Primo semestre positivo per la chimica italiana

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mercatoLo scenario economico mondiale di crescita moderata si riflette anche sull’industria chimica, che quest’anno dovrebbe aumentare i suoi livelli produttivi del 2,5%. È quanto emerge dall’analisi semestrale condotta da Federchimica.

Bene in Cina e negli USA
La chimica cinese continua a crescere anche se a tassi ridotti rispetto al passato (intorno al 6%) e ciò determina in alcuni settori sovraccapacità produttive che gravano sul mercato europeo. La chimica americana dovrebbe rafforzare i suoi tassi di crescita (+4,1% nel 2017), trainati dalle esportazioni dei prodotti di chimica di base e plastiche, che continueranno ad avvantaggiarsi dei bassi prezzi dei feedstock, connessi allo sviluppo dello shale gas. In Europa il risultato complessivo è di sostanziale stagnazione, e anche un possibile miglioramento nella seconda parte dell’anno non dovrebbe determinare una crescita in media d’anno superiore allo 0,5/1,0%.

Primo semestre positivo per la chimica italiana
Una buona performance delle esportazioni insieme a una sostanziale tenuta dei livelli di domanda interna hanno permesso di veder crescere i livelli produttivi dell’1,7% nella prima parte dell’anno. Anche nel nostro Paese le incertezze sul contesto economico e politico e sul petrolio hanno giocato negativamente mantenendo ancora immutata la frammentarietà degli acquisti che ha caratterizzato tutta la lunga crisi.
Uno scenario economico di crescita molto moderata e denso di incertezze non permetterà all’industria chimica in Italia di mantenere la crescita realizzata nella prima parte dell’anno. Più prevedibile una stabilizzazione sui livelli attuali, favorita dalla maggior tranquillità nel mercato petrolifero che dovrebbe stimolare una politica di acquisti più normale. Il continuo sviluppo dell’export (+2,5%), seppure a ritmi più contenuti del 2015, si accompagnerà al consolidamento della domanda interna (+1,5%), portando a chiudere il 2016 con un aumento dell’1,3% dei livelli produttivi.

Export di qualità della chimica in Italia
L’export ha giocato un ruolo fondamentale negli ultimi anni e continuerà a rappresentare un importante fattore di crescita per il settore. La performance all’export della chimica italiana risulta essere tra le migliori nel confronto con i principali produttori europei: dal 2010 l’Italia è seconda solo alla Spagna. In particolare, i settori della chimica fine e specialistica mostrano un surplus commerciale in continua espansione dal 2010 e che nel 2015 ha raggiunto quasi i 2,8 miliardi di euro. Questa capacità di presidiare i mercati esteri è il risultato di un processo di innalzamento tecnologico dei prodotti, come dimostrato anche dalla forte crescita dei valori medi unitari (+14,5% dal 2010), ben superiore a quella dei prezzi (8,7%).

Un buon posizionamento competitivo per la chimica in Italia
L’industria chimica in Italia sta dimostrando di resistere tenacemente alla crisi, (come testimonia l’incidenza delle sofferenze sui prestiti bancari, la più bassa di tutto il panorama industriale italiano). Secondo l’Indicatore sintetico di Competitività elaborato dall’Istat sulla base di quattro indicatori (rapporto tra produttività e costo del lavoro, la reddittività, la propensione all’export e la quota di imprese innovative) la chimica è in cima alla classifica, insieme alla farmaceutica.
L’industria chimica per le sue caratteristiche di complessità deve, però, poter operare con un quadro di riferimento il più possibile certo nelle normative e nell’applicazione delle stesse. Questo fardello finora pesante In Italia è ora insopportabile perché sull’operatività delle imprese incombe l’instabilità del quadro politico ed economico mondiale.


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