Sono circa 400 le aziende italiane della filiera di plastica e gomma iscritte alla più importante manifestazione mondiale del settore: la fiera K, che si svolgerà a Düsseldorf dall’8 al 15 ottobre 2025. Quindi, ancora una volta, il nostro Paese sarà quello più rappresentato tra gli europei, dopo gli espositori tedeschi, e comunque il terzo in assoluto, alle spalle della Cina.
Più in dettaglio, sono oltre 300 gli espositori italiani di macchine, attrezzature ausiliarie e stampi che esporranno a Düsseldorf le loro più recenti soluzioni, con un occhio sempre più attento ai temi della sostenibilità e del risparmio energetico, alla digitalizzazione, alla personalizzazione e all’efficienza dei processi. Oltre la metà di questi aderisce all’associazione di categoria Amaplast, che sarà presente al K con uno stand istituzionale (A56, nel padiglione 16) per fornire ai visitatori informazioni sul comparto e promuovere la ventesima edizione dell’esposizione Plast (Milano, 9-12 giugno 2026), la cui organizzazione entrerà nel vivo proprio dopo la mostra tedesca.
Ma sono già più di 450 gli espositori iscritti alla specializzata milanese (un numero superiore a quello registrato nello stesso periodo di tre anni fa), che sono tutti invitati al cocktail party che l’organizzatore Promaplast offrirà il 12 ottobre, presso il quartiere espositivo di Messe Düsseldorf.
Export di macchinari italiani verso la Germania
L’attuale contesto geopolitico globale è certamente complesso e sono numerosi i fattori che frenano gli investimenti del manifatturiero in tecnologie di processo, sia sul mercato italiano sia nei principali sbocchi di destinazione dell’export, il primo dei quali è, storicamente, proprio la Germania.
Nel 2024, al Paese che si appresta a ospitare il K, i costruttori italiani hanno venduto macchine per plastica e gomma per un valore di 415 milioni di euro, con un calo di due punti rispetto al 2023. Nel primo semestre del 2025, tale valore si è attestato a 183 milioni, mostrando quindi una persistente debolezza delle forniture.
Una quota non trascurabile delle vendite è rappresentata da ausiliari, componenti e stampi destinati non a clienti finali, bensì a far parte di linee di produzione assemblate da costruttori tedeschi. Quindi, il forte calo della domanda con cui questi ultimi si sono confrontati nell’ultimo triennio ha inevitabilmente condizionato anche i loro partner italiani.
Qualche segnale di inversione di tendenza è stato riscontrato negli ultimissimi mesi, ma le più recenti criticità derivanti dalle politiche tariffarie adottate dall’amministrazione americana preoccupano non poco gli operatori. Infatti, sia per la Germania sia per l’Italia, gli Stati Uniti rappresentano il secondo mercato di sbocco all’export e il dazio reciproco al 15%, a cui si aggiungono le nuove imposizioni al 50% sul contenuto di acciaio e alluminio previste per alcune tipologie di macchine, componenti e stampi per plastica e gomma, costituiscono una seria minaccia per i fornitori europei, ma anche un elemento di disequilibrio per i trasformatori americani, che non possono contare su costruttori locali in grado di soddisfare la domanda di tecnologia.
Le vendite a livello internazionale
Nel 2024, l’export italiano di settore verso gli Stati Uniti si è attestato a circa 350 milioni di euro, in lieve flessione rispetto al 2023. Nei primi sei mesi dell’anno in corso il segno è tornato positivo, ma il trend andrà verificato nei prossimi mesi alla luce degli effetti dei nuovi dazi.
Tale performance, però, si colloca in un contesto di rallentamento per le esportazioni italiane di macchine per plastica e gomma che, nel complesso, in base alle rilevazioni Istat, hanno registrato una flessione dell’8% rispetto al gennaio-giugno 2024.
Si osserva un arretramento più o meno accentuato delle vendite verso la quasi totalità dei quadranti geografici, con l’unica eccezione dell’Asia, grazie all’ottima performance di quelle in Estremo Oriente, trainate soprattutto dalla domanda della Cina (+54%) e dell’India (+9%). Si tratta di due destinazioni che già nei mesi scorsi avevano dato soddisfazioni ai costruttori italiani di macchine per plastica e gomma, i quali stanno evidentemente concentrando le proprie strategie commerciali su mercati meno colpiti dalle turbolenze economiche in atto.
Se, come già accennato, il flusso di forniture agli Stati Uniti mantiene una certa consistenza, quello al vicino Messico (altro mercato di rilievo nell’area) si è fortemente deteriorato (-42%). Le forniture in Europa si sono contratte di dieci punti, condizionate dal -13% della Germania e dal segno meno di altri importanti sbocchi come la Francia, la Spagna e la Turchia. Decisamente male il Medio Oriente (-23%) e l’Africa sub-sahariana (-48%), ma sono in negativo anche il Centro-Sud America (-9%) e il Nord Africa (-7%).
Ancora in decisa crescita, invece, l’import, che segna un +11% medio.
								




