Decathlon sceglie poliestere riciclato e gomma con cariche naturali per un nuovo doposci green

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Il doposci Decathlon SH100 X-Warm

Le scarpe del futuro? Leggere, resistenti ed ecocompatibili. Sono le richieste sempre più frequenti dei consumatori, che stanno riportando la qualità del Made in Italy e dell’industria europea tra i protagonisti nel mondo della calzatura. Esempio concreto di un prodotto capace di rispondente a tutti questi requisiti è il doposci SH100 X-Warm di Decathlon, un progetto ancora in fase di studio che ha visto come parte attiva anche Celanese, player globale nel settore delle tecnologie e dei tecnopolimeri speciali che nel 2016 ha rilevato So.F.Ter Group (Forlì).

Poliestere riciclato e gomma caricata sughero

«Le calzature sono realizzate con una fodera in poliestere 100% riciclato, presentano una tomaia con tessuto esterno a base di fili riciclati al 95% e una suola in gomma termoplastica con un contenuto di sughero del 9% fornita da Celanese» spiega Alessandro Biffi, Senior Commercial Manager Footwear Engineered Materials di Celanese. «Decathlon, con la quale collaboriamo da anni fornendo soprattutto compound a base SBS e SEBS, ci ha affidato lo studio di materiali innovativi per la realizzazione della suola, coinvolgendo altre due aziende italiane per lo sviluppo del tessuto per la fodera e dei filati riciclati».

Partito nel maggio del 2018, il progetto ha imposto tempi molto contingentati per passare alla fase di industrializzazione e permettere un primo test commerciale a febbraio 2019, ancora in tempo per la stagione invernale. La scelta è stata quella di render disponibile una prima fornitura in sei punti vendita Decathlon, tre in Francia e tre in Italia (Grugliasco, Lissone e Bolzano), per testare il mercato in vista di un lancio su più vasta scala. Come altri grandi player del settore, anche il gruppo francese è sempre più attento a commissionare prodotti a marchio che combinino alla buona qualità dei materiali il rispetto di capitolati molto restrittivi in termini sia di prestazioni, sia della composizione chimica delle materie prime. «Si tratta di una missione molto sfidante, che impone ai fornitori la capacità di sviluppare prodotti che all’ecosostenibilità uniscano alte prestazioni dal punto di vista fisico e meccanico, nonché un pieno rispetto delle aspettative in termini di resistenza alle flessioni e all’usura dovuta ad abrasioni» continua Alessandro Biffi.

Ottime combinazione tra costo e prestazioni

«La presenza di una componente naturale nella gomma termoplastica, deve garantire buone capacità isolanti e consentire allo stivale di mantenere un ottimo grip» precisa Biffi. «Il nostro settore ricerca è stato quindi messo alla prova in un’operazione con molti gradi di complessità. All’inizio del progetto, ad esempio, eravamo orientati su un materiale per il quale possediamo una certificazione per la presenza di oltre il 40% di componente naturale, ma abbiamo dovuto scartarlo essenzialmente per una questione di costi elevati e di una non perfetta corrispondenza alle esigenze in termini di resistenza all’usura».
Come si vede, il tema è complesso e sottoposto a una serie di equilibri da rispettare, ma la tendenza che si sta delineando è chiara. Ai produttori di materie non resta che strutturarsi per farsi trovare pronti.


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