L’impianto SABIC Plastic Energy Advanced Recycling (SPEAR), frutto della joint venture tra SABIC e Plastic Energy a Geleen (Paesi Bassi), ha prodotto il suo primo olio di pirolisi TACOIL™, segnando un passo decisivo verso l’avvio della produzione commerciale previsto entro fine anno.
Realizzato a partire da rifiuti plastici post-consumo difficili da riciclare meccanicamente – che altrimenti finirebbero in discarica o all’incenerimento – TACOIL™ sostituisce la nafta fossile nei processi petrolchimici esistenti. In questo modo diventa possibile realizzare imballaggi per alimenti, plastiche medicali e altri prodotti ad alte prestazioni. Dal 2019, i polimeri circolari ottenuti con questa tecnologia sono già stati impiegati da diversi brand owner in prodotti di largo consumo e packaging.
Il cuore del processo è la tecnologia brevettata TAC™ di Plastic Energy, che converte i rifiuti plastici misti attraverso pirolisi in ambiente privo di ossigeno. Una volta a regime, lo stabilimento potrà riciclare fino a 20.000 tonnellate l’anno. La tecnologia, già testata con successo negli impianti di Plastic Energy in Spagna, è pensata per integrarsi direttamente nella catena del valore della plastica, dove oggi in Europa viene recuperato meno del 30% dei 32 milioni di tonnellate di rifiuti prodotti annualmente.
SPEAR rappresenta inoltre un caso pionieristico: sarà infatti il primo impianto di riciclo chimico di terze parti integrato in una realtà petrolchimica esistente. Un traguardo che contribuirà al raggiungimento degli obiettivi UE stabiliti dal regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio (PPWR), che richiede il riciclo totale degli imballaggi entro il 2030.
Ian Temperton, CEO di Plastic Energy, ha commentato:
“La produzione del nostro primo TACOIL™ presso SPEAR è un passo avanti fondamentale per il riciclo della plastica. Conferma la solidità della nostra tecnologia e l’impegno del nostro team. Siamo orgogliosi dei risultati raggiunti insieme a SABIC. Questo impianto non solo incrementa i tassi di riciclo e riduce le emissioni di CO₂, ma dimostra anche come l’innovazione possa diventare realtà su scala industriale.”



