Edilizia: la plastica green fa la differenza

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Quello delle costruzioni è il secondo settore d’applicazione per i polimeri riciclati, con una quota del 26%. E in futuro ci si aspetta un’ulteriore crescita. Qui polietilene, polipropilene, polistirene compatto ed espandibile sono utilizzati per creare diversi manufatti: dalle tubazioni ai rivestimenti per pavimenti esterni, dagli schermi per l’impermeabilizzazione fino agli isolanti termici e ai mattoni. Nel nome dell’economia circolare           

Stando ai numeri del rapporto firmato dalla Global Alliance for Building and Construction, l’edilizia è responsabile del 39% delle emissioni di anidride carbonica disperse nell’ambiente a livello globale. A cui va poi aggiunto l’impatto del processo di costruzione e di demolizione. Percentuale destinata a incrementare ulteriormente se è vero, come ben evidenzia il rapporto, che continuando a costruire con gli attuali ritmi, entro il 2060 il patrimonio mondiale edilizio è destinato a raddoppiare.

Per cercare di ridurre il suo impatto ambientale il settore dell’edilizia ha già iniziato a fare passi importanti, ne sono un esempio l’utilizzo di miscele di calcestruzzo a basse emissioni di carbonio, oppure di “acciaio verde”, prodotto con energia rinnovabile e materie prime riciclate, così come l’utilizzo di materiali alternativi come fango, paglia o legname ecologico, ma anche plastica riciclata, per agevolare l’economia circolare e rendere l’immobile sostenibile lungo tutto l’arco della sua vita.

«L’utilizzo della plastica riciclata in edilizia è sempre più diffuso», interviene Ilaria Oberti, professoressa associata del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano. «Tanto da essere il secondo settore d’utilizzo, alle spalle di quello dell’imballaggio, della plastica green prodotta in Italia, con una quota del 26%, come evidenziato dall’ultima analisi quantitativa del mercato realizzata da Plastic Consult per IPPR, segnando un incremento del 6% circa sull’anno precedente”.

I polimeri principalmente utilizzati in questo settore sono i polietileni (LDPE, LLDPE e HDPE), il polipropilene, il polistirene compatto ed espandibile (PS, EPS). Ma l’edilizia è anche il principale sbocco delle plastiche miste, che rappresentano il 35% degli utilizzi nel segmento.

Tubazioni&Co

Ilaria Oberti, professoressa associata del Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito del Politecnico di Milano

«In edilizia, la plastica riciclata viene utilizzata per la realizzazione di diversi manufatti, come tubazioni e casseri a perdere, nei vespai», prosegue Oberti, «ma anche per l’alleggerimento delle solette, rivestimenti per pavimenti (soprattutto per esterno), membrane e schermi per l’impermeabilizzazione, griglie per pavimentazioni esterne, isolanti termici, infissi, corrugati, canaline per il drenaggio dell’acqua». Leggerezza, flessibilità, robustezza e durabilità sono le caratteristiche che fanno della plastica riciclata un materiale destinato a essere sempre più utilizzato anche in ambito edilizio.

Tanto che diverse aziende si sono già mosse per cavalcare questa importante opportunità di business. Un esempio è Silcart, impresa specializzata nella produzione di materiali da costruzione con sede nella provincia di Treviso, che, in occasione dell’ultima “Giornata degli Oceani”, ha lanciato sul mercato Ocean felt. Si tratta di uno schermo sottotegola bituminoso che sposa l’approccio circolare dei materiali, impiegando un’armatura in poliestere 100% riciclato e una finitura in non tessuto in polipropilene da riciclo industriale.

A occuparsi della raccolta della plastica sono gli operatori del programma Prevented Ocean Plastic, l’iniziativa di riciclo dei materiali di Bantam Materials, realtà specializzata nella produzione di materiali riciclati che ogni anno raccoglie oltre un miliardo di bottiglie di plastica destinate a diventare poi prodotti sostenibili certificati. Il non tessuto in poliestere, invece, proviene completamente da materiale riciclato e i non tessuti di finitura sono realizzati in polipropilene da riciclo industriale.

Dai campi agli edifici

I mattoni Blockto in plastica riciclata ideati dal francese Pierre-Alexandre Coutand

Anche i teli in plastica per agricoltura possono essere recuperati, riciclati e riutilizzati in edilizia come film isolanti. L’idea è nata tre anni fa e ha portato alla creazione di una filiera circolare per il recupero dei rifiuti plastici (beni in polietilene), che ha coinvolto Ecopolietilene, consorzio per la gestione dei rifiuti da beni in polietilene, insieme con il produttore parmense Eiffel e il distributore Aniplast, con il supporto operativo di Ecolight Servizi, Metaplas e Plastimontella, nel progetto “La nuova vita del film agricolo”.

Mattoni green

Applicazione dei mattoni Blockto per la costruzione di una piscina

Tra i prodotti con buone potenzialità in termini di sostenibilità, ci sono poi i mattoni di plastica riciclata. «Si tratta di un interessante prodotto edilizio, che però difficilmente potrà essere utilizzato nel breve-medio termine per la costruzione di edifici, in alternativa ai prodotti tradizionali normati», spiega Ilaria Oberti. «In Italia, l’utilizzo di materiali, prodotti, componenti e sistemi edilizi, soprattutto strutturali, deve infatti rispondere a requisiti di sicurezza indicati da norme vigenti, come possono essere le Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC), aggiornate con decreto ministeriale 17 gennaio 2018. Ma al momento, nel nostro Paese, non esistono normative specifiche sulle caratteristiche e sull’utilizzo dei mattoni in plastica riciclata».

Nel frattempo, questi prodotti possono però essere utilizzati per la realizzazione di fioriere, per la costruzione di piscine (vedi foto d’apertura, ndr), per muri esterni da decorare con vegetazione, fontane decorative e altro. L’idea è venuta al francese Pierre-Alexandre Coutand, che ha ideato Blockto, un mattone che ricorda gli storici Lego e che è realizzato in plastica riciclata proveniente da varie fonti, come bottiglie e contenitori, raccolta, pulita e trasformata in granuli dalla cui lavorazione deriva il polipropilene riciclato, materia prima per la produzione dei mattoncini. Ogni singolo mattone misura 20 × 25 × 60 cm, pesa 3,5 kg e può essere suddiviso in blocchi più piccoli, in modo da essere utilizzato in vari ambiti.

I ByBlocks possono essere utilizzati per costruire qualsiasi cosa, dalle recinzioni alle mura, dalle terrazze alle fermate degli autobus

Alcune sperimentazioni sui mattoni in plastica riciclata sono in corso anche in Kenya, dove l’ingegnere Nzambi Matee, a capo della startup Gjenge Makers, ha inventato un sistema per mescolare plastica e sabbia a temperature molto elevate, per poi comprimerle in mattoni. L’impianto è in grado di trasformare una gran quantità di rifiuti, anche quelli che tradizionalmente sono esclusi dal riciclo tradizionale, producendo circa 1500 mattoni al giorno. E rivendendoli a un prezzo di circa 7,70 dollari al metro quadrato.

Nell’ambito dei mattoni sostenibili lavora anche la start up americana ByFusion Global, che raccoglie i rifiuti di plastica dagli oceani per trasformarli in materiale da costruzione utilizzando una combinazione di vapore e compressione per modellare tutti i tipi di plastica, anche non riciclabile, in blocchi chiamati ByBlocks. Questi possono essere utilizzati per costruire qualsiasi cosa, dalle recinzioni alle mura, dalle terrazze alle fermate degli autobus.

Tre sono le varianti: ci sono quelli modellati con pioli per potersi incastrare, altri sono piatti e altri ancora sono una combinazione dei due. Anche se i protagonisti del processo di produzione sono i macchinari, chiamati Blockers. Queste macchine, come si legge sul loro sito web, possono essere riempite di cumuli di rifiuti, che sono poi schiacciati in blocchi, senza bisogno di smistamento. Dopo anni di ricerca e sviluppo, l’azienda ha installato un’unità di produzione completa a Los Angeles, dove può lavorare 450 tonnellate di plastica l’anno.

Sono solo esempi di aziende che hanno saputo muoversi per tempo in uno dei segmenti più sfidanti per l’utilizzo della plastica riciclata.

Carolina Parma


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