Con una storia politica travagliata e un’immagine di povertà, l’Albania è rimasta in silenzio per anni, in attesa dell’interesse della comunità internazionale. Oggi, quel momento potrebbe essere arrivato. Dando merito alle sfide governative, lanciate e vinte, il paese sembra pronto per levarsi in volo, come l’aquila nera a due teste che troneggia sullo sfondo rosso della bandiera nazionale. Le previsioni positive degli organismi finanziari internazionali e le politiche messe in atto dal Governo centrale per fronteggiare le difficoltà post pandemia sembrano tratteggiare un futuro positivo, segnato da una rapida ripresa, ma soprattutto attrattivo per gli imprenditori esteri desiderosi di recuperare il business perso in questi mesi. La vicinanza geografica, una serie di vantaggi economici che attraggono gli investimenti, un costo della manodopera ancora basso, nonché una tassazione favorevole, sono solo alcune delle attrattive. Alla luce dei nuovi assetti, in questo delicato momento economico internazionale, cercheremo di scoprire gli aspetti più importanti del mercato albanese, valutandoli secondo i principi della SWOT analysis.
1 Market overview
Nell’ultimo biennio la crescita del PIL albanese si è attestata mediamente sui 3,2 punti percentuali e, secondo le previsioni della Banca Mondiale, in accordo con quelle del Global Economic Prospect, prima dell’emergenza sanitaria si stimava una crescita particolarmente solida (+8%) per il biennio 2021-2022. Oggi, queste proiezioni lasciano spazio a nuovi numeri. La produzione subirà un arresto, così come la domanda interna. L’inflazione, rallentata nel 2019 attestandosi all’1,1%, resterà tendenzialmente stabile, pur seguendo l’andamento della domanda interna, che subirà un leggero freno. Nel 2019 la disoccupazione era diminuita, arrivando all’11,4% con 160.000 non occupati (-16.000 rispetto al 2018), ma nell’anno in corso dovrebbe tornare ad aumentare per ovvie ragioni. Le previsioni della World Bank sostengono che il secondo trimestre 2020 porterà il paese in una fase recessiva, aggravata dal crollo del settore turistico, che potrebbe pesare sull’intera economia con una contrazione del PIL che potrebbe arrivare a 5 punti percentuali a fine anno, per tornare a salire verso la metà del 2021. Il valore negativo sarà influenzato dai mancati introiti della stagione estiva, a meno di eventuali cambiamenti della situazione contingente.
Anche secondo la Banca Centrale albanese l’attività economica dovrebbe registrare il massimo rallentamento nel secondo trimestre 2020, con un secondo semestre complesso e una piena ripresa nel 2021. Sicuramente la pandemia lascerà delle tracce, ma saranno solo transitorie e gli equilibri economici e finanziari – così come il trend di crescita nel medio e lungo termine – non verranno intaccati.
Decisamente migliori, invece, le previsioni dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, secondo cui la crisi influenzerà il turismo e, solo a latere, il settore manifatturiero: l’Albania risulterà il paese meno colpito dell’intera regione balcanica. Nel 2021 si potrà ritornare ai positivi valori del PIL pre-Covid, con una crescita dell’8,8% (che quindi, al netto del disavanzo 2020, si muterà in un PIL variabile tra +3% e + 4%) e un nuovo aumento di consumi e investimenti privati, a differenza di quelli pubblici che non si sono fermati neppure nel periodo di emergenza, quando il paese ha deciso di non interrompere i progetti in fieri.
Alla fine di aprile, la Commissione parlamentare economica ha approvato il bilancio 2020, prevedendo un pacchetto finanziario destinato a cittadini e imprese in difficoltà a causa dell’emergenza pandemica. Si tratta di una manovra di 7 miliardi di lek (56,2 milioni di euro) destinata ai dipendenti del settore privato, con una suddivisione funzionale al fatturato delle imprese (sotto i 113.000 euro). A questo si aggiunge l’approvazione di una (seconda) garanzia sovrana per capitale circolante e investimenti, destinata alle imprenditorie albanesi (o di diritto albanese, quindi anche straniere). Sempre a sostegno del mercato, la Banca d’Albania ha deciso di adottare una serie di misure per mitigare gli effetti negativi, creando le premesse per una rapida ripresa: l’Istituto ha infatti aumentato la sua capacità operazionale, garantendo una fornitura ininterrotta di denaro, stampando nuova moneta. Il Consiglio di Vigilanza della Banca, con le altre Autorità, sta operando per rimodulare la politica fiscale, che assumerà un ruolo primario per la ripresa.
L’erogazione di fondi destinati all’emergenza sanitaria, il sostegno alle famiglie e i provvedimenti fiscali per migliorare la liquidità delle imprese rappresentano le principali misure a sostegno della crisi. Si procederà anche con un aumento del debito pubblico per riuscire a mantenere gli equilibri economici e finanziari. Le imprese saranno tenute a riorganizzarsi con una maggiore flessibilità, utilizzando nuovi modelli, in modo da non bloccare la catena di produzione e servizio.
2 Market trend
Nel 2006 l’Albania ha siglato un accordo di Associazione e Stabilizzazione con l’UE, stipulando poi diversi Trattati di libero scambio con i singoli paesi per consentire il reciproco libero accesso dei prodotti nei mercati. Da sempre l’Italia sostiene rapporti di un certo rilievo con l’Albania, che oggi è il quarto mercato di destinazione dell’export italiano in Europa non UE-CSI, mentre il nostro paese è il primo fornitore, seguito da Grecia, Germania e Cina.
Oltre un terzo dell’export italiano è costituito da “prodotti finiti classificati secondo la materia” (444 milioni di euro), mentre i prodotti chimici rappresentano il 10% dell’export e dell’import, passato da 110 a 111 milioni di euro nel 2019. Nel dettaglio, l’export di materie plastiche in forme primarie nel 2019 è stato pari a 17,6 milioni di euro (in calo di 1,5 milioni rispetto al 2019), mentre quello di materie plastiche in forme non primarie è rimasto stabile, pari a 17,2 milioni. Con riferimento a queste voci, dalla comparazione tra import ed export si evidenzia un forte sbilanciamento degli scambi commerciali, con l’export albanese nettamente inferiore a quello italiano. Inoltre, l’analisi del trend decennale mostra una crescita costante dal 2010 in poi, nonostante il leggero freno nell’ultimo biennio. Si è passati da 9,1 milioni di euro nell’export di materie plastiche in forme primarie del 2010 a 17,7 del 2019 e da 8,9 milioni di euro nell’export di materie plastiche in forme non primarie del 2010 ai 17,2 milioni dello scorso anno. Secondo le previsioni, nei prossimi anni l’export potrebbe rimanere costante, senza punte di crescita significative, non solo per la questione pandemica ma per un aumento della produzione locale, come esito della delocalizzazione produttiva in fieri.
Sicuramente un trend molto positivo è quello segnato dalle macchine per la lavorazione delle materie plastiche (con riferimento a formatrici, estrusori, termoformatrici, presse e stampi, macchine per la trasformazione delle resine…). Nell’ultimo quinquennio il valore dell’export italiano è quadruplicato, passando da 1,3 milioni di euro nel 2014 a 5,4 milioni nel 2019; in particolare il balzo è avvenuto tra il 2018 e il 2019, con il raddoppio dell’export (2,6 milioni nel 2018).
3 Market penetration strategy
Gli investimenti esteri sono regolamentati da una normativa emanata nel 1993 e modificata negli anni per creare un clima sempre più favorevole e business friendly. La Legge sugli IDE offre garanzie a tutti gli stranieri (persone fisiche o giuridiche) che operano in Albania, senza la necessità di autorizzazione preventiva o governativa, in alcun settore. L’ultima modifica, che risale al 2015, ha stabilito che è possibile operare attraverso due diverse Procedure (Assistita e Speciale) e ha delineato le regole e i criteri per la concessione dello status di “investimento strategico”. Questa tipologia di business prevede l’impiego di capitale straniero per perseguire un progetto di interesse pubblico, con determinate dimensioni, tempi, produttività e valore. L’investimento dovrà creare nuovi posti di lavoro e un effettivo sviluppo economico, regionale e locale. La Legge concede allo straniero la proprietà del 100% del capitale di una società di diritto albanese, vietando espropriazione e nazionalizzazione di un’impresa, a eccezione dei casi di pericolo per l’incolumità dello Stato o di violazione della tutela dell’interesse pubblico. Alcune limitazioni riguardano il settore televisivo, dei servizi sanitari e legali, così come l’acquisto di terreni agricoli. Sarà sempre consentito il rimpatrio dei profitti, con un trattamento favorevole in conformità agli accordi internazionali.
Per poter iniziare un’attività imprenditoriale è necessario operare attraverso il Centro Nazionale di Business (QKB, www.qkr.gov.al), istituzione dipendente dal Ministero dell’economia e delle finanze. Il QKB utilizza un sistema integrato di dati elettronici che stabilisce la connessione tra tutti i vari point delle sedi fisiche, coordinando le notizie e offrendo alle società la possibilità di ricevere costantemente informazioni sullo stato delle proprie richieste. Recentemente è stata messa a disposizione la mail info.qkb@qkb.gov.al per le assistenze di carattere tecnico.
Analizziamo ora l’aspetto fiscale. L’imposizione degli utili societari è pari al 15%, che scende al 7,5% se l’attività ha un fatturato compreso tra 5 e 8 milioni di lek (tra 40.000 e 65.000 euro), mentre quella sul reddito delle persone fisiche non supera il 23%. Nel mese di aprile, in fase d’emergenza, il Governo ha modificato la disciplina fiscale relativa al pagamento anticipato delle rate dell’imposta sugli utili per il 2020. In particolare, tutte le imprese con fatturato inferiore a 14 milioni di lek (circa 112.000 euro) non pagheranno l’imposta sugli utili (5%), mentre quelle con un fatturato superiore potranno posticipare il pagamento al periodo aprile-settembre 2021. Di queste misure non potranno beneficiare le imprese attive nel settore bancario, telecomunicazioni e commercio di prodotti alimentari o farmaceutici.
L’IVA viene applicata con una aliquota standard del 20%, ma non hanno l’obbligo di registrarsi presso le autorità competenti come contribuenti, ai fini IVA, le imprese che fatturano meno di 5 milioni di lek (circa 40.000 euro). Sono previste esenzioni sulle importazioni di macchinari e di attrezzature destinati agli investimenti con valore uguale o superiore a 50 milioni di lek (circa 400.000 euro). Le esportazioni albanesi sono esenti da IVA. Al momento, la disciplina IVA è comunque in fase di rinegoziazione e nei prossimi mesi potrebbero esserci interessanti novità per le aziende.
4 Market development
Per favorire lo sviluppo del mercato e aumentare la competitività dell’economia, incoraggiando le imprenditorie estere, nel 2010 il Governo ha creato l’AIDA (Albanian Investment Development Agency), organismo statale che offre interessanti opportunità agli investitori per progetti dal valore superiore ai 30 milioni di euro o destinati ad aree di sviluppo prioritario (con un valore maggiore di un milione di euro e l’impiego di almeno 150 persone). L’Agenzia accoglie però anche altri progetti, studiandone ad hoc le caratteristiche. L’AIDA fornisce all’imprenditore un supporto completo, dall’analisi di mercato all’indicazione dei potenziali settori di investimento, attraverso una consulenza diretta sia nella ricerca di immobili e ubicazioni, sia nell’identificazione di nuovi o già esistenti progetti. È previsto anche un servizio di assistenza post-investimento (a supporto degli investitori stranieri dopo il completamento del progetto) e un servizio di facilitazione delle procedure amministrative (procedure assistite o speciali).
Molte imprese decidono operare nelle TEDA (Technical and Economic Development Area), simili a zone speciali. Istituite nel 2015, inizialmente sono state definite parchi industriali e zone franche (ZF), ma visto l’insuccesso del modello, sono diventate aree tecniche ed economiche. Infatti, diversamente dalle tradizionali ZF, le TEDA sono gestite da qualsiasi persona giuridica munita di licenza, di diritto straniero o nazionale. Si tratta di territori separati (con terreni, fabbricati e altri beni immobili), sviluppati secondo un piano generale, e dotati di infrastrutture pertinenti alla produzione e allo sviluppo industriale, al commercio e alla prestazione di servizi. Ogni TEDA viene considerata territorio doganale della Repubblica d’Albania, sebbene separata da questa in termini di regime fiscale e doganale. Chi opera in queste aree può beneficiare della riduzione del 50% dell’imposta sui profitti per i primi cinque anni, della deducibilità delle spese con valori più elevati, di un’aliquota zero per i beni importati (considerati come fornitura all’esportazione), dell’esenzione dalle tasse sulle infrastrutture e dall’imposta sui beni immobili (per cinque anni). Sono previsti anche incentivi non fiscali come, ad esempio, il riconoscimento al 150% (del loro valore durante il primo anno fiscale) per tutte le spese per emolumenti (compresi anche i contributi sociali del datore di lavoro); tutte le altre spese aggiuntive agli stipendi, negli anni successivi, saranno valutate al 150% del valore, quindi con una maggiore deducibilità. Allo stesso modo, i costi per la formazione sono considerati spese deducibili al doppio del loro valore, per dieci anni, così come i costi in R&S.
La più importante TEDA è quella di Spitallo, con una storia molto travagliata, fatta di problematiche legali e processi poco trasparenti. È gestita da un Consorzio che, con un simbolico contratto di locazione di un euro, valido per 99 anni, potrà beneficiare di uno speciale regime fiscale per costruire una fabbrica di arricchimento di ferro-cromo da 39 milioni di euro. Non è immensa: dalla dimensione iniziale di 805 ettari, nel corso degli anni è stata ridotta a poco più di un centinaio. È operativa dal 2015 e impiega 2.500 persone.
5 Market opportunity
Per il comparto delle materie plastiche esistono diverse prospettive di investimento legate allo sviluppo del settore oil, importante supporto alla produzione polimerica, e della trasformazione, comparto al momento poco sviluppato.
Una delle destinazioni di applicazione più interessanti è senza dubbio l’edilizia, dal momento che nell’ultimo triennio si è verificata una repentina crescita – in particolare nel 2019 – della superficie per la quale sono stati rilasciati permessi di costruzione. Dai dati INSTAT (ente statistico abanese) risulta che i progetti in atto, iniziati già nel 2019, avranno (a fine compimento) un valore pari a circa 210 milioni di euro, in aumento rispetto al 2018. Si costruiscono soprattutto abitazioni (dai tre piani in su), alberghi, uffici e centri commerciali, ed è a Tirana che si prevede il maggior sviluppo dell’immobiliare.
L’emergenza Covid non ha frenato i progetti in fieri e, all’inizio maggio, il premier Rama ha presentato il piano di ricostruzione dell’area di Kruja, con una capacità di alloggiamento destinata a 1.420 abitanti. Il progetto prevede la costruzione di 26 palazzi, 730 parcheggi, tre edifici culturali e strade su una superficie di 17.213 metri quadrati. Alla fine di aprile, l’Agenzia degli appalti pubblici ha indetto una serie di bandi di gara per lavori di infrastruttura ed edilizia, per opere stradali, riabilitazione di linee per la fornitura di acqua, manutenzione di infrastrutture, ricostruzione di abitazioni colpite dal sisma dello scorso novembre. Si tratta di appalti importanti: ad esempio, per la costruzione della strada che collega il Porto Romano a Durazzo sono previsti lavori per 5,4 miliardi di euro, mentre per la ricostruzione delle case nelle zone colpite dal sisma sono previsti 50 miliardi di euro. Per conoscere tutti i bandi di gara è possibile consultare il portale dell’Agenzia albanese degli appalti pubblici su www.app.gov.al.