Sono le perdite dovute a interruzione delle attività (37%) la principale preoccupazione degli imprenditori. Seguono l’imprevedibilità del contesto economico (31%), le nuove tecnologie e i rischi informatici (30%), e quindi le catastrofi naturali (24%). A sostenerlo è l’Allianz Risk Barometer (scaricabile a questo link; a questo link l’appendice), il VI sondaggio annuale realizzato da Allianz Global Corporate & Specialty SE (AGCS), che analizza i rischi aziendali a livello mondiale, ma anche per area, Paese, settore e dimensione di attività.
Il risultato con cambia sensibilmente se si considera il contesto italiano. Le interruzioni di attività (36%) e i cambiamenti nei mercati (30%) si confermano al primo e secondo posto, mentre al terzo posto rientrano le catastrofi naturali (25%) seguite dai rischi informatici (23%).
Passando all’analisi dei valori, le maggiori discrepanze di rilevano nella minaccia informatica. Al contrario dell’Italia, dove si piazza al quarto posto, in Germania, Regno Unito e Paesi Bassi balza in prima posizione. Una possibile interpretazione è legata alle dimensioni delle imprese nazionali, prevalentemente PMI. Dall’indagine emerge infatti che sono le piccole aziende a sottovalutare il rischio informatico: in questa categoria (ricavi inferiori a 250 milioni di euro) il rischio informatico è solo al 66° posto. Eppure, in un contesto dove si stanno affermando concetti come digitalizzazione e Industria 4.0, le nostre imprese dovrebbero imparare a pensare ai dati come a un bene, e a ciò che ne può impedire l’utilizzo.