Dagli anni ‘50 la milanese Rupes (Vermezzo) produce utensili elettrici, diventando nel tempo un riferimento mondiale per i prodotti dedicati alla lucidatura e alla levigatura. Una delle lavorazioni più critiche condotte dall’azienda è l’assemblaggio degli utensili, da sempre effettuato manualmente. La necessità di eliminare difetti di produzione e scarti, ma anche aumentare la produttività, ha portato alla decisione di automatizzare l’assemblaggio mediante robot collaborativi UR. Scelta che si è dimostrata ben presto vincente, dando vita a un processo di reale lean manufacturing sotteso da una strategia di lean intelligence.
Oltre ai vantaggi nativi dei robot UR, l’applicazione presenta due fattori di interesse. Il primo è connesso alla sicurezza: il cobot non è fermo in una sola posizione, ma si muove su un asse lineare che gli consente di traslare la propria posizione e quindi di aumentare l’area operativa. Per mantenere la massima collaborazione possibile è stata pensata una soluzione in grado di garantire la sicurezza intrinseca dell’applicazione. Alla base del robot, infatti, è stato applicato un laser scanner che gestisce le aree di sicurezza programmabili all’avvicinarsi dell’operatore.
Un ulteriore aspetto di innovazione riguarda la fase di avvitatura, dove il robot è in grado di adattare la rotazione dell’asse 6 (che ha rotazione infinita) in funzione del puntamento della vite. Si tratta di un fattore determinante per garantire avvitatura e serraggio finale corretti e senza rotture: infatti, anche se la vite non dovesse essere inserita nel modo giusto, non si correrebbe alcun pericolo di rottura, scarto o fermo produzione. Il robot segue la posizione impostata e solo al termine dell’avvitatura, grazie alle dotazioni software di base e alla gestione perfetta del controllo di forza, effettua il serraggio conclusivo.