Gumdrop: la seconda vita del chewing-gum

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gumdropPensare di riutilizzare un chewing-gum masticato sembra la metafora per descrivere un’impresa completamente vana, invece un’azienda britannica, Gumdrop, lo ricicla per trasformarlo in un polimero, Gum-tec, lavorabile per stampaggio a iniezione o soffiaggio, e così rinascere a nuova vita.

Il futuro è verde. Con una goccia di rosa
La materia prima consumata è innanzitutto raccolta negli appositi cestini Gumdrop dislocati lungo le vie di parecchie città inglesi, in parchi di divertimento, all’aeroporto, nei campus universitari o in contenitori portatili – i Gumdrop On-the-go – da agganciare al portachiavi ove riporre educatamente la gomma da masticare dismessa. Entrambi i contenitori di raccolta sono sferici e di colore rosa, esattamente come una bolla di bubble gum. E sono realizzati tramite soffiaggio con un materiale ricavato dallo scarto che raccolgono: il polimero Gum-Tec.
Il circolo virtuoso parte, ovviamente, dalla buona volontà dei masticatori, perciò l’azienda ha chiesto a chi sceglieva di partecipare alla raccolta: “cosa vorresti che diventasse, la tua gomma?”. Con la collaborazione di produttori di articoli promozionali, la gamma di prodotti Gum-tec ha resuscitato i chewing-gum sotto le spoglie di righelli, contenitori per il pranzo al sacco, frisbee, pettini, plettri per chitarra, fermaporta, posate, decorazioni per biciclette, coni per attività sportive, yo-yo, tazze per bevande, cover per cellulari.

bubble
ruler
contorno

Un circolo chiuso
Gumdrop Ltd è stata fondata da Anna Bullus nel 2009 ed esemplifica come meglio non si potrebbe il concetto di un processo di riciclo closed loop. Specializzanda in materie plastiche e sperimentazioni sui materiali presso l’Università di Brighton, Anna Bullus ha cominciato a sperimentare la riciclabilità di diversi tipi di prodotti, dal legno al metallo, al vetro, ma si è innamorata della plastica “perché versatile, colorata, lavorabile con molte tecniche diverse” e, grazie alla scoperta della riciclabilità della gomma da masticare, si è laureata a pieni voti. Incoraggiata dai riscontri positivi della propria idea, ha contattato il Dipartimento polimeri della London Metropolitan University e ha lavorato per tre anni allo sviluppo del polimero ribattezzato Gum-tec, che si articola in una gamma di compound termoplastici e TPE. Il prodotto è stato lanciato nel 2011 e da allora i Gumdrop sono stati installati in aziende private come BAA, Royal Mail, Amey, ISS, nei centri commerciali Westfield, e in città piccole e grandi.

Chi piĂą spende piĂą risparmia
«Abbiamo intrapreso una collaborazione con “Keep Britain Tidy” (Mantieni pulita la Gran Bretagna), che ha permesso ai nostri clienti di verificare se i Gumdrops fossero realmente efficaci nel promuovere una riduzione dei rifiuti di gomme da masticare, e con essa un risparmio di tempo e di denaro prima impiegato nella loro rimozione», spiega – spiega Anna Bullus. «Già in fase di lancio del progetto, le persone sono immediatamente coinvolte nel processo e maturano una maggior consapevolezza nel riciclo».
In una prova condotta all’aeroporto di Southampton, due raccoglitori Gumdrop sono stati collocati nel bagno degli uomini e sostituiti cinque volte nell’arco di un anno al costo di circa 340 sterline, realizzando un risparmio sulle spese di pulizia stimato intorno a 4.620 sterline. Un altro test ha ridotto i rifiuti del 40 per cento nell’affollata Villiers Street di Londra. Un ottimo risultato, dal momento che la completa rimozione di rifiuti in Oxford Street, lunga meno di due miglia, richiede tre mesi di pulizia con il vapore per eliminare più di 300.000 pezzi di chewing-gum.

Educazione, un nodo cruciale
Gumdrop ha stipulato il suo primo accordo commerciale nel 2012 con Legoland, popolare parco a tema a ovest di Londra, e da allora si è espansa un po’ dappertutto in Gran Bretagna. Ma i masticatori di gomme sono ovunque: circa il 59 per cento negli Stati Uniti, il 44 per cento in Regno Unito, il 79 per cento in Arabia Saudita, l’82 per cento in Iran. «Abbiamo appena lanciato Gumdrop in Danimarca, incominciando da scuole e università. I rifiuti di gomma da masticare sono un problema comune in altri Paesi europei, dunque credo che l’idea verrà ulteriormente esportata», continua. «Siamo convinti che fornendo alle persone la maggiore informazione possibile, le loro decisioni saranno sempre più consapevoli. L’educazione è il nodo cruciale e il successo dei cestini Gumdrop sarà determinato dalla qualità della sensibilizzazione al tema che sapremo fornire», conclude Anna Ballus.


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