La plastica piace agli italiani

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Negli italiani c’è piena consapevolezza di come la plastica sia un elemento fondamentale nella vita di tutti i giorni: è considerata dalla grande maggioranza un fattore insostituibile per il progresso e il benessere. Ma c’è di più. L’aspetto più critico nella percezione della plastica nell’opinione pubblica, cioè l’inquinamento, è oggi guardato con occhi diversi e meno “catastrofisti”, in quanto le conoscenze sulle possibilità di riciclo e dei corretti comportamenti per lo smaltimento dei rifiuti sono in aumento, addirittura superando le aspettative. In sostanza? Gli italiani promuovono la plastica, dichiarando di conoscerla e usarla consapevolmente in tutte le fasi del suo ciclo vitale, a dispetto di una cattiva reputazione alimentata quasi quotidianamente da molti media.

Per il 97% degli italiani la plastica è fondamentale

Tutti questi aspetti emergono in modo chiaro da una ricerca commissionata da Corepla ed effettuata dal Censis su un campione nazionale rappresentativo di mille cittadini, rispetto ai quali è stato valutato il giudizio sull’utilizzo della plastica nella vita di tutti i giorni. Per il 96,6% degli italiani la plastica è definita come fondamentale e la quota sale fino quasi a toccare il 100% nelle risposte fornite dai più giovani (i cosiddetti millenials) e tra coloro che possiedono una laurea.

Fattore di benessere

Dal miracolo economico in avanti, la plastica è diventata sempre più un mezzo per accompagnare la crescita, il benessere e la comodità degli italiani, e con il tempo ha sostituito altri materiali nelle case e nell’uso quotidiano. Di fatto è il materiale che più e meglio degli altri ha rappresentato la conquista di una prosperità diffusa e una vera e propria democratizzazione dei consumi. Indicativo che solo il 3,4% degli intervistati non consideri la plastica fondamentale in almeno uno tra gli ambiti considerati dall’indagine: imballaggi, conservazione degli alimenti, articoli per la casa, high tech e informatica, sanità, igiene e cosmesi, sport, design, arredamento, vestiario e accessori per la moda. Segno, secondo Censis, di un grande pragmatismo, sempre più distante dagli orientamenti ideologici.

La percezione positiva della plastica

Il valore sociale della plastica è, infatti, innanzitutto legato alla percezione di un ruolo fondamentale per delineare una matrice ampia e complessa degli aspetti della vita quotidiana di ciascuno. Qualche esempio: quasi la metà degli intervistati giudica il suo impiego insostituibile per il trattamento, stoccaggio, trasporto e protezione dei prodotti. Il 40,6% per la conservazione degli alimenti, intesa anche e soprattutto come garanzia di sicurezza. Per il 33,8% la plastica è fondamentale nelle attività domestiche quotidiane, riconoscendo proprio in questa categoria l’esempio più significativo di apertura diffusa all’eccesso di tutti ai beni di consumo. Per il 29,2% l’impiego sempre più marcato nei dispositivi tecnologici porta con sé il beneficio di renderli più leggeri, esteticamente più accattivanti e a basso risparmio energetico. Il 27,1% indica la sanità come settore in cui la plastica è fondamentale, riconoscendole un contributo per il miglioramento della qualità della vita di tanti pazienti, grazie alla possibilità di utilizzare dispositivi medici di facile uso.

Utile, versatile, riciclabile

Proseguendo nell’analisi dei dati emersi dal sondaggio, utile (21,1%) è il primo aggettivo che la plastica evoca negli italiani, rimandando alla percezione di un ruolo centrale e di contributo positivo alla qualità della vita. Versatile (14,9%) è un’altra definizione molto gettonata, segno di come sempre più cittadini colgano la capacità di questo materiale di assolvere a numerose esigenze e funzioni. Ma nelle risposte comprare anche il termine riciclabile (13,9%). Una definizione dalla quale partire in un contesto di valori che vede termini come sostenibilità ed economia circolare sempre più al centro del dibattito. Ma, va detto, si tratta oggi di una sostenibilità possibile e concreta e non frutto di sacrifici, rinunce o scelte di stile di vita estreme. Si abbandona, perciò, un concetto tipico dei decenni passati, che vedeva l’ambientalista come una sorta di asceta dedito a comportamenti quotidiani estremi e isolati, contro una maggioranza di cittadini impegnati a sprecare, dissipare e inquinare senza criterio. Segno di una matura consapevolezza che della plastica non si ha una percezione negativa fino a quando non diventa scarto ma che, anche in questa fase, è sulla corretta o scorretta gestione che va rivolta l’attenzione.

Riciclare si può. E si fa

Se il 96,4% degli italiani si dichiara a conoscenza della possibilità di riciclo degli imballaggi in plastica, il 74,5% è informato sulle modalità corrette per mettere in pratica tale attività. Solo il 3,6% dice di non essere a conoscenza di questa caratteristica. La maggiore consapevolezza è registrata tra le donne (75,3%), i laureati (78,2%) e, geograficamente parlando, tra i residenti nelle Regioni del Nordest. Questi dati confermerebbero l’efficacia nel lungo periodo delle campagne di sensibilizzazione rivolte alla popolazione, per comunicare concetti come etica ambientale e sostenibilità, smentendo in tal modo la fama di materiale non eco friendly appiccicata alla plastica. Ed è la pratica quotidiana, aumentata dalle attività di raccolta differenziata promosse dai Comuni, a contribuire in modo decisivo a rendere le persone meno permeabili ai falsi miti. Ma questi concetti sono soprattutto suffragati dai fatti, in quanto la quantità pro capite di imballaggi in Italia è superiore di 2 chili rispetto alla media europea ed è aumentata del 69% negli ultimi dieci anni. Dai dati forniti da Istat/Eurostat risulta che oggi l’83,2% degli imballaggi immessi al consumo viene recuperato. In sintesi, il ciclo di vita della plastica è già oggi motore della cosiddetta economia circolare che consente di emancipare la plastica attraverso la plastica.

I benefici della plastica

Il riciclo è considerato sempre meno come un obbligo al quale sottostare: emerge infatti che tanto più i cittadini conoscono le corrette pratiche da adottare tanto più si convincono della loro utilità: la quota di chi ritiene il riciclo utile sale al 75,9% tra chi afferma di sapere cosa e come riciclare, mentre è più bassa (70,3%) tra chi non è perfettamente a conoscenza di come doversi comportare.
Il riciclo, quindi, diventa a giudizio degli intervistati il più potente antidoto per risolvere i problemi derivanti dal fine vita. Ma il riciclo non porta solo miglioramenti “ideali”: per il 51,9% degli italiani c’è infatti la consapevolezza che riciclando gli imballaggi in plastica si riduce il volume dei rifiuti e di conseguenza il numero di discariche, per 47,4% che si favorisce il risparmio energetico e per il 46,2% è possibile ottenere nuove materie prime. Non banale la considerazione di oltre un intervistato su cinque, che associa i benefici netti del riciclo alla possibilità di favorire l’innovazione, richiedendo lo sviluppo di tecnologie più efficaci.


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