Macchine: la rivincita delle plastiche

Condividi

Indicatori decisamente positivi per i costruttori italiani di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma, che archiviano il 2015 all’insegna del consolidamento e della ripresa. Motore propulsivo è stato l’export, che ha impresso un’accelerazione soprattutto nell’ultimo periodo dell’anno segnando il record storico di 2,9 miliardi di euro, pari al 70% della produzione contro il 67% del 2014. La produzione complessiva di 4,15 miliardi di euro conferma il trend di crescita dell’ultimo quinquennio riavvicinandosi alle statistiche pre-crisi del 2008, mentre la bilancia commerciale, con oltre 2,15 miliardi di euro, registra il migliore risultato nell’ultimo decennio. È questo il quadro tracciato da Assocomaplast, associazione nazionale dei costruttori di macchine e stampi per materie plastiche e gomma che, in occasione dell’Assemblea annuale dei soci, ha presentato lo scorso giugno il rapporto di settore 2015 (scarica qui una sintesi del report) e le prospettive per l’anno in corso.

Le destinazioni più gettonate
Secondo il rapporto di settore del Centro Studi Assocomaplast, il 50% dell’export italiano (1,4 miliardi di euro, +10,6%) è diretto ai Paesi UE, tra cui si distingue la Germania (395 milioni, +14%), mentre i Paesi europei extra-UE riportano una lieve flessione (306 milioni, -0,7%) essenzialmente per il perdurare della situazione penalizzante sul fronte russo. Significativo l’aumento dell’export verso i Paesi Nafta (398 milioni, +37,5%), che diventano il secondo mercato di sbocco della produzione italiana grazie soprattutto alle forniture ai trasformatori statunitensi (260 milioni, +49,7%), ma ne risultano rafforzati anche Messico (101 milioni, +19,1%) e Canada (37 milioni, +19,6%). Terza destinazione delle esportazioni italiane è l’Estremo Oriente, che totalizza 330 milioni (+6,1%) in seguito all’aumento a due cifre di Giappone, India (48 milioni, +16%), Indonesia e Tailandia. Sono invece consistenti, seppur in diminuzione a causa del rallentamento dell’economia locale, le forniture alla Cina (123 milioni, -4,8%). Da segnalare a questo proposito il calo ancora superiore dell’export con provenienza dalla Germania ai trasformatori cinesi (-17% rispetto al 2014), peraltro compensato dall’aumento del numero di stabilimenti tedeschi in territorio cinese.

  2015 ∆% 15/14 ∆% media triennio ∆% media decennio
Produzione 4.150 3,6 1,2 1,2
Export 2.900 8,0 4,2 2,9
Import 750 17,2 6,5 2,9
Mercato interno 2.000 2,3 -0,9 -0,4
Saldo commerciale (attivo) 2.150 5,1 3,4 2,9

Mercato italiano delle macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma (milioni di euro)

America e Africa in discesa
Il Sudamerica risulta influenzato dalle performance negative del Brasile (61 milioni, -11,7%), dove la produzione di manufatti in plastica è scesa dell’8,7% nel 2015, e dell’Argentina, che mostra continui segni di cedimento. Più dinamici sono i piccoli Paesi dell’America centrale, verso cui è diretto l’1% dell’export italiano (meno di 20 milioni), e quelli dell’Africa, dove tuttavia i Paesi del Mediterraneo risultano stagnanti e quelli sub-sahariani in contrazione. È positiva, invece, la performance dell’Australia con vendite pressoché raddoppiate (20 milioni), ma rappresenta solo l’0,8% del totale.
Se consideriamo la tipologia di produzione, nel complesso, estrusori e linee di estrusione, macchine per soffiaggio e stampa flessografica presentano la maggiore propensione alla vendita all’estero.

Da dove importiamo
Che il mercato italiano si stia riprendendo lo confermano le statistiche relative alle importazioni, salite nel 2015 del 17,2% a 750 milioni di euro. Tra i Paesi di provenienza della tecnologia estera figura la Germania (250 milioni, +19,3%), seguita da Cina (106 milioni, +36,9%) e Austria (69 milioni, +17,1%).
All’incremento delle importazioni italiane hanno contribuito le forniture di macchine a iniezione (98 milioni di euro, +20,2%), per i due terzi – egualmente ripartiti – di provenienza tedesca e austriaca, mentre dal Giappone ne sono state acquistate per un valore di circa 13 milioni di euro; marginale (circa un milione) la quota proveniente dalla Cina.
Nella classifica import stilata da Assocomaplast, gli estrusori risultano secondi (23 milioni, +23,1%), provenienti da Germania (45% del totale) e Austria (23%), e le stampatrici flessografiche terze con oltre 24 milioni di euro importati (+29,9%), di cui il 55% di provenienza tedesca e il 15% svizzera. Ben il 40% del totale importato è rappresentato dagli stampi (293 milioni, +9,9%), acquistati da fornitori tedeschi (75 milioni) e cinesi (62 milioni).
In sintesi, dalla Germania importiamo stampi, macchine a iniezione, stampatrici flessografiche ed estrusori; dalla Cina acquistiamo stampi, mentre l’Austria ci fornisce macchine a iniezione e stampi, la Svizzera stampi, termoformatrici, macchine a iniezione e stampatrici flessografiche. Dalla Repubblica Ceca, dove hanno sede diversi costruttori anche non europei, importiamo stampi.

  2015 % sul totale 2015 ∆% 15/14 ∆% media 13/15
UE 1.445.161 49,7 10,6 6,2
Altri Europa 306.318 10,5 -0,7 -3,0
Estremo Oriente 330.461 11,4 6,1 2,7
Nafta 250.470 13,7 37,5 14,0  
Sud America 156.476 5,4 -12,4 -6,4
Medio Oriente 98.075 3,4 -17,6 -0,4
Nord Africa 79.474 2,7 0,1 5,1
Altri Africa 52.021 1,8 -8,4 -0,1
Oceania 24.557 0,8 47,0 0,5
Centro America 17.833 0,6 7,0 -4,3
Mondo 2.908.892 100,0 8,4 4,2

Export italiano di macchine, attrezzature e stampi per materie plastiche e gomma per aree geografiche (migliaia di euro)

Ausiliari su, macchine giù
Dall’analisi triennale Assocomaplast emerge che l’export italiano di macchine per la trasformazione primaria è sofferente, mentre è più dinamico quello degli ausiliari. La lente d’ingrandimento su macchine a iniezione, per soffiaggio ed estrusori evidenzia come la causa delle minori vendite all’estero sia dovuta al calo delle forniture verso Regno Unito, Polonia e Iran per le macchine a iniezione, una perdita di quote di mercato in Russia, Arabia Saudita e India per gli estrusori e a un arretramento nei confronti di Russia e Brasile per le macchine per soffiaggio. Le stampatrici flessografiche, dopo le difficoltà del 2008, hanno ripreso a correre arrivando a 157 milioni del 2015, essenzialmente dirette a USA, Spagna e Polonia.
L’export complessivo italiano è rivolto per il 60% a Germania (stampi), USA, Polonia, Francia (stampi, estrusori e stampatrici flessografiche), nonché Cina (estrusori, stampi, termoformatrici e macchine per soffiaggio).

La ripresa dell’Eurozona
Una crescita debole e intermittente ha contrassegnato l’indice della produzione industriale italiana nel 2015 che, secondo le statistiche Istat, ha raggiunto a dicembre il valore di 93,5 (base 100 = 2010), con un inizio anno partito a 90,4. D’altra parte, negli ultimi mesi dell’anno, le imprese manifatturiere hanno segnalato una difficile ripresa economica, confermata dalle stime 2016 di crescita del PIL elaborate dal Ministero dell’Economia.
Secondo l’Istat, il PIL dell’Eurozona dovrebbe espandersi nel 2016 dello 0,4% a trimestre, sostenuto dalla maggiore domanda interna. Si prevede una ripresa graduale degli investimenti in seguito al crescente utilizzo della capacità produttiva e favorita dal basso costo del denaro. L’organizzazione mondiale del commercio stima una crescita del commercio globale nel 2016 pari al 2,8%, in linea con il 2015 e secondo una progressione sostenuta dalla ripresa della domanda delle economie asiatiche, con la possibilità di segnare +3,6% nel 2017.

Il futuro tra alti e bassi
L’export italiano dovrebbe essere sostenuto dalla debolezza dell’euro, con effetti peraltro mitigati dagli avvenimenti sul fronte politico ed economico che rendono difficili le previsioni a medio-lungo termine. Tra i fattori che contribuiscono a questa incertezza figurano i flussi migratori, la fuoriuscita del Regno Unito dall’UE e il persistere delle sanzioni verso la Russia. Ulteriore incertezza, osserva Assocomaplast, viene dal rallentamento dell’economia cinese e dalle “perturbazioni” politiche in Brasile, dove gli italiani hanno investito in maniera consistente. Da valutare la situazione in Iran dopo il ridimensionamento delle sanzioni che l’anno scorso hanno portato l’export a quota 13 milioni di euro. Le aspettative sono ottimistiche per gli USA, dove l’industria trasformatrice presenta indici diffusamente in crescita e i produttori locali fanno ampio ricorso a costruttori europei e giapponesi. Buone le previsioni per Messico e Argentina, mentre i costruttori italiani – e anche tedeschi – perdono terreno in Africa: i Paesi sub-sahariani non sono ancora pronti per la tecnologia avanzata italiana, mentre quelli della fascia mediterranea sono caratterizzati da instabilità politica e sociale.


Sfoglia la rivista

  • n.3 - Aprile 2024
  • n.2 - Marzo 2024
  • n.1 - Febbraio 2024


RSS Notizie da Meccanicanews


RSS Notizie da Il Progettista Industriale


Ti potrebbero interessare

Economia

Versalis acquisisce il 100% di Tecnofilm

Lo scorso 15 aprile Versalis, società chimica di Eni, ha annunciato di aver perfezionato il closing per l’acquisizione del 100% della società Tecnofilm, specializzata nel