Il 5% di Manucor va ai manager e Sibur esce dal capitale sociale

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Lo scorso 16 gennaio è stata portata a termine una complessa operazione che ha portato il socio Biaxplen (società del gruppo russo Sibur) a uscire dal capitale sociale di Manucor. A seguito di tale operazione, la società L&M, appositamente costituita da Luigi Scagliotti e Matteo Rossini, rispettivamente amministratore delegato e presidente del Consiglio di Amministrazione di Manucor, è diventata titolare di una partecipazione pari al 5% del capitale sociale, mentre l’altro socio, Loren SPV, ha accresciuto la propria partecipazione al 95%. L’operazione è stata finanziata da Cherry Bank, assistita da LCA Studio Legale, mentre lo Studio Legale Cappelli RCCD è stato il deal counsel dell’operazione.

Fondato nel 1987 dalla famiglia Manuli e denominato inizialmente Manuli Film, Manucor è uno dei principali produttori europei di film in polipropilene biorientato (BOPP) per il packaging flessibile degli alimenti, per nastri ed etichette autoadesive e per wrap-around, con sede a Milano e stabilimento produttivo a Sessa Aurunca (Caserta).

Negli ultimi anni Manucor è stata interessata da diversi passaggi di proprietà, fino all’acquisto da parte di Pillarstone nel 2018, nell’ambito di un’operazione di ristrutturazione dell’indebitamento finanziario e di ricapitalizzazione. Nel 2019, dopo aver realizzato una prima parte del rilancio operativo, Pillarstone ha ceduto il 50% del capitale sociale a Biaxplen e il restante 50% è stato sottoscritto da Loren SPV, una società di cartolarizzazione i cui noteholders – beneficiari economici del portafoglio di crediti e di equity di Loren – sono primarie istituzioni bancarie e finanziarie italiane.

Nel 2022, a seguito delle tensioni geopolitiche collegate alla guerra in Ucraina, si è reso necessario ridurre la partecipazione di Biaxplen al di sotto del 50% del capitale sociale, fino al completo disinvestimento del socio russo attraverso l’operazione conclusasi il 16 gennaio 2023. Il cambio di azionariato consentirà a Manucor di operare in maniera più efficiente con fornitori e clienti e di avvantaggiarsi di eventuali sinergie con altri operatori e investitori.

Lo stabilimento produttivo di Manucor a Sessa Aurunca (Caserta)

La società si appresta a chiudere il 2022 con fatturato di 225,7 milioni di euro, un EBITDA di 13 milioni e un utile di 5,7 milioni, nonostante i costi energetici siano cresciuti del 157% rispetto all’anno precedente. Il piano triennale prevede risultati in linea con il biennio concluso e l’azzeramento dell’indebitamento finanziario.


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