gabriele Ercole.

Tappo per biberon in Chemiton Clear®

Disponibile in numerose versioni, personalizzabili in base alle specifiche applicazioni, la famiglia di TPE ad alta trasparenza Chemiton Clear® è invece ideale per produrre articoli che richiedano elevata resistenza meccanica, ai graffi e all’invecchiamento.

È inoltre adatta sia allo stampaggio a iniezione che all’estrusione, offrendo un’elevata compatibilità con le poliolefine e una facile sterilizzazione con le medesime tecniche dei ChemitonMed®.

Interviene Ercole: “Si tratta di prodotti molto particolari e versatili, traslucidi o totalmente trasparenti, e utilizzabili laddove sia necessario il passaggio della luce. Anche in questo caso, le applicazioni vanno dal settore elettrico al farmaceutico, fino alle chiusure per il mondo del packaging”.

Chemiton 2K® e Chemiton XT®

Progettati per il sovrastampaggio e la coestrusione, i Chemiton 2K® consentono la realizzazione di prodotti con parti rigide e morbide senza l’uso di adesivi o primer, semplificando il processo produttivo. Utilizzando una pressa a iniezione bicomponente, questi TPE vengono stampati su provini testati per l’adesione, misurando la forza necessaria per separare le parti rigide da quelle morbide, a garanzia dell’efficienza e dell’affidabilità del processo.

Applicazione dei TPE Chemiton 2K®

“Stiamo puntando molto su questa famiglia di materiali per l’adesione chimica su vari tecnopolimeri, ma anche per produrre compositi in combinazione con i metalli”, spiega Gabriele Ercole. “Anche in questo caso, gli esempi applicativi sono molteplici: infatti, tutti i componenti formati da almeno due materiali possono essere prodotti con i Chemiton 2K®, per impartire maggiore “grip” o prestazioni particolari”.

Chemiton XT® è invece un TPE a base di SEBS/SEPS studiato per l’estrusione, che offre eccellente flessibilità, resistenza alle temperature estreme e diversi livelli di isolamento. Disponibile in versioni prive di plastificanti e con trasparenza simile al vetro, questo elastomero termoplastico garantisce un’elevata resistenza ai raggi UV e all’ozono, risultando ideale per applicazioni complesse che richiedono durabilità e alte prestazioni.

“Questa gamma include materiali specifici per i processi di estrusione e coestrusione di tubi e profili utilizzati dal farmaceutico all’alimentare, dal settore tecnico all’industriale”, illustra Ercole. “In particolare, lavoriamo molto nel settore dei profili per porte e finestre, ma anche nei profili per elettrodomestici, dove è richiesto il rispetto di pressanti normative”.

Chemiton®Flex e Chemiton® Life

A base di elastomeri poliolefinici, i compound Chemiton®Flex sono ideali per le applicazioni estetiche (come quella nella foto d’apertura, ndr). Grazie alla finitura lucida e alle eccellenti proprietà meccaniche e di resistenza agli urti, sono apprezzati per applicazioni quali giocattoli, gadget e usi industriali. Questi TPO offrono poi elasticità duratura, resistenza chimica e un eccellente isolamento elettrico, rispondendo alle esigenze di vari settori.

Vasi realizzati con Chemiton® Life

“Nonostante Franplast sia specializzata nei TPE-S, abbiamo a catalogo anche prodotti come questi, privi di stirene eppure molto versatili a livello applicativo. Si distinguono, in particolare, per un aspetto estetico superiore rispetto ai TPE-S”, sottolinea Gabriele Ercole.

Come accennato inizialmente, il secondo pilastro della sostenibilitàFranplast si basa sulla famiglia di TPE green Chemiton® Life, che abbraccia i principi di sostenibilità ed economia circolare, poiché composta a sua volta da due macrofamiglie:

  • TPE biobased: includono nella loro formulazione varie tipologie di risorse rinnovabili e un ampio range di contenuto biobased (dal 40% fino a un massimo del 70%).
  • TPE con contenuto di riciclato, che riducono quindi notevolmente l’impatto ambientale, soddisfacendo anche le richieste di svariati settori, oltre alla conformità alle normative FDA e N71, mantenendo un’ottima processabilità e con una disponibilità di durezze tra 30 e 90 Shore A.

“In questo caso, il contenuto di riciclato può arrivare all’80%, mantenendo caratteristiche tecniche del tutto in linea con i materiali convenzionali”, aggiunge il responsabile R&D. “Questo perché Franplast ha fatto la scelta di non utilizzare solo materiali di scarto rigranulati, ma anche materie prime alternative, compresi plastificanti e cariche minerali rigenerati, che ci permettono di raggiungere performance decisamente elevate. Per questa gamma, disponiamo di gradi con contenuto di riciclato idonei al contatto alimentare, una caratteristica distintiva e non comune sul mercato”.

Il TPE certificato per l’erba sintetica e i giocattoli

“GreenPlay® rappresenta l’unica alternativa 100% ecologica per il riempimento dei campi da calcio in erba sintetica, rispetto a materiali quali l’SBR macinato da pneumatici”, dichiara Gabriele Ercole

Brevettato nel 2004, Greenplay® è un TPE ecologico sviluppato appositamente per il mondo dei campi da calcio in erba sintetica e per le strutture sportive. È realizzato con SEBS vergini e completamente riciclabili e si presenta sotto forma di granuli tondi, privi di polvere e inodore.

“In passato, l’unico materiale usato per il fondo dei campi da calcio era lo pneumatico triturato, non così salubre per chi giocava sui campi dei circa 8000 Comuni italiani”, commenta Elena Franceschetti. “Per non parlare del fatto che, rilasciando sostanze tossiche e metalli pesanti, tali residui di pneumatici andavano a finire nelle falde acquifere, danneggiando così l’ecosistema circostante. Ecco perché abbiamo messo a punto Greenplay: un prodotto totalmente atossico e certificato secondo la norma EN71, che quindi soddisfa gli standard di sicurezza europei sui giocattoli”. 

Disponibile nei colori verde e marrone certificati, la formulazione di Greenplay è personalizzabile in base al colore e alle proprietà richieste dall’applicazione finale.

TPE-S vs. altri polimeri in termini di durezza e di densità

Fig. 1 – TPE-S vs. altri polimeri in termini di durezza

“Tra le caratteristiche più importanti degli elastomeri termoplastici vi è senz’altro la durezza (vedi figura 1) ed è un dato di fatto che – cosa non comune nel settore dei TPE – i materiali di Franplast possono coprire interamente la scala Shore A e parzialmente la Shore D con materiali più o meno rigidi”, spiega Gabriele Ercole. “Inoltre, per le applicazioni in campo medicale e ortopedico, abbiamo deciso di mettere a punto un materiale “iper morbido” con durezza Shore 00, quindi praticamente simile a un gel, che commercializziamo già da un anno”.

“Va poi sottolineata la bassa densità dei nostri elastomeri stirenici, che parte da 0,87 g/cm³ ma che può essere ridotta ulteriormente con specifiche formulazioni o additivazioni. Naturalmente possiamo raggiungere anche densità elevate, in base all’applicazione finale e alle esigenze del trasformatore. Va però ricordato che le basse densità equivalgono a un deciso risparmio di materiale, a confronto soprattutto con altre tipologie di elastomeri o in particolare del PVC, che presenta densità maggiori (vedi grafico di figura 2)”.

I laboratori per l’R&D e la tracciabilità garantita

Fig. 2 – TPE-S vs. altri polimeri a livello di densità

“Giusto per sottolineare l’importanza che diamo all’attività di ricerca e sviluppo, vorrei citare il fatto che i nostri laboratori sono dotati di due piccole linee d’estrusione dedicate esclusivamente alla preparazione dei campioni e allo studio di nuove formulazioni, frutto anche degli input dal mercato”, afferma Elena Franceschetti. “All’interno di uno dei laboratori è inoltre installata una pressa a iniezione bicomponente dedicata allo sviluppo di compound destinati al sovrastampaggio: un tipo di processo che è sempre più richiesto, come si è visto per i Chemiton 2K®”.

“Il nostro laboratorio di caratterizzazione è dotato di tutti gli strumenti (FTIR, DSC, microscopio, dinamometro, spettrofotometro ecc.) per svolgere qualsiasi tipo di analisi sui campioni, in modo da offrire ai clienti un supporto tecnico a 360 gradi durante lo sviluppo di nuovi materiali o applicazioni finali, ma anche in fase post vendita, per consentire all’azienda di trasformare il materiale fornito in maniera corretta”, aggiunge Gabriele Ercole.

“Uno dei principali punti di forza dell’azienda è proprio la capacità di mettere a punto formulazioni estremamente personalizzate in base alle esigenze dei clienti e di produrle anche in piccolissime quantità”, tiene a precisare la CEO di Franplast. “Tra l’altro, nell’ambito del “restyling architettonico” di tutta l’azienda, è già pronto il nuovo laboratorio di ricerca e sviluppo. Un ulteriore punto di forza di Franplast risiede nel fatto che la tracciabilità dei lotti è garantita per 5 anni. In questo modo, il cliente può richiederci analisi sul lotto di materiale che gli avevamo fornito a suo tempo, con tempi di risposta rapidissimi”.

Le certificazioni ottenute

Un dettaglio dei laboratori Franplast dedicati allo sviluppo di nuove formulazioni e alla caratterizzazione dei materiali

Il terzo pilastro della sostenibilità secondo Franplast si fonda sui criteri ESG. “Siamo innanzitutto orgogliosi del fatto che la nostra sia un’azienda prettamente al femminile”, dichiara Elena Franceschetti. “Di conseguenza, la seconda certificazione che abbiamo voluto ottenere dopo la ISO 9001 è stata quella della parità di genere: UNI/PdR 125:2022. Tra l’altro, il processo di certificazione ci ha fornito diversi spunti per il miglioramento dell’ambiente lavorativo. Inoltre, con nostra grande soddisfazione, lo scorso gennaio abbiamo ottenuto questa certificazione per il secondo anno consecutivo, raggiungendo il 100% dei KPI”.

“Nel 2024 abbiamo lavorato per certificarci in contemporanea anche secondo le norme ISO 14001:2015 (Environmental Management System), 45001:2018 (Occupational Health and Safety Management System) e 50001:2018 (Energy Management System)”, continua la CEO. “E questo non ha portato solo a tutta una serie di investimenti materiali e immateriali, ma, effettivamente, anche a un cambio di cultura e di educazione a livello aziendale, a cui teniamo particolarmente. Tre anni fa abbiamo avviato anche il programma europeo “Workplace Health Promotion” (“Promozione della salute sul luogo di lavoro”). In questo ambito, stiamo portando avanti tutta una serie di attività per i nostri collaboratori.

Vorrei concludere accennando al fatto che nel 2023 abbiamo anche iniziato a calcolare l’impronta di carbonio aziendale e che abbiamo in progetto di ottenere entro il 2025 la certificazione UNI EN ISO 14067, che riguarda il calcolo dell’impronta di carbonio lungo l’intero ciclo di vita di ciascun prodotto Franplast”.

I tre valori di “Women in Plastics”

Lo stand di Women in Plastics alla fiera Greenplast 2025 con la CEO di Franplast, Elena Franceschetti (seconda da sinistra), e altre colleghe dell’associazione

L’intervista con Elena Franceschetti si è conclusa con un accenno alla neonata associazione “Women in Plastics Italy” (vedi anche articolo qui, ndr), il cui obiettivo principale è promuovere una cultura di inclusività e di sostenibilità sociale e ambientale.

“Può sembrare strano, ma “Women in Plastics” (WIPs), di cui faccio parte come consigliera, è nata come una semplice chat tra colleghe di lavoro, crescendo poi pian piano e diventando a tutti gli effetti un’associazione nel novembre dello scorso anno”, ha spiegato la CEO di Franplast.  Il suo intento principale è quello di promuovere fondamentalmente tre valori:

  • il valore della donna in generale, in particolare nel “mondo della plastica” ancora fortemente orientato al genere maschile, e promuovere le pari opportunità, il rispetto tra e per le persone;
  • il valore della plastica a livello di educazione e consapevolezza: diffondere la cultura di un utilizzo consapevole della plastica, evidenziando come abbia peculiarità virtuose e indispensabili;
  • il valore della rete, networking professionale ma anche personale: incentivare la creazione di relazioni che valorizzano i talenti e permettano la realizzazione di sé e un confronto intergenerazionale aperto e costruttivo.

“Non si tratta chiaramente di un’associazione femminista nel vecchio senso del termine, ma, anzi, intende portare avanti valori concreti di inclusione e networking”, ha chiosato Elena Franceschetti. “Devo ammettere che il lavoro svolto da “Women in Plastics” è veramente stimolante e coinvolgente. Basta un dato per dimostrarlo: in pochi mesi di attività siamo passati da 30 a oltre 150 associate, compresi alcuni colleghi uomini, a riprova che per noi questa è la vera inclusività! In occasione di Greenplast 2025 abbiamo avuto il nostro primo stand espositivo e per la fiera K c’è in serbo un’importante iniziativa, che sarà svelata in questi giorni sul profilo LinkedIn dell’associazione”.

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