Quando la tecnologia combatte l’inquinamento delle acque

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Reti nella laguna venezianaSi chiama MAPP (Monitoraggio Applicato alle Plastiche del Po) ed è il primo progetto europeo per monitorare la plastica galleggiante.  Promosso dall’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po e dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e il patrocinio della Regione Piemonte, ha infatti, l’obiettivo di intercettare i rifiuti di plastica presenti nel grande fiume padano prima che finiscano nel mare Adriatico e individuare dove e perché sono stati immessi in acqua. Uno studio innovativo iniziato nel 2021 e tutt’ora in corso, che si avvale dell’uso della tecnologia per intercettare e analizzare tutti i frammenti di plastica superiori a 2,5 centimetri con tre differenti azioni di monitoraggio.

La prima azione di monitoraggio

La prima è una visual observation condotta secondo un protocollo del Centro comune di ricerca europeo di Ispra (Joint Research Centre): gli osservatori si posizionano sui ponti, osservano la plastica che passa in un certo lasso di tempo in una specifica sezione del fiume, la contano e la classificano.

La seconda azione di monitoraggio

La seconda azione di monitoraggio è stata realizzata in collaborazione con Nauta srl e si avvale della tecnologia. Nel fiume, infatti, sono stati gettati dei trackers, una sorta di piccoli barattoli in plastica dotati di Gps e collegati al satellite Sentinel 2 dell’ESA per studiare il tracciato delle plastiche con i diversi livelli di acqua e in diversi punti del fiume. Ogni 12 ore ciascun barattolo manderà un segnale al satellite che permetterà di sapere come si stanno muovendo i rifiuti di plastica, dove si sono fermati e dove andranno a finire. In questo modo i tracker permettono di rilevare quali sono le principali zone di accumulo della plastica e in quali condizioni idrologiche i rifiuti di plastica si spostano lungo il fiume. Un’operazione essenziale per poter pianificare adeguatamente le misure da prendere per ridurre i rifiuti che finiranno in mare.

La prima azione di monitoraggio

La terza attività del progetto, invece, è legata all’analisi delle immagini satellitari. Queste ultime, infatti, permettono di sapere se nel fiume ci sono zone con maggiore densità di plastica e di intervenire prima che finiscano in mare. Le operazioni in corso per il Po sono talmente innovative ed efficaci che Ispra ha programmato di realizzare – sempre con Fondazione Sviluppo sostenibile e Nauta – un’attività analoga anche sui fiumi: Magra, Ombrone, Sarno, Po, Agri, Neto, Reno, Pescara, Simeto.

 

Quest’articolo è stato pubblicato nella rivista Plastix nr. 7 – Ottobre 2022


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