Crescita a due cifre per le bioplastiche in Italia

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La fotografia sull’industria italiana delle plastiche biodegradabili e compostabili viene scattata ogni anno dall’Associazione di settore, Assobioplastiche, attraverso un report commissionato alla società di consulenza milanese Plastic Consult. L’edizione 2018, che riporta i dati dell’anno precedente, è stata presentata ieri a Roma.

L’industria italiana delle bioplastiche

Nel 2017, in Italia, l’industria delle plastiche biodegradabili e compostabili, è rappresentata da 240 aziende – suddivise in produttori di chimica e intermedi di base (5), produttori e distributori di granuli (19), operatori di prima trasformazione (153), operatori di seconda trasformazione (65), – con 2.450 addetti dedicati per 73.000 tonnellate di biopolimeri prodotti, con un fatturato complessivo di 545 milioni di euro. Relativamente ai settori applicativi, delle 73.000 tonnellate di polimeri lavorati, il 68% è stato destinato alla produzione degli shopper monouso per la spesa, il 13% ai sacchi per la raccolta della frazione organica e il restante 19% suddiviso tra manufatti per l’agricoltura, la ristorazione, il packaging alimentare e l’igiene della persona.

Fututo a gonfie vele per le bioplastiche

Relativamente al 2018, le previsioni di sviluppo della produzione di manufatti compostabili vedono una crescita complessiva intorno al 15%, con dinamiche diverse a seconda delle applicazioni:
• sono attesi buoni sviluppi per il film agricolo, anche sui mercati internazionali, e nel settore dell’imballaggio alimentare grazie alla crescente diffusione della pratica delle raccolte differenziate in Europa;
• nel comparto dei sacchi per il primo imballo alimentare (ultraleggeri), grazie alle normative in essere, i produttori italiani si confermano punto di riferimento per le forniture in tutta Europa;
• si registra una riduzione della domanda di sacchi per la raccolta dell’umido spesso sostituiti con gli shopper e/o con i sacchetti ultraleggeri, come effetto positivo della legislazione italiana. Le attese decisioni in materia di rifiuti da parte della UE lasciano prevedere un quadro evolutivo di traino in molti Paesi;
• le applicazioni monouso per la ristorazione vedono un aumento della domanda da CAM e acquisti verdi ma risultano soggette all’esito ancora incerto della direttiva UE sulla SUP.

Un comparto motivato

Il settore dei materiali plastici compostabili conferma dunque una fortissima dinamicità con imprese che continuano a crescere e investire in forza lavoro qualificata, macchinari e impianti all’avanguardia, applicazioni innovative nei diversi settori. Fanno ben sperare per l’evoluzione dell’intero comparto il fermento di un mercato fortemente motivato dalla necessità di ridurre l’inquinamento da plastica di suolo, fiumi e mari, la prossima apertura ai prodotti compostabili di paesi come Spagna e Austria, appena proceduti da Francia e Vallonia, insieme alla capacità di questi manufatti di risolvere i problemi connessi alla valorizzazione della frazione organica.

«I modelli di interconnessione tra bioplastiche e sistemi di raccolta differenziata della frazione organica sviluppati in Italia si stanno dimostrando vincenti. Ci auguriamo che consumatori, cittadini e rappresentanti delle istituzioni possano sostenere con sempre più consapevolezza e forza, anche in Europa, il percorso di innovazione, crescita economico-occupazionale e tutela ambientale rappresentato dalla filiera dei manufatti biodegradabili e compostabili» ha commentato Marco Versari, presidente di Assobioplastiche.


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