+14% per le bioplastiche italiane

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È stato presentato stamattina, in diretta streaming, il 6° rapporto annuale di Assobioplastiche, quest’anno realizzato nell’ambito del progetto europeo “Bioplastics Europe H2020”. L’analisi, come di consueto, è stata realizzata da Plastic Consult, società indipendente milanese che svolge studi e analisi di mercato nel settore delle materie plastiche.

La filiera italiana delle bioplastiche

In base ai risultati dello studio effettuato dalla società lombarda, nel 2019, l’industria italiana delle plastiche biodegradabili e compostabili è rappresentata da 275 aziende – suddivise in produttori di chimica e intermedi di base (4), produttori e distributori di granuli (21), operatori di prima trasformazione (188), operatori di seconda trasformazione (62), con 2.645 addetti dedicati, 101.000 tonnellate di manufatti compostabili prodotti con un fatturato complessivo di 745 milioni di euro.
La crescita del numero di imprese presenti nel settore è risultata costante negli ultimi anni, passando da 143 operatori del 2012 ai 275 del 2019. La regione con il maggior numero di imprese è la Lombardia, che vede la presenza di oltre 45 aziende che occupano poco più di 220 addetti dedicati, seguita da Veneto, Campania, Emilia Romagna, Puglia e Piemonte. La Campania, grazie alla parziale riconversione dell’industria del monouso, diventa nel 2019 la regione con il maggior numero di addetti dedicati, mentre le regioni con la maggiore intensità occupazionale si confermano Liguria e Umbria. I tassi di crescita sono evidenti per tutti i principali indicatori della filiera, dalla numerosità degli operatori di settore al fatturato settoriale. Fa eccezione il segmento dell’upstream (chimica di base e intermedi), in cui va registrata la scomparsa dell’operatore Bio-On.

Crescono fatturato e addetti

Nel corso degli ultimi anni, il fatturato sviluppato dalla filiera italiana delle bioplastiche è notevolmente cresciuto, passando da poco meno di 370 milioni di euro del 2012 ai 745 milioni di euro nel 2019, con una crescita media annua superiore al 10%. Nel complesso il comparto ha aumentato il proprio valore di oltre l’85% rispetto ai primi anni di attività, nonostante la progressiva decrescita dei prezzi di vendita. Le ragioni di tale decrescita sono da individuare tanto nello sviluppo delle economie di scala del comparto che alla crescente competizione a tutti i livelli della filiera.
Per quanto riguarda gli addetti, secondo lo studio Plastic Consult, sono pressoché raddoppiati, passando dalle 1.280 unità del 2012 alle 2.650 del 2019.

2019, l’anno del monouso

I volumi complessivi dei manufatti prodotti nel 2019 hanno superato per la prima volta le 100.000 tonnellate, segnando +14% rispetto all’anno precedente. Il tasso di crescita media annua nell’arco di temporale 2011-2019 è risultato invece prossimo al +12%.
Tutti i principali settori applicativi hanno messo a segno numeri positivi. In particolare:
• gli shopper hanno superato le 56.000 tonnellate (+4,2% sul 2018) nonostante la permanenza sul mercato di sacchetti illegali;
• le restanti applicazioni in film hanno proseguito il trend di crescita, mettendo a segno un +18%. Nello specifico, i sacchetti ultraleggeri si stanno avvicinando alle 20.000 tonnellate; il film per agricoltura ha superato le 2.000 tonnellate e il film per imballaggio alimentare ha registrato una crescita del 67%, mentre il non food è attestato a un +30%;
• il monouso ha registrato volumi più che raddoppiati, in aumento del +120%. La forte attenzione per la sostenibilità ambientale ha spinto la domanda di soluzioni per il foodservice riciclabili con la frazione organica dei rifiuti come alternativa a quelle usa e getta in plastica tradizionale. Si tratta di una domanda sostitutiva e non incrementale tanto che, secondo le prime stime dell’Osservatorio di Assobioplastiche, nel 2019 il mercato delle stoviglie monouso avrebbe registrato una decrescita complessiva intorno al 10%, pur in assenza di normative specifiche;
• positivo anche il comparto dei sacchetti per l’umido (+4,5% circa), grazie al potenziamento delle esportazioni e all’ulteriore incremento della raccolta differenziata dell’umido a livello europeo.

Gelato con cucchiaini e coppette biodegradabili. E non solo. Anche sacchetti portarifiuti e shopper che possono essere riutilizzati per la raccolta differenziata della frazione organica. Ecco come le gelaterie Grom rispettano l’ambiente e diventano sostenibili.

Il commento del presidente di Assobioplastiche

La filiera italiana dei biopolimeri compostabili si dunque rivelato un comparto in ottima salute e secondo il presidente di Assobioplastiche Marco Versari «Ha tutte le carte in regola per contribuire al rilancio dell’economia italiana dopo la pandemia: è integrata a monte e a valle in una logica di interconnessioni sistemiche, fa dell’innovazione la sua cifra distintiva e guarda al dividendo non solo economico ma anche sociale e ambientale. Con la declinazione del Green New Deal e il completamento dei quadri regolamentari relativi alla raccolta del rifiuto organico e alle soluzioni monouso siamo fiduciosi che la nostra industria potrà fare la sua parte per la crescita del Paese».


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