Feel the peel: nel bar circolare la buccia dell’arancia diventa bicchiere

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Un chiosco con una cupola semicircolare, simile a una mini-giostra del luna park, per vendere succo d’arancia: Feel the Peel integra uno spremiagrumi alto 3,10 metri, realizzato dallo studio CRA – Carlo Ratti Associati su commissione di Eni, che riutilizza le bucce d’arancia attraverso la stampa 3D. Il prototipo mira alla promozione dell’economia circolare, calandola nella vita di tutti i giorni con una metafora brillante: impiega un simbolo di rotondità, l’arancia, così spesso associata alla Terra per le similitudini nella struttura, protetta da una scorza più spessa, robusta ed elastica che racchiude un nucleo fluido. Con questo progetto, in tour presso importanti eventi italiani – è stato ospite del Singularity University Summit di Milano (8-9 ottobre 2019) e di Ecomondo, la fiera dedicata all’universo del riciclo e delle energie rinnovabili (5-8 novembre 2019, Rimini) – Eni racconta il proprio impegno nella sostenibilità valendosi dell’ingegno degli innovatori di CRA.

Aranciata meccanica

Nel video promozionale del progetto un’arancia scivola lungo un binario, viene tagliata a metà e spremuta. Le scorze vengono raccolte e trasformate in un filamento per 3D printing con il quale si realizzano i bicchieri in cui sorseggiare il succo. «E tutto lo scarto organico può essere utilizzato per produrre biocarburante. Ma questa è un’altra storia» sottolinea una scritta in sovraimpressione. Insomma, nel bar “circolare” Feel The Peel nulla si distrugge, ma tutto si trasforma.

La macchina spremiagrumi è sormontata da una cupola con binari a spirale che accoglie 1.500 arance. Quando un cliente ordina una spremuta, i frutti scivolano nella macchina che ne estrae il succo, le bucce cadono nella parte inferiore del sistema, ove si accumulano. Un processo di essiccazione, macinatura e miscelatura con PLA le trasforma in biopolimero, che viene riscaldato e fuso in un filamento per alimentare una stampante 3D di Wasp che costruisce i bicchieri. Il processo di produzione additiva è a vista: di fronte ai clienti la macchina integrata nel chiosco deposita layer concentrici di materiale fino a completare il recipiente. La miscela, prima dell’uso, viene sottoposta a pesatura e bilanciamento meticolosi per garantire le giuste proporzioni di polvere d’arancia e PLA.

Partner tecnico è Wasp, un’azienda che produce stampanti 3D di tutte le dimensioni – fino a Crane Wasp che costruisce case – e collabora a progetti sperimentali di grande fascino, che spaziano dalla bioedilizia all’artigianato digitale, dal medicale al food.

Durante la Milano Design Week di quest’anno, Carlo Ratti ha allestito presso l’Orto Botanico
di Milano “Circular Garden”, un’installazione realizzata con un micelio, la radice fibrosa dei funghi,
per promuovere le innovazioni di Eni nel campo dell’economia circolare

Progetti circolari e tecnologie Eni

«Il principio della circolarità è un “must” per gli oggetti d’oggi» osserva Carlo Ratti, socio fondatore dello studio CRA e direttore del Senseable City Lab presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Boston, un’iniziativa di ricerca focalizzata sulle mutazioni tecnologiche dei centri urbani. «Lavorando con Eni, abbiamo cercato di mostrare il concetto in un modo molto tangibile, sviluppando una macchina che ci aiutasse a capire come utilizzare al meglio le arance dopo averne estratto il succo. Le prossime versioni potrebbero includere nuove funzionalità, ad esempio la stampa di tessuti realizzati con le bucce d’arancia» spiega Ratti.

La collaborazione tra la multinazionale del cane a sei zampe e lo studio CRA è alla terza tappa: in occasione della Milano Design Week (8-14 aprile 2019), Carlo Ratti ha allestito presso l’Orto Botanico di Milano “Circular Garden”, un’installazione costruita con un micelio, la radice fibrosa dei funghi, utilizzata di recente anche per produrre imballaggi sostenibili e persino oggetti. Sessanta archi alti 4 metri, autoportanti, sono stati prodotti con materiale organico e iniettati di spore e, al termine dell’evento, sbriciolati e restituiti alla terra, dimostrando così che anche l’architettura può essere circolare.

Nel 2018, per il salone Maker Faire di Roma, CRA ha progettato un ristorante circolare dove i visitatori, dopo aver consumato pietanze fritte oppure bevuto bevande centrifugate, diventavano “attori virtuosi” del ciclo di trasformazione, all’interno dei processi industriali Eni, degli scarti generati dalla cucina in nuove risorse. L’olio di frittura può diventare biocarburante (in settembre è stata inaugurata la bioraffineria Eni di Gela, che trasformerà fino a 750.000 tonnellate annue di oli vegetali usati e di frittura, grassi animali, alghe e sottoprodotti di scarto, nda), mentre il polistirene può essere riciclato in materiale per l’isolamento termico e non solo. I gradi Versalis Revive® EPS, realizzati con la collaborazione di Corepla, e i compound Revive® PE, a base di polietilene a bassa e ad alta densità contenenti fino al 75% di plastica da post consumo urbano, sono stati presentati al K2019 di Düsseldorf. La circolarità ripaga.


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