Recupero di scarti misti a base di PE e alluminio, tra sfide e nuove opportunità

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La recente revisione della policy europea in materia di imballaggi apre a una decisa svolta per un packaging più sostenibile. Secondo la direttiva PPWD (Packaging and Packaging Waste Directive), entro il 2030 tutti gli imballaggi immessi nel mercato europeo dovranno essere completamente riutilizzabili o riciclabili. La capacità di recuperare e riprocessare in modo efficace scarti plastici post consumo dalla composizione non convenzionale assume pertanto un ruolo cruciale per gli operatori del settore, chiamati a diventare protagonisti della transizione green.

Più nello specifico, sono diverse le sfide che connotano il riciclo di imballaggi multistrato, come quelli asettici per bevande. Composti prevalentemente da cartone (75%), questi contenitori presentano al loro interno sottili strati di polietilene (20%) e alluminio (5%), che preservano l’alimento dal contatto con agenti esterni. A fine utilizzo, la cellulosa delle confezioni è estratta e reimmessa nella filiera della carta riciclata, mentre i residui solidi di PE e alluminio danno vita a un composto, chiamato anche polyAl, che risulta compatibile con numerose applicazioni, a favore di un crescente interesse da parte dei trasformatori di materie plastiche.

Anime per l’avvolgimento di film dal riciclo di polyAl

Estrusione di un tubo in polyAl da utilizzare come anima per l’avvolgimento di film/foglie in plastica o in altri materiali, quali carta o tessuto

In risposta a questa esigenza, il costruttore di linee d’estrusione Bausano ha sviluppato un’innovativa soluzione che consente di trasformare gli scarti post consumo a base di LDPE e alluminio in tubi da utilizzare come anime per l’avvolgimento di film/foglie in plastica o in altri materiali, in armonia con i principi della circular economy. Un risultato possibile grazie alla capacità di Bausano di effettuare analisi di fattibilità volte allo sviluppo di soluzioni appositamente concepite per il riciclo di scarti plastici contaminati.

In dettaglio, l’impianto per il recupero di polyAl si compone di un estrusore monovite per tubi E-GO R 60/37 con doppio degasaggio e sistema di carico forzato, ideale per gestire la densità del materiale e assicurarne il flusso regolare all’interno del macchinario. Prima dell’estrusione, inoltre, il materiale è sottoposto a un processo di densificazione, fondamentale per aumentarne la compattezza e trasformarlo in un compound idoneo a essere sottoposto a un ulteriore ciclo di lavorazione.

L’output finale consiste in un tubo robusto e dalla superficie liscia al tatto, sia internamente che esternamente, ideale per avvolgere bobine di film, stoffa, carta e altri materiali. Oltre a essere sinonimo di un basso impatto ambientale, questi prodotti riciclati rappresentano un’alternativa più economica rispetto alle tradizionali anime in cartone, o in polimero vergine.

Dalle analisi di fattibilità al testing, all’insegna dell’innovazione

Tubo in polyAl e granuli di partenza per produrlo, ottenuti dal riciclo di imballaggi multistrato in cartone, plastica e alluminio

Alla base del successo delle soluzioni firmate Bausano vi è il suo metodo di lavoro esclusivo, che parte dalla specifica formulazione del cliente per elaborare analisi strutturate, volte a realizzare ogni linea di estrusione completamente su misura. In tal senso, il costruttore coinvolge i propri esperti, ancora prima della fase di progettazione dell’impianto, nella realizzazione di uno studio di fattibilità propedeutico al progetto stesso.

A seguito della valutazione preliminare, l’iter di lavoro prosegue all’interno del laboratorio dell’azienda, dove il materiale viene analizzato tramite un reometro capillare, al fine di comprenderne la viscosità in funzione del gradiente della velocità di taglio (shear rate). A partire dalla caratterizzazione reologica del fuso, i tecnici del team di Bausano sono in grado di ottimizzare il design della vite e della testa d’estrusione. Un successivo test, condotto sul plastografo Brabender, fornisce informazioni fondamentali per prevedere il comportamento del materiale fuso durante tutte le fasi di lavorazione. Nel caso in oggetto, l’impiego del plastografo ha consentito di registrare con precisione i valori relativi a velocità di fusione della mescola, coppia dei rotori ed energia necessaria al processo.

Attraverso un software per l’analisi fluidodinamica, i dati ottenuti sono stati comparati con le caratteristiche reologiche di materiali già noti e compatibili con l’estrusione. Dal confronto, è emerso che parametri di processo del polyAl trattato dal cliente erano in linea con quelli di materiali agevolmente estrusi tramite la tecnologia Bausano, assicurando livelli ottimali di output sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.

La verifica “sul campo” dei dati sperimentali

Ulteriore plus per il cliente, garantito da Bausano, è la possibilità di verificare, in anteprima e presso lo stabilimento dell’azienda, i dati restituiti dalla strumentazione di laboratorio. Durante quest’ultima fase, il polyAl di scarto è stato testato con un estrusore bivite controrotante MD30 da laboratorio, al fine di confermare l’idoneità della soluzione allo scale-up a livello industriale, in termini di valori di amperaggio, reggispinta e pressione in testa.

“Il tratto distintivo di Bausano risiede nel know-how dei suoi esperti, declinato in un approccio consulenziale e orientato al cliente. Un processo rigoroso, che qualifica l’azienda come un punto di riferimento per lo sviluppo di soluzioni innovative e in grado di soddisfare anche le esigenze produttive più complesse, legate al recupero di materiali non convenzionali”, dichiara Marco Masiero, Extrusion Test manager presso Bausano, che conclude “Tecnologie di estrusione all’avanguardia, come quelle sviluppate dalla nostra azienda, aprono nuovi orizzonti nel riciclo di scarti plastici post consumo, a favore di un futuro eco-friendly”.


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