Microplastiche: pneumatici fuori uso sotto accusa

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Gli intasi in gomma riciclata da pneumatici fuori uso (PFU) utilizzati nei campi in erba sintetica tornano di attualità, questa volta non per la presunta pericolosità legata alla presenza e possibile rilascio di idrocarburi policiclici aromatici (IPA) – problema affrontato e risolto negli anni scorsi imponendo limiti più stringenti – quanto per il rischio di inquinamento dell’ambente da microplastiche.

La raccomandazione dell’Agenzia UE

L’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche (ECHA) ha infatti inoltrato alla Commissione europea i pareri dei due comitati scientifici RAC (valutazione dei rischi) e SEAC (socio-economico), raccomandando la messa al bando degli intasi polimerici a partire dal 2028, trascorsi sei anni dalla decisione se, come previsto, verrà presa l’anno prossimo a Bruxelles. In alternativa suggerisce l’implementazione di sistemi di contenimento e gestione del rischio da implementare nell’arco di tre anni. L’Agenzia UE stima che l’utilizzo di intasi polimerici provochi la dispersione nel suolo o nelle acque reflue di 16.000 tonnellate l’anno di microplastiche, solo in Europa, destinate a raggiungere i mari o depositarsi nel terreno. In realtà, il periodo transitorio avrebbe dovuto essere più breve, quattro anni, ma ECHA ha deciso di estenderlo dopo aver sentito le parti interessate. L’obiettivo delle misure proposte dall’Agenzia – che non riguardano solo gli intasi – mira a eliminare un volume pari ad almeno 500.000 tonnellate di microplastiche nell’arco di vent’anni.

A rischio il riciclo di pneumatici

Sul tema è intervenuta la Federazione europea delle aziende del riciclo, EuRIC, criticando la decisione e ammonendo la Commissione sui rischi di una messa al bando degli intasi in gomma riciclata, che oggi consentono di dare nuova vita alla gomma proveniente dagli pneumatici fuori uso. E non si tratta di qualche quintale: secondo EuRIC, la decisione di vietarne l’uso potrebbe impattare su oltre 520.000 tonnellate di materiale riciclato ogni anno – equivalenti a 50 milioni di pneumatici –, che finirebbero inevitabilmente negli inceneritori, in discarica o, nella peggiore delle ipotesi, nel circuito dello smaltimento illegale, con effetti sull’ambiente difficili da calcolare. EuRIC chiede a Bruxelles che il recupero della gomma per l’intaso dei manti erbosi artificiali non solo non venga bandito, ma considerato un obiettivo strategico nell’ambito del nuovo Pacchetto Economia Circolare UE. «La trasformazione degli pneumatici fuori uso in materiale da intaso non è solo l’opzione più efficiente sotto il profilo delle risorse, ma anche la più efficace dal punto di vista climatico, perché per ogni tonnellata di PFU rigenerata al clima vengono risparmiati 700 chilogrammi di anidride carbonica rispetto all’incenerimento» sostiene Poul Steen Rasmussen, presidente del gruppo EuRIC MTR (Mechanical Tyre Recycling Branch).

Meglio gestire il rischio che vietare

Il tema della dispersione di microplastiche nell’ambiente va senz’altro affrontato – afferma l’associazione dei riciclatori europei, che sostiene gli sforzi della Commissione in tal senso – ma lo strumento da implementare è una corretta gestione dei rischi attraverso misure standardizzate, come quelle riportate nel rapporto tecnico CEN TR 17519 (Superfici per aree sportive – Impianti sportivi in erba sintetica – Linee guida su come minimizzare la dispersione dell’intaso nell’ambiente) entrato in vigore nel dicembre dell’anno scorso. Il documento illustra le modalità di contenimento dei materiali di riempimento entro i confini del campo sportivo in erba sintetica, così che non vengano dispersi nell’ambiente circostante.
«Siamo certi che la riduzione del rilascio di microplastiche nell’ambiente e gli obiettivi dell’economia circolare possano coesistere, motivo per cui incoraggiamo la Commissione europea a introdurre misure di gestione del rischio per evitare dispersioni involontarie di microplastiche, una delle opzioni valutate dall’ECHA» conclude Poul Steen Rasmussen.


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