Bioplastiche: produzione globale triplicata entro il 2026

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Sono molto buone le prospettive per il segmento delle bioplastiche, la cui capacità produttiva mondiale, che oggi si attesta a circa 2,4 milioni di tonnellate, dovrebbe triplicare fino a raggiungere 7,5 milioni di tonnellate nel 2026. Secondo lo studio condotto da nova-Institute (Hürth, Germania), presentato durante la 16a conferenza EUBP organizzata da European Bioplastics, i principali motori della crescita saranno il PBAT (polibutilene adipato tereftalato), con una produzione quasi quadruplicata, il PBS (polibutilene succinato) e le poliammidi biobased. Le prospettive sono ottime anche per il PLA (acido polilattico), in virtù degli investimenti per l’ampliamento dei siti produttivi in Asia, Stati Uniti ed Europa, e per le poliolefine a base biologica, come polietilene e polipropilene.

Le plastiche biodegradabili, tra cui PBAT, PLA e PBS rappresentano poco più del 64% (1,5 milioni di tonnellate) dell’attuale capacità produttiva globale, mentre il restante 36% (800.000 tonnellate) è rappresentato da polimeri biobased, ma non biodegradabili, come poliolefine, PET e poliammidi.

Il packaging si conferma il più grande campo di applicazione, con quasi il 48% (1,2 milioni di tonnellate) del mercato totale, mentre la quota restante è suddivisa tra un portafoglio molto diversificato e dinamico che comprende beni di consumo, fibre, prodotti dell’agricoltura e dell’orticoltura.

A livello di capacità produttiva, l’Asia rafforza la leadership, con una quota di penetrazione che raggiunge il 50% (era il 45% nel 2020) e dovrebbe arrivare al 70% entro il 2026. L’Europa concentra oggi circa un quarto della produzione complessiva di biopolimeri, ma insieme ad altre aree del globo vedrà questa quota decrescere nel tempo.

«Nei prossimi anni assisteremo a un aumento impressionante della produzione di bioplastiche che richiederà anche un ampliamento degli impianti» ha commentato Hasso von Pogrell, amministratore delegato di European Bioplastics. Questo richiederà anche un ampliamento degli impianti. «La nostra industria sarà così in grado di rispondere alla crescente domanda di bioplastiche. Come l’anno scorso, anche in questa edizione della conferenza abbiamo assistito all’annuncio di ulteriori siti produttivi».


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