Il settore gomma-plastica riparte dalla transizione green

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Sostenibilità ed economia circolare quanto stanno modificando le strategie aziendali? Su quali tecnologie innovative si sta investendo maggiormente? Qual è il ruolo della formazione e come lo sviluppo di competenze adeguate in questa fase può accelerare la crescita? Questi i temi al centro del nuovo Osservatorio Mecspe di Senaf (manifestazione che si terrà a BolognaFiere dal 23 al 25 novembre 2021) sul primo trimestre dell’anno in corso, che ha analizzato anche lo spaccato sulle imprese manifatturiere del settore gomma-plastica.

In ripresa l’indice di fiducia degli imprenditori

L’analisi dell’Osservatorio Mecspe sul primo trimestre 2021 “Focus Plastica” mostra segnali di miglioramento. Gli imprenditori italiani continuano a credere in se stessi, con un indice di fiducia generale che posiziona il loro stato d’animo, in una scala da uno a nove, su un livello “medio” rispetto allo scenario attuale. La situazione personale è giudicata sufficiente, con quasi sette imprenditori su dieci soddisfatti dell’andamento della propria azienda (67%, rispetto al 37% di luglio 2020), mentre il 72% ritiene che l’attuale portafoglio ordini sia adeguato ai livelli di sostenibilità finanziaria della propria realtà. Una percentuale totalmente ribaltata rispetto al sentiment registrato lo scorso anno, quando il 63% aveva risposto negativamente alla stessa domanda.

Se si guarda ai fattori esterni all’azienda, invece, l’indice diminuisce gradualmente: da un livello di fiducia sei per l’andamento del proprio settore e per lo scenario economico internazionale, la fiducia passa al livello cinque per lo scenario economico del nostro paese e a livelli ancor più bassi in riferimento alla situazione occupazionale e allo scenario politico italiano (entrambi al livello quattro).

Nella programmazione politica relativa a misure di sostegno e incentivazione del sistema imprenditoriale, tra gli asset di sviluppo su cui sarebbe più opportuno puntare, le imprese della plastica hanno pochi dubbi: il 34% sceglie la detrazione per l’acquisto di macchinari e beni strumentali, il 24% indica in generale l’Industry 4.0, il 14% la formazione del personale, l’11% l’internazionalizzazione.

Il futuro della fabbrica è sostenibile

Il processo di trasformazione industriale oggi si muove nella direzione della sostenibilità. Nonostante le difficoltà del periodo, negli ultimi mesi il 46% delle imprese intervistate dichiara che la sensibilità al tema è aumentata e di avere implementato processi volti alla sostenibilità nella propria azienda. Tra gli aspetti su cui le si sta puntando maggiormente, al primo posto c’è la riduzione dei consumi (40%), seguita dall’attenzione all’inquinamento e dall’impatto ambientale (37%), insieme a un orientamento crescente verso l’eco-sostenibilità dei prodotti (22%).

Aumentano gli investimenti in innovazione

Nel piano per il 2021, le aziende dichiarano che investiranno in ricerca e innovazione, ambito che si conferma ancora una volta fondamentale per reagire alla crisi. Un quadro che coinvolge per il 50% gli intervistati intenzionati a destinare entro l’anno una quota fino al 10% del proprio fatturato (era il 42% a luglio 2020), mentre il 23% si spingerà oltre, tra l’11% e il 20%. Analizzando nel dettaglio le tecnologie privilegiate, in testa troviamo la robotica collaborativa (20%), seguita da produzione additiva (19%), sicurezza informatica e internet of things (17%), materiali intelligenti (16%), cloud computing (15%), simulazione (11%), big data e realtà aumentata/virtuale (6%) e intelligenza artificiale (4%). In coda le nanotecnologie, introdotte entro l’anno solo dal 3% delle imprese.

Giovani, un asset importante

Gli investimenti in formazione rappresentano per gli imprenditori la migliore strategia per valorizzare il capitale umano in azienda (49%). Per il 39% è altrettanto utile favorire la motivazione e la soddisfazione dei dipendenti con servizi dedicati, mentre secondo il 10% occorre puntare sulla digitalizzazione per lo sviluppo di nuove competenze. I giovani restano un asset molto importante.

Malgrado le perplessità e la scarsa fiducia mostrate a livello generale sullo scenario occupazionale, il 61% dei rispondenti all’indagine ha confermato di avere assunto nell’ultimo anno giovani under 35, giudicati i più indicati a rispondere in questo momento alla rapida corsa dei processi digitali della fabbrica: il 23% sta valutando di introdurre giovani specializzati nel campo delle tecnologie 4.0 provenienti da ITS o università, ma con già un minimo di esperienza lavorativa. Il 16%, invece, sta predisponendo percorsi formativi interni dedicati ai giovani già dipendenti dell’azienda, mentre il 15% sta valutando di assumere giovani anche senza una precedente formazione scolastica o lavorativa, predisponendo però percorsi formativi specifici interni. Le competenze oggi più ricercate in fase di assunzione riguardano in primis la capacità di lavorare in gruppo (24%), insieme alle skill sviluppate sul fronte vendita e post-vendita (21%) e nell’assistenza tecnica e manutenzione (19%). Servono capacità anche nel marketing digitale (17%), nell’utilizzo e programmazione di macchine CNC (15%), ma anche expertise rivolte alla sostenibilità ambientale/economia circolare e alla prototipazione rapida (entrambe al 10%).


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