TMP a Mecspe – Come la fiera divenne una piazza

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Il filo invisibile che ha legato l’un l’altra le imprese che hanno partecipato a Mecspe 2025 con un loro spazio negli ambienti riservati all’Associazione dei Tecnici delle Materie Plastiche (TMP) era dato dalla voglia di confrontarsi e dialogare per condividere esperienze e know-how: cioè dal fare networking.

di Roberto Carminati

«Nulla è più dirompente adesso del predisporsi alla condivisione delle best practice, perché coincide con l’acquisizione di nuove competenze, di forza e di spunti utili a evolvere», ha dichiarato Clelia Petri

«Essere isole» e quindi muoversi in ordine sparso limitandosi a curare ognuno il suo orticello «oggi significa morire». Per restare vivi e competitivi è necessario invece adottare «un approccio di rottura» e nulla è più dirompente adesso del predisporsi «alla condivisione delle best practice», perché essa coincide con «l’acquisizione di nuove competenze, di forza e di spunti utili a evolvere».

La riflessione qui riportata quasi testualmente è stata offerta durante una chiacchierata a ruota libera e a tutto campo con Plastix da Clelia Petri che, oltre a essere responsabile del controllo di gestione della milanese CB Brescianini, fa parte del consiglio direttivo di TMP.

Le sue parole rendono bene l’idea di quel che ha voluto essere la Piazza assegnata nel contesto dell’edizione 2025 di Mecspe all’Associazione dei Tecnici delle Materie Plastiche. Ovvero uno spazio aperto fatto di stand contigui l’uno all’altro e del tutto privi di qualsivoglia barriera laterale di separazione. Perché disegnata in modo da favorire la conoscenza e la comunicazione fra colleghi.

Conoscersi negli ambienti di una collettiva vuol dire «accogliere anche chi, per le più svariate ragioni, non si sarebbe mai frequentato altrimenti» e aprirsi alla scoperta. Lo dice la testimonianza diretta di Petri stessa, che proprio in occasione di un precedente evento si è imbattuta in modo per certi versi casuale in un materiale tecnico e di nicchia, ma capace di innescare impensate innovazioni di prodotto.

Fuori e oltre gli stand

Il presidente dell’associazione TMP, Alan Catturini

«Conoscersi, riconoscersi, apprezzarsi»: potrebbe essere un ideale slogan per la Piazza TMP e forse per l’intera fiera, che è in fondo un luogo per eccellenza deputato alla costruzione di relazioni o – direbbe qualcuno – al matching. Se davvero lo si vuole concretizzare è allora necessario evitare di chiudersi in un tradizionale stand: si deve andare oltre, in linea con quello che stanno cercando di fare le aziende raccolte sotto l’egida di TMP. Come ha ricordato Clelia Petri, al loro interno e all’esterno (per esempio attraverso le attività di formazione) stanno promuovendo fattivamente le metodologie più efficaci per il contenimento degli sprechi e la riduzione dell’impatto ambientale. E puntano a offrire esempi tangibili di quanto l’industria delle materie plastiche possa dirsi a pieno titolo virtuosa, facendo emergere a tutti gli effetti il suo indiscutibile valore.

Quanto riportato qui sopra trova completa corrispondenza nella visione del presidente dell’associazione Alan Catturini, secondo il quale «TMP è un mezzo per supportare l’espansione della plastica». E in avvenire non è escluso – affatto – che anche le superfici occupate dalla Piazza possano ampliarsi, visto che, in un clima di «interesse e fermento», non pochi imprenditori e soci hanno manifestato un simile auspicio. Quel che non è destinato a cambiare è la filosofia collaborativa, pronta a ispirare il prossimo congresso autunnale.

Intenzione di Catturini è che anch’esso cresca per durata – l’ipotesi è una due-giorni – e per complessivo numero di iscritti. Nel frattempo, si è salutato con il favore che merita il consolidamento delle partnership con altre sigle e imprese, in arrivo per esempio dal panorama degli stampi. E se si parla di disponibilità a cooperare per cogliere traguardi d’interesse comune, allora la filiera produttiva realizzata a Bologna ne è un modello. È il frutto degli investimenti di alcune associate, il cui contributo a fondo perduto l’ha resa possibile.

Faccia a faccia con il futuro

«Ideato dalla Fondazione CNOS-FAP ETS (Salesiani) con Ucisap, Meusburger, Tecniche Nuove e Senaf, Progetto Stampi è un programma importante che dimostra la validità dell’alleanza fra la scuola e il manifatturiero», ha riferito Maurizio Todeschini

Fra i preziosi partner di TMP non si potrebbero certo dimenticare i Centri di Formazione Professionale salesiani che hanno animato la Piazza con la presenza di cinque dei loro iscritti ai corsi di Meccanica del IV anno del polo di Sesto San Giovanni e già stanno seguendo un percorso di stage presso alcune aziende. Come ha detto a Plastix il segretario nazionale della Fondazione CNOS-FAP ETS (Salesiani), Maurizio Todeschini, si sono impegnati nel dare supporto e informazioni ai visitatori radunatisi attorno alla filiera produttiva.

Ma vengono, in un certo senso, da lontano. «Hanno seguito l’iter formativo di Progetto Stampi», ha osservato, «e quindi dell’iniziativa didattica lanciata ormai più di dieci anni fa con l’Unione degli stampisti e attrezzerie (Ucisap), il fornitore di normalizzati Meusburger, Tecniche Nuove e Senaf. È un programma importante, che dimostra la validità dell’alleanza fra la scuola e il manifatturiero».

Non solo. Nell’Area Speech, l’ordine fondato da San Giovanni Bosco è stato nuovamente al centro della scena per dare visibilità ai prodotti del concorso nazionale meccanico, denominato Esposizione dei Capolavori. Il prossimo appuntamento con queste realizzazioni è in calendario a maggio a Torino nei laboratori dell’altro istituto salesiano Rebaudengo. Il contest si basa sullo studio, la progettazione, la costruzione e l’assemblaggio di manufatti utilizzando le 25 pinze messe a disposizione dalla specialista Schunk. A giudicare la validità del risultato finale e a premiare il vincitore è una commissione composta da esperti rappresentanti di altre società partner.

Hanno giocato invece in casa i ragazzi dei Salesiani di Bologna, incaricati di accompagnare altri studenti lungo un vero e proprio tour guidato fra i padiglioni della fiera. Infine, ma non meno rilevante, è da sottolineare che a salire sul gradino più alto del podio nella competizione riservata alla saldatura è stata una ragazza che frequenta la scuola professionale dei Salesiani a Udine. Significa che la meccanica può anche declinarsi al femminile; e a sua volta la plastica è (anche) femmina: si avrà modo di vederlo a pagina 40 della rivista Plastix di maggio 2025.

È (anche) un lavoro per giovani

«In JobsAcademy l’apprendimento ha natura multilinguistica: nei tre anni saranno tre le lingue che si andranno ad approfondire da un punto di vista tecnico: italiano, inglese e una terza lingua a scelta tra spagnolo, francese, tedesco, arabo, russo e cinese», ha spiegato Chiara Pinotti

Sulle colonne di questa stessa rivista il rapporto fra la rete degli ITS e l’Associazione dei Tecnici delle materie plastiche è stato già al centro di altri precedenti articoli. Nei saloni della fiera si è però goduto della chance di toccare con mano gli interessanti traguardi colti nella fattispecie dalla Fondazione ITS JobsAcademy di San Paolo d’Argon, in provincia di Bergamo. E soprattutto, quest’ultima ha potuto mettere in evidenza le particolarità del suo paradigma formativo dando la parola ad alcuni dei suoi frequentanti.

Quella di JobsAcademy è in primo luogo un’offerta didattica ampia e rispondente alle effettive esigenze del comparto dei polimeri e non solo. Si compone non a caso di corsi che spaziano dal marketing e comunicazione sino all’informatica passando, giusto per citare una manciata di esempi, per le scienze dei materiali e il design. Ogni corso prevede ben 360 ore di stage in azienda al primo anno, un’impostazione duale (alternanza scuola-lavoro) al secondo anno e al terzo e l’ultimo anno culmina in un periodo di apprendistato.

Lo ha spiegato alla platea della Piazza TMP la coordinatrice sviluppo Lombardia Chiara Pinotti, ponendo poi un marcato accento sulla natura multilinguistica dell’apprendimento. Nei tre anni saranno tre le lingue che si andranno ad approfondire da un punto di vista tecnico: italiano, inglese e una terza lingua a scelta tra spagnolo, francese, tedesco, arabo, russo e cinese. Tali lingue, al termine del percorso di studi, saranno anche certificate dai rispettivi enti certificatori.

Lo studente ITS Lorenzo Cojocaru nello stand di TMP alla fiera Mecspe 2025

JobsAcademy è una presenza storica nel network nazionale degli ITS, avendo esordito fra il 2010 e il 2011. All’inizio dello scorso decennio è datato il primo minicorso sulla plastica allestito a quattro mani con la bergamasca Persico. Con il passare del tempo il suo campo d’azione si è ampliato sino a calcolare 25 corsi a Bergamo e sette a Milano, cui si sono aggiunti gli altri due attivati in Sicilia. Non è un istituto per tutti: l’ammissione è subordinata al superamento di precisi test conoscitivi e psicoattitudinali; ed è un HR specialist a consigliare i candidati indirizzandoli verso la scelta più corretta a seconda delle caratteristiche individuali di ciascuno. «È terreno fertile», è stato osservato durante l’incontro avvenuto a Mecspe, «per chi cerca un’istruzione eminentemente orientata alla pratica: il primo giorno di JobsAcademy non sarà più il primo giorno di scuola, bensì il primo giorno di lavoro».

Esperienza sul campo

Alcuni poggia-mestolo per cucina in due materiali (PC e PP) stampati simultaneamente in coppia con la pressa Zhafir ZE 1500-640 installata nella Piazza TMP

Da Pordenone a San Paolo d’Argon, sino a Bologna è giunto a testimoniare della validità della proposta ITS lo studente Lorenzo Cojocaru, che sta frequentando il secondo anno del corso di Design e Tecnologie dei Materiali. Lorenzo ha spiegato come abbia potuto trovare l’ideale prosecuzione approfondita delle tematiche già affrontate nelle aule delle Superiori. Ovvero i metodi di lavorazione della plastica e i relativi macchinari e processi, partendo dalle nozioni di chimica che il giovane già possedeva.

«Mi ritengo soddisfatto», ha detto Cojocaru, «di quanto appreso e sperimentato sino a qui. Si confà alla mia curiosità innata perché il mondo delle materie plastiche richiede non soltanto competenze a 360 gradi, ma ancor più voglia di sapere; la volontà di mettersi sempre in gioco. Mi ritengo una persona fortunata per l’essere entrato in contatto con questo settore e questa scuola, dove, insieme alle conoscenze tecniche, contano molto anche le cosiddette soft skills, curate da un’agenzia esterna e preziose per lavorare in una squadra».

Del novero delle partner esterne fa parte anche Symphonia Consulting, i cui sforzi sono fra gli altri diretti all’organizzazione di viaggi e soggiorni di studio all’estero sul modello Erasmus+. Le mete sinora raggiunte sono talora vicine – i Paesi Bassi – e in altri casi decisamente remote come l’Argentina e il Madagascar. È stata definita, questa, una scommessa che impone ingenti investimenti: non vi sono dubbi che possa esser fonte di arricchimento, non foss’altro che per le relazioni che aiuta a stabilire.

Tutti gli anelli della catena

Un dettaglio del modello completo di filiera della trasformazione delle materie plastiche (dal granulo alla pressa a iniezione) ospitato nella Piazza TMP

Il modello completo di filiera della trasformazione delle materie plastiche – dal granulo alla pressa a iniezione e quindi allo stampaggio – ospitato nella Piazza di TMP è stato frutto del lavoro di un gruppo di aziende pronte a mettere il loro know-how e le loro tecnologie al servizio del progetto. La piccola trafila è stata fornita da Eur.Ex.Ma e la pressa a iniezione da Haitian International. Il distributore Albis si è fatto carico dei materiali plastici; Brescia Master dei coloranti adatti all’uso a contatto con gli alimenti. Da Zeta Stampi sono arrivati gli stampi e il sistema di iniezione a canale caldo bicomponente è stato curato da Primteck.

Parte di questa originale supply chain sono stati infine Pedrotti Normalizzati ed ML Engraving. Gierre Meccanica ha partecipato con l’acciaio semilavorato usato per la fabbricazione dello stampo da parte di Zeta Stampi. L’idea di dare piena visibilità a processi che si ritrovano al cuore di industrie come quelle dell’auto, del bianco e del medicale è stata proposta e promossa dall’ex membro del comitato tecnico e attualmente revisore dei conti di TMP Arturo Menzago e dal past president, oggi socio onorario, Amerigo D’Aloisio. Alla filiera ha contribuito poi l’Università di Padova con un sistema di simulazione basato su Autodesk Moldflow.


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